Burattini di fine ”900 e dipinti in mostra alla sala Auditorium di Medicina
Negli anni ”30 il burattinaio bolognese Agostino Serra era solito andare a Medicina per fare divertire i bambini delle scuole elementari Vannini con i suoi burattini. Burattini particolari, perché creati agli inizi del ‘900 dai fratelli Frabboni (Filippo, Emilio e Augusta), una delle più importanti famiglie di burattinai bolognesi. Ora quelle piccole opere d”arte, che Serra donò alla scuola al momento del suo ritiro e che nel 2001 furono portati al Museo civico (grazie alla donazione dell’allora direttore didattico Gattei e alla dedizione di Anna Maria Brini e Giuliana Sarti occupatesi di una prima fase di riordino e ripulitura), vengono messi in mostra in un”esposizione che inaugura sabato 3 febbraio alle ore 11 nella sala Auditorium in via Pillio 1 e che si intitola Baracca e Burattini. Catalogati da Paolo Parmiggiani dell”Ibc dell”Emilia Romagna, sono 155 pezzi tra burattini, bellissime scenografie, abiti ed attrezzerie varie.
Le teste dei burattini sono state scolpite da Emilio Frabboni. «I tratti del volto sono inconfondibili per le espressioni sobrie e contenute – si legge nella brochure dell”evento -. Le pupille degli occhi sono borchie metalliche dipinte, mentre il contorno è colorato ad imitazione degli ombretti degli attori. I capelli spesso sono veri ed applicati alla testa come parrucche mentre il collo è conico per garantire un saldo fissaggio degli abiti». Gli abiti indossati dai burattini furono probabilmente realizzati dalla sorella Augusta. «Su alcuni compare il timbro “Filippo Frabboni-Burattinaio-Bologna” – si legge ancora -. Il camiciotto (o buratto) è realizzato secondo la tradizione bolognese: un tessuto di canapa interno è cucito al vestito su cui è applicato un gilet con bottoni completato da un abito supplementare. I personaggi femminili della raccolta sono costruiti diversamente da quelli maschili in quanto mossi da un bastone inserito in un busto di legno che conferiva il portamento femminile. Moltissimi gli accessori di scena: dalle corone ai diademi, dai cestini alle borse, dalle spade ai fucili. I fondali, di grandi dimensioni, sono ventisei. La maggior parte di essi è dipinta a tempera e rappresenta paesaggi, scorci di città, interni di abitazioni di vario genere, l’autore si firma G. Rubbiani. Alcuni fondali sono doppi, formati, cioè, da fondale e principale per meglio rendere la prospettiva dello scenario».
Ad occuparsi di spolverare, pulire, stirare i vestiti e rietichettare i burattini sono stati i volontari del Gruppo Acrasma, insieme a Marta Tugnoli, tirocinante universitaria. In contemporanea (l’inaugurazione è alle ore 10.30) si potrà ammirare la mostra pittorica Il teatro della vita di Vittoriana Benini, con soggetti legati al mondo del teatro e delle maschere.
La mostra sarà visitabile fino al 18 febbraio (sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18, giovedì dalle 10 alle 12).
Nella foto: un burattino