Località

Cronaca 28 Marzo 2018

CiboAmico, a Imola donati oltre 1.300 pasti nel 2017

CiboAmico, il progetto del Gruppo Hera, nato nel 2009 per promuovere la lotta allo spreco alimentare ed il recupero dei pasti preparati ma non consumati nelle sue mense aziendali, è attivo anche a Imola

Qui lo scorso anno sono stati recuperati 1.360 pasti ed a gestire le eccedenze alimentari c”ha pensato la onlus locale Comunità Papa Giovanni XXIII che, dopo averle ritirate, le ha distribuite quotidianamente all’ente beneficiario, ovvero la Casa Famiglia di pronta accoglienza S. Clemente di Imola. Nel 2017 il valore economico dei pasti donati da Hera ha superato i 5.500 euro, un risparmio che ha permesso alla onlus di investire le risorse in altri progetti.

In totale sono cinque le mense aziendali interessate (oltre a Imola anche Bologna, Granarolo dell”Emilia, Rimini e Ferrara), sei le onlus coinvolte e otto le strutture beneficiarie in aiuto di circa 140 persone in difficoltà. In totale, nel 2017, sono stati oltre 12.570 i pasti recuperati per una somma di 54.500 euro che, dall”inizio del programma, permettono di arrivare così a quota 80.000 pasti dal valore di circa 327.000 euro.

r.c.

Nella foto (dalla sito di Hera): il logo del progetto

CiboAmico, a Imola donati oltre 1.300 pasti nel 2017
Cronaca 28 Marzo 2018

GinS Food, gusto e salute anche al ristorante. Il commento dell'Ausl di Imola

Mangiare in modo salutare ed equilibrato anche fuori casa? Ora si può. GinS Food, infatti, è un progetto regionale promosso dai Servizi di Igiene degli Alimenti e Nutrizione che ha lo scopo di facilitare le scelte alimentari anche quando non si è seduti nella propria tavola. Il progetto è stata avviato, in forma sperimentale, anche sul territorio imolese grazie all”adesione di alcune associazioni di categoria e alla collaborazione con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna (sede di Cesena) e ha portato alla formazione di una ventina di ristoratori locali che potranno così inserire, all’interno del menù del loro esercizio, piatti salutari e gustosi, oltre che dall”alta qualità nutrizionale.

Nell”unità operativa di Igiene e Sanità pubblica dell’Ausl di Imola, se ne occupano una nutrizionista, la dottoressa Antonella Capucci ed una dietista, la dottoressa Chiara Cenni. «Da sempre il nostro servizio si occupa di sicurezza alimentare, di formazione degli alimentaristi e di supporto e validazione alla creazione dei menù delle mense scolastiche ed ospedaliere – spiega Gabriele Peroni, direttore della UOC Igiene e sanità pubblica dell’Ausl di Imola – e negli anni sono state numerose le iniziative di promozione di stili alimentari sani. Negli ultimi mesi, sulla scorta del progetto regionale e delle attività collegate alla realizzazione locale del piano per la prevenzione, abbiamo avviato questo nuovo progetto che, dopo una prima fase pilota, è oggi pronto per essere lanciato e disseminato. Non deve sfuggire la pluralità di obiettivi che ci si propone: da un lato la sensibilizzazione degli operatori della ristorazione rispetto alla possibilità di fare proposte che coniughino gusto ed equilibrio nutrizionale, dall’altro la finalità educativa e di orientamento ad uno stile di consumo corretto per la cittadinanza”.

Attenzione, però. Mangiare sano, infatti, non significa per forza rinunciare a qualcosa ma piuttosto seguire le innovazioni o rivisitare i piatti classici sempre tenendo un occhio ai principi fondamentali della salute. «Mangiare sano è una questione di equilibrio – spiega la dottoressa Antonella Capucci – Si può mangiare di tutto, ma in giusta quantità e in modo bilanciato nell’arco della giornata e della settimana. Questo progetto vuole dimostrare che anche chi è costretto o semplicemente preferisce mangiare fuori casa, può trovare piatti gustosi ed equilibrati e magari riproporli nel proprio menù domestico».

I ristoratori del territorio, una volta definito il «menù salutare» ed avere firmato un accordo con l’Ausl di Imola, potranno fregiare il proprio locale con la vetrofania «GinS food gusto in salute» che segnala la partecipazione al progetto.

r.c.

