Coronavirus, focolaio in ospedale tra pazienti e personale a Imola. Sono 1.496 i positivi totali nel circondario. I numeri comune per comune. La situazione nelle strutture protette
Giornata complicata per il circondario. Sono 67 oggi i nuovi casi positivi registrati dall”Ausl di Imola, ben 51 sono asintomatici, 42 individuati attraverso il tracciamento e 30 sono risultati collegati a focolai già noti. Tra questi ci sono parte dei medici, infermieri ed oss del sesto piano dell’ospedale e relativi pazienti. L’Area medica no Covid del Santa Maria della Scaletta che si è scoperta improvvisamente a seguito di uno screening con tampone rapido (confermato poi dal molecolare).
Il totale degli operatori positivi è di 13 persone (che si vanno a sommare ai 44 che riguardano tutta l”Azienda usl da settembre ad oggi). A seguito dei risultati di ieri, lo screening è stato esteso la notte scorsa a tutti degenti dell”Area internistica no Covid, evidenziando un focolaio di 23 pazienti positivi. Di questi 9 sono stati subito trasferiti nelle aree Covid del terzo e quarto piano, portando i ricoverati ad un totale di 74, mentre 14 sono stati isolati al sesto piano. Sempre al sesto sono stati isolati ulteriori 13 pazienti in quanto contatti dei casi positivi accertati. Fatti due conti, attualmente sono oltre un centinaio le persone con Covid residenti nel circondario ricoverate, dato che ai numeri precedenti vanno aggiunti gli 8 tuttora nel reparto Ecu e le 12 persone trasferite su Bologna, di cui 5 in reparto intensivo.
I casi attivi (positivi/malati) nei dieci Comuni del circondario sono 1.496 (sono state tolte le 56 persone certificate guarite oggi); se consideriamo anche chi si trova in quarantena in quanto contatti stretti di un caso positivo, saliamo a 2.726
Nel dettaglio dei singoli Comuni, questi sono i dati comunicati dall’Ausl (a ieri 23 novembre): Imola 833 – tasso di 11,9 (per 1000 abitanti); Castel San Pietro 208 – tasso 9,9; Medicina 129 – tasso 7,7; Mordano 79 – tasso 16,6; Castel Guelfo 47 – tasso 10,3; Dozza 55 – tasso 8,3; Casalfiumanese 46 – tasso 13,4; Borgo Tossignano 37 – 11,3; Fontanelice 25 – tasso 12,8; Castel del Rio 26 – tasso 21,1. Il dato complessivo del circondario (che coincide con l”Ausl di Imola) è di 1.485 persone pari ad un tasso di 11,1.
Situazione complicata anche nelle 41 strutture residenziali per anziani e disabili, pubbliche e private presenti nel nostro territorio: sono 18 quelle che hanno riscontrano casi positivi. Nelle cra accreditate o pubbliche (case residenze anziani) gli operatori sono 21 mentre gli ospiti 43, con 4 decessi e 3 ricoveri. Nelle case di riposo o case famiglia (private) sono 10 operatori e 53 ospiti (con 4 ricoveri). Nelle altre residenze o comunità sono 11 gli operatori positivi e 45 gli ospiti (11 a Ca” del Vento; 1 nella Casa Appartamento La Soffitta; 33 nel centro per stranieri La Pascola). (r.cr.)
Anzi chiedo una precisazione, dato che a una prima lettura è facile confondersi: i tassi di positività per Comune che riportate dalle comunicazioni dell’Ausl, per esempio 11,9 per Imola, si riferiscono a 11,9 contagiati ogni 1000 abitanti? Dunque il tasso va letto come 1,19%? Lo chiedo perché dalla carrellata di cifre si potrebbe fraintendere che il tasso sia percentuale, ovvero che a Imola vi sia un 11,9% di positivi, a Castel san Pietro un 9,9% e così via.
Gentilissima Ilaria, il tasso di positività indica i contagiati ogni 1.000 abitanti, che non è – per l’appunto – la percentuale di contagiati sul totale degli abitanti. Comunque nell’articolo è indacato anche il numero reale vero e proprio dei positivi per ogni singolo Comune.
A noi parenti degli ospiti delle CRA è stato vietato di visitare i nostri cari per quasi tre mesi questa primavera ed anche successivamente, le visite sono state scaglionate con tempi inaccettabili, senza capire da parte dei responsabili di queste strutture che il pericolo, con i dovuti accorgimenti (distanza, mascherina, pareti di separazione in plexiglass), non poteva venire da noi.
Il nostro sacrificio, alla luce di quanto sta accadendo ora con il proliferare di questi focolai, originati dal personale addetto, è stato ed è totalmente vano.
I nostri anziani, se si salveranno dal Covid, moriranno di solitudine.
Purtroppo è così. Constringere un anziano o un malato alla solitudine, magari costretto in un letto senza la possibilità di muoversi è deleterio. La cosa più fastidiosa è che l’informazione se ne sbatte, si parla solo di numeri, di dati, di morti e l’impressione da fuori è che le decisioni importanti vengano prese in modo sconsiderato.
Gentilissimo sig. Romano, approfittiamo del suo commento per ricordare che la necessità di garantire la sicurezza sanitaria salvaguardando il diritto all’affetto dei propri cari è un tema doveroso, che va trattato senza semplificazioni ma con la cura che merita, e come tale è stato più volte affrontato negli ultimi mesi sulle pagine del settimanale “sabato sera”.
Recentemente trova articoli sul numero del 5 novembre, poi ancora del 19 e pure sul giornale di questa settimana, che può acquistare in edicola. A presto
Pienamente d’accordo. Non è una generalizzazione o una polemica ma un dato di fatto: considerare gli operatori sanitari eroi nel loro lavoro non esclude che, usciti dall’ospedale, questi possano essere contagiati e contagiare come tutte noi persone comuni. Non ritengo una mancanza di rispetto nei loro confronti sottoporli a controlli più serrati.
Aggiungo che è troppo facile categorizzare come “semplificazioni” le critiche, spesso le obiezioni possono essere messe sul tavolo in maniera chiara e lineare senza giri di parole, e non per questo essere di minor valore.