Dal 1 gennaio 2018 stop ai sacchetti di plastica gratis. E’ già polemica tra i consumatori
Con l”anno nuovo non ci sono solo gli aumenti delle bollette di luce e gas a preoccupare gli italiani, ma l”avvento del 2018 ha portato ad un”importante novità anche per i consumatori e per tutte le attività che consentono l”asporto dei prodotti. Dal 1 gennaio, infatti, come recita l’articolo 9-bis della legge di conversione n. 123 del 3 agosto 2017 (il Decreto Legge Mezzogiorno) «le borse di plastica non possono essere distribuite a titolo gratuito e a tal fine il prezzo di vendita per singola unità deve risultare dallo scontrino o fattura d’acquisto delle merci o dei prodotti trasportati per il loro tramite». Un esempio classico sono le borse di plastica in materiale ultraleggero come quelle tipicamente usate per avvolgere il pesce venduto al banco o per imballare alimenti sfusi come la frutta e la verdura che ora sono a pagamento, mentre restano escluse della normativa le borse in carta, in tessuti di fibre naturali, in fibre di poliammide e di materiali diversi dai polimeri.
Possono liberamente circolare, fatto salvo l’obbligo di cessione a titolo oneroso, le borse di plastica biodegradabili e compostabili, nonché le borse di plastica riutilizzabili che rispondano esclusivamente a queste caratteristiche: borse di plastica riutilizzabili con maniglia esterna con spessore della singola parete superiore a 200 micron e contenenti una percentuale di plastica riciclata di almeno il 30% oppure con uno spessore della singola parete superiore a 100 micron e contenenti una percentuale di plastica riciclata di almeno il 10% per i generi non alimentari; borse di plastica riutilizzabili con maniglia interna con spessore della singola parete superiore a 100 micron e contenenti una percentuale di plastica riciclata di almeno il 30% oppure con spessore della singola parete superiore a 60 micron e contenenti una percentuale di plastica riciclata di almeno il 10% per prodotti diversi dai generi alimentari.
E i consumatori come l”hanno presa? E” bastato poco per far scattare la polemica e sui social hanno già iniziato a circolare foto di arance, mele o zucchine pesate ed etichettate una ad una, per evitare di usare così il sacchetto, mentre altri hanno già “intimato” che nei prossimi giorni faranno lo stesso anche, ad esempio, per le noci. Questa novità, secondo l”Osservatorio di Assobioplastiche, costerà agli italiani tra i 4,17 e i 12,51 euro all”anno, per un consumo medio di ogni cittadino di 150 sacchi nello stesso periodo.
Nella foto (Ansa): sacchetti plastica ”bio” e a pagamento.