Nella foto: il logo del progetto

GinS Food, gusto e salute anche al ristorante. Il commento dell'Ausl di Imola
Cronaca 28 Marzo 2018

RestArt 2017, «Noi Giovani» dona materiale alle società sportive della palestra Ravaglia

L’associazione «Noi Giovani», dopo il successo della quinta edizione del festival RestArt (dal 22 al 24 settembre scorso), è tornata in via Kolbe, nel quartiere Cappuccini, per donare, grazie ad una parte del ricavato, cinque palloni da basket e una cassetta del pronto soccorso alle società sportive che si allenano alla palestra Ravaglia. «La donazione è stata anche occasione per focalizzare di nuovo l’attenzione sui problemi della zona- spiega Vincenzo Rossipresidente di Noi Giovani-. E’ da rivedere l’illuminazione del parco pubblico di via Kolbe, mentre l’interno della palestra Ravaglia necessita del rifacimento del parquet e di un rinnovo dell’impianto di illuminazione. La palestra Ravaglia è anche utilizzata dagli oltre mille studenti dell’Istituto Tecnico Alberghetti di Imola, dunque è un complesso sportivo molto importante per la città, a cui va posta maggiore attenzione». 

RestArt ha permesso la realizzazione di numerose opere di street art per mano di molti artisti arrivati a Imola da tutta Italia. Tra le pareti che hanno un volto ci sono anche le facciate, appunto, della palestra dell”Itis, luogo frequentato da molte realtà sportive imolesi come l”International Basket Imola, l”Asd Judo Imola e l”Unione Sportiva Imolese Lotta. «Ringraziamo l’associazione Noi Giovani e tutti coloro che hanno preso parte alla realizzazione del festival RestArt – afferma Vito Ponzi dell’Asd Judo Imola-. non solo per questa donazione, ma per aver dato vita ad un evento che ha reso molto più bella la palestra e per aver dato occasione alle società sportive di lavorare assieme per l’educazione e la formazione dei giovani».

Soddisfazione filtra anche dall’International Basket e dall’Unione Sportiva Imolese Lotta, rappresentata dal campione olimpico Andrea Minguzzi. «Siamo molto grati per questa donazione – conclude Fulvio Zavagli, direttore tecnico dell”International -. I palloni da basket sono il nostro strumento fondamentale, ma siamo ancora più contenti per quanto è stato fatto a RestArt 2017, evento che per noi è stata occasione di festa, collaborazione e sviluppo».

d.b.

Nella foto: la donazione dei palloni e della cassetta del pronto soccorso

RestArt 2017, «Noi Giovani» dona materiale alle società sportive della palestra Ravaglia
Economia 28 Marzo 2018

Gimatt, l'azienda ozzanese aumenta l'utile e vuole premiare gli azionisti

Gimatt, la società ozzanese che si occupa delle macchine automatiche per l’imballaggio dei prodotti derivati dal tabacco (e, in particolare, dei cosiddetti prodotti reduced-risk di nuova generazione), ha chiuso decisamente bene il primo bilancio dopo lo scorporo da Ima e la sua quotazione nel segmento Star di Piazza Affari, avvenuta nel novembre 2017.

In forte crescita ricavi e utile: i ricavi netti sono saliti a 151,8 milioni di euro (+51,2%) e l’utile d’esercizio ha raggiunto 44,1 milioni di euro (+62%). «I brillanti risultati conseguiti da Gimatt nell’anno della quotazione in Borsa – ha commentato Sergio Marzo, presidente della società di via Tolara di sotto – riflettono il trend di crescita del settore tabacco, in particolare dei prodotti di nuova generazione a rischio ridotto. Siamo particolarmente soddisfatti dei risultati ottenuti: i ricavi e gli utili conseguiti confermano il dinamismo di Gimatt e la sua capacità di proporre soluzioni altamente innovative per il packaging dei prodotti derivati del tabacco».

La quota export è stata superiore al 72%, con ottimi risultati in Europa e in Asia. Molto bene anche il mercato domestico, cresciuto del 13%. Se l’andamento degli ordini troverà conferma nei prossimi mesi, si stimano ricavi superiori a 180 milioni di euro. «Cresciamo rapidamente all’interno del mercato di riferimento e continuiamo ad investire in ricerca e sviluppo: l’innovazione rappresenta infatti l’elemento trainante del nostro percorso di crescita. Le prospettive per il 2018 sono positive: i primi due mesi evidenziano una buona performance e confermano la nostra fiducia nella favorevole evoluzione dell’esercizio in corso. Alla prossima assemblea di bilancio – ha concluso il presidente – proporremo la distribuzione di un dividendo di 0,42 euro per azione premiando così gli azionisti che hanno creduto nello sviluppo di questa società giovane e dinamica, con ottime prospettive di crescita».

r.e.

Nella foto: l”officina dell”azienda Gimatt

Gimatt, l'azienda ozzanese aumenta l'utile e vuole premiare gli azionisti
Cronaca 27 Marzo 2018

Sicurezza, a Castello espulsione immediata per un marocchino con precedenti per furto

Continuano i controlli da parte delle forze dell”ordine per migliorare la sicurezza sul territorio. Nei giorni scorsi a Castel San Pietro, i carabinieri hanno attivato una serie di pattuglie sia in centro che nelle zone collinari dove sono presenti casolari abbandonati, in passato utilizzati come ricovero o nascondigli per refurtiva.

Proprio durante uno di questi controlli, i militari hanno individuato un 36enne marocchino con precedenti per reati contro il patrimonio e non in regola con la normativa sull”immigrazione, da qui è scattato un provvedimento immediato di espulsione; l”uomo è stato accompagnato in aeroporto e imbarcato su un volo diretto verso il suo Paese natale.

Sempre durante i controlli, sono state identificate nei pressi del parcheggio dell’ospedale tre donne residenti in altre province e note alle forze dell”ordine; le tre non sono state in grado di fornire una motivazione alla loro presenza nel parcheggio quindi i militari hanno formulato una richiesta per l”emissione di fogli di via nei loro confronti.

r.c.

Nella foto: i carabinieri di Castel San Pietro durante i controlli nel parcheggio dell”ospedale

Sicurezza, a Castello espulsione immediata per un marocchino con precedenti per furto
Cronaca 27 Marzo 2018

Clima, dal 1998 le stagioni non sono più le stesse. I dati dello Scarabelli

Non ci sono più le stagioni di una volta: un luogo comune o un dato di fatto? L’occasione per capire come è cambiato il clima a Imola negli ultimi settant’anni e quali effetti ne sono conseguiti è stato il convegno Mutamenti climatici, impatti sul territorio, organizzato lo scorso 17 marzo dall’Associazione ex allievi dell’Istituto agrario Scarabelli.

Nel corso dell’iniziativa è stato anche presentato il nuovo Annuario climatologico, che raccoglie i grafici con i dati registrati dal 1945 al 2017 dalla stazione meteo dell’istituto di via Ascari. Innanzitutto, sfatiamo un luogo comune. «Non è vero che piove di meno rispetto a un tempo – ha spiegato nel suo intervento Fausto Ravaldi, referente della stazione meteo dello Scarabelli -. Il livello delle precipitazioni in millimetri è tornato a quello del secondo dopoguerra e non avendo dati relativi ai primi anni del ’900 non sappiamo se siamo di fronte a un evento ciclico. Il numero di giorni di pioggia non è cambiato, ma gli intervalli fra gli eventi piovosi sono aumentati. Questo significa anche che piove sempre di più sul bagnato, cioè quando meno ce n’è bisogno e quando il terreno, già saturo, non riesce più ad assorbire l’acqua. Per questo cede, causando spesso frane e smottamenti».

Un effetto a cui stiamo assistendo proprio in questi giorni. Le estati, invece, sono sempre più calde e siccitose. C’è una data che fa da spartiacque, il 1998. «Dalla fine degli anni ’90 in poi – conferma Ravaldi – l’andamento climatico estivo è cambiato. Prima le estati non erano particolarmente calde e siccitose, con massime raramente al di sopra dei 37°. Dal 1998 le estati tendono a essere molto calde e pericolosamente siccitose, con un rischio maggiore di cedimenti del terreno e con punte massime in costante aumento, fino ai 43,8 gradi registrati il 4 agosto 2017, record di questi ultimi 72 anni. Perché proprio il 1998? Non so, ma è vero che la nostra impronta ecologica sta diventando ormai insostenibile per il pianeta. Il riscaldamento globale è una situazione irreversibile».

Un tempo, d’estate, si parlava molto più spesso di anticiclone delle Azzorre. Oggi è stato soppiantato dall’anticiclone africano, responsabile di correnti d’aria molto calda, provenienti da sud-ovest anche in primavera e autunno inoltrato. Sull’Annuario alcuni esperti mettono in evidenza gli effetti a catena sul nostro ecosistema di tutte queste variazioni, in particolare per quanto riguarda le popolazioni di pesci, insetti e funghi. Insetti comunemente presenti nelle regioni meridionali, come l’afide verde degli agrumi, si sono acclimatati anche nella nostra zona, riuscendo a sopravvivere in inverno. L’alterazione delle fioriture causate da precipitazioni mal distribuite si ripercuote anche sulla produzione di miele e sulle popolazioni di api. Gli inverni miti stanno facendo diventare rari funghi come spugnole e prugnoli. E sono solo alcuni esempi. 

lo.mi.

Nella foto (archivio «sabato sera»): il fiume Santerno nel gennaio 1985, quando la temperatura raggiunse i -17°

Clima, dal 1998 le stagioni non sono più le stesse. I dati dello Scarabelli
Cronaca 27 Marzo 2018

Ambiente, servono «banche d'acqua» per contrastare le estati aride. Le previsioni Arpae

Nel 2050 come sarà il clima nella nostra zona e più in generale in Emilia Romagna? Al convegno organizzato dall’associazione ex allievi Scarabelli e dedicato ai mutamenti climatici e agli impatti sul territorio, Gabriele Antolini, del servizio Idro-meteo-clima dell’Arpae, ha presentato le previsioni per metà secolo. «Ci sarà un probabile aumento delle temperature minime e massime – ha spiegato -, un aumento della frequenza delle onde di calore, specialmente in estate, e la probabile diminuzione delle temperature estreme in inverno. Sarà verosimile un calo delle precipitazioni durante la primavera e l’estate e l’aumento in autunno (fino al 19% in più), con segnale più intenso verso fine secolo, così come è verosimile l’aumento degli eventi estremi di precipitazione, in intervalli brevi di tempo».

Le dinamiche agricole del territorio potranno sopravvivere ai cambiamenti climatici in atto? A fare il punto, in questo caso, è stato Carlo Pirazzoli, docente del dipartimento di Scienze e tecnologie agro-alimentari all’Università di Bologna. «Una prima risposta – ha affermato nel suo intervento – è legata alla possibilità che le aziende agricole del territorio possano disporre di acqua nei momenti di forte siccità. Il fabbisogno di acqua in agricoltura è aumentato in modo considerevole, poiché per essere competitivi occorre produrre di più e meglio, con alta qualità. E’ inoltre probabile che in Emilia Romagna le precipitazioni estive si ridurranno e l’agricoltura potrà contare solo su 100-150 millimetri di pioggia nei mesi più caldi (o anche meno). Per il futuro, quindi, non sarà sufficiente contare sulla pioggia naturale, ma occorreranno delle “banche d’acqua”, per i momenti di maggiore siccità. Anche se la quantità assoluta di pioggia non è cambiata in modo apprezzabile, è la distribuzione anomala che può mettere in crisi le nostre produzioni. Di conseguenza, è necessario realizzare opere capaci di trattenere le acque nel momento di forti precipitazioni: bacini, invasi, recupero acque reflue».

Un altro fattore strategico è l’agricoltura di precisione. Esistono già anche diverse applicazioni al servizio dell’agricoltura, come Irriframe, che informa i coltivatori (circa 12 mila le imprese emiliano romagnole registrate) come e quando usare l’acqua in modo efficiente. Altri consigli riguardano l’approccio ai mercati. «Per il futuro – ha suggerito Pirazzoli – sempre più la competizione sulle produzioni agricole va ricercata a livello territoriale e dunque occorre attrezzarsi per un marketing territoriale più incisivo».

lo.mi. 

L”articolo completo su «sabato sera» del 22 marzo.

Nella foto (scattata quest”anno a Casola Valsenio): fiori di mandorlo ghiacciati

Ambiente, servono «banche d'acqua» per contrastare le estati aride. Le previsioni Arpae
Cronaca 27 Marzo 2018

Domenica notte una scia luminosa ha attraversato i cieli italiani. Cos'era esattamente?

Domenica notte una lunga scia luminosa, durata più di trenta secondi, ha attraversato i cieli italiani ed è stata ben visibile al Sud, oltre che in Toscana e nel Lazio. Un meteorite, un razzo o un oggetto non identificato sono state le ipotesi a caldo della gente. Ma cos”era esattamente? 

Si è trattato di una parte della capsula Soyuz Ms-08 che, dopo essere partita dal Kazakistan mercoledì scorso con direzione Iss (Stazione Spaziale Internazionale) una volta esaurito il suo compito si è staccata raggiungendo l”atmosfera terrestre. Infuocandosi ha poi dato vita ad una suggestivo lampo visibile su gran parte del nostro paese. «Non so se ci siano stati dei ritrovamenti – commenta a il mordanese Germano Bianchi, responsabile della Croce del Nord e del progetto Detriti spaziali della Stazione di Medicina – ma i frammenti sono caduti nel Mediterraneo centrale, in Libia o in Egitto. In teoria potrebbe essere stata interessata la Sicilia, ma il tratto di attraversamento è così breve che la probabilità che un pezzo sia caduto proprio lì, anche se possibile, è molto bassa».

Video, segnalazioni e foto con gli smartphone hanno fatto subito il giro del web, in attesa che nei prossimi giorni cada sulla Terra la stazione cinese Tiangong-1…

d.b.

Nella foto: la traiettoria della parte della capsula staccata che ha causato la scia luminosa

Domenica notte una scia luminosa ha attraversato i cieli italiani. Cos'era esattamente?
Sport 27 Marzo 2018

Golf, dopo due anni torna il tricolore Open al Club Le Fonti di Castello

Due anni dopo, sarà ancora tricolore Open al Golf Club Le Fonti. Dopo l’edizione del 2016, tornerà infatti a Castel San Pietro l’Italian Pro Tour di golf, con prima tappa proprio al «Le Fonti» dal 4 al 7 aprile.

Il torneo avrà un montepremi di 50.000 euro e vi parteciperanno molti big del panorama golfistico italiano: tutti presenti, infatti, i 6 giocatori piazzati dal 7º al 12º posto del ranking nazionale nel 2017 (Francesco Laporta, Lorenzo Gagli, Luca Cianchetti, Alessandro Tadini, Enrico Di Nitto e Joon Kim), oltre ad un gigante che ha scritto pagine importanti del golf italiano come Emanuele Canonica, oggi 47enne, vincitore nel 2005 del Johnnie Walker Championship in Scozia.

Saranno 120 i giocatori in tabellone (100 prof, 10 wild card e 10 dilettanti), con una formula che prevede 36 buche di qualificazione e altrettante finali, a cui accedono solo i primi 40 professionisti classificati (più i pari merito al 40° posto e i dilettanti il cui punteggio non sia superiore a quello del 40° professionista classificato). Il torneo verrà preceduto dall’evento Pro Am Eneos Motor Oil, in programma martedì 3 aprile, con squadre composte da un professionista e 3 dilettanti.

r.s.

Nella foto (dalla pagina facebook del Golf Club Le Fonti): uno scorcio del green

Golf, dopo due anni torna il tricolore Open al Club Le Fonti di Castello
Cronaca 26 Marzo 2018

Incidente nella notte, in pezzi le lapidi dedicate ai Lavoratori ingiustamente licenziati

Qualche mese fa a causa di un incidente è andata in pezzi la statua di San Francesco del viale dei Cappuccini, ieri sempre un incidente ha danneggiato le due lapidi dedicate ai Lavoratori ingiustamente licenziati che si trovavano sulla rotonda tra le vie della Resistenza, Selice e Galvani. Il tutto è accaduto poco dopo l’una di domenica, un’auto, proveniente da via della Resistenza, non ha imboccato la rotatoria ed è finita sulla rotonda.

Il conducente, un uomo di 56 anni di Castel Guelfo, è uscito illeso dall’urto. Non a caso l’allarme alla polizia è giunto da alcune segnalazioni di automobilisti di passaggio che segnalavano un mezzo abbandonato sulla rotatoria. Invece quando le pattuglie sono intervenute hanno trovato il guelfese sul posto, poco lontano dall’auto danneggiata e immobile. Le lapidi erano in pezzi a terra in mezzo al”erba.  

Ora Area blu, la società in house che per il comune si occupa della gestione e mantenimento del patrimonio pubblico, sta facendo un sopralluogo per capire se le lapidi si possono aggiustare e riutilizzare o debbono essere rifatte del tutto, a quel punto il Comune deciderà il da farsi: “L’intenzione è comunque di averle a posto, compatibilmente con i tempi tecnici, per il 1° maggio, anniversario dell”intitolazione”.  

Non vi sono altri mezzi coinvolti e il conducente dell”auto è risultato negativo all’alcoltest. A suo carico però c’è la sanzione amministrativa per danneggiamento di segnaletica stradale e opera pubblica, ovvero 41 euro di multa.

l.a.

Nella foto le lapidi danneggiate

Incidente nella notte, in pezzi le lapidi dedicate ai Lavoratori ingiustamente licenziati

Cerca

Seguici su Facebook

ABBONATI AL SABATO SERA