Imposte pubblicitarie non dovute, il Comune rimborsa otto società per più di 22.500 euro
Più di 22.500 di rimborsi per imposte pubblicitarie versate in eccesso da otto aziende e società fra il 2013 e lo scorso anno. Il Comune di Imola mette mano al portafoglio a seguito di una sentenza della Corte costituzionale che ha messo ordine nella materia.
La legge n. 449 del 27 dicembre 1997 stabiliva che le imposte per la pubblicità «possono essere aumentate dagli enti locali fino ad un massimo del 20 per cento a decorrere dal 1° gennaio 1998 e fino ad un massimo del 50 per cento a decorrere dal 1° gennaio 2000 per le superfici superiori al metro quadrato, e le frazioni di esso si arrotondano al mezzo metro quadrato», spiega la determina del Servizio tributi associato.
Anni dopo, con la legge n. 208 del 2015, si interpreta l’abrogazione dell’articolo 11 della normativa precedente, stabilendo allo stesso tempo che l’abrogazione non ha effetto per i Comuni che si fossero già avvalsi della facoltà di aumentare le imposte prima dell’entrata in vigore della nuova legge.
E’ a quel punto che la Corte costituzionale, con la sentenza n. 15 dello scorso anno, ha stabilito che «venuta meno la norma che consentiva di apportare maggiorazioni all’imposta, gli atti di proroga tacita avrebbero dovuto ritenersi semplicemente illegittimi, perché non poteva essere prorogata una maggiorazione non più esistenti».
Le aziende e società a beneficare del rimborso sono, in ordine di importo, Avip Italia srl (8.776,80 euro), Affi Servizi (7.398,24 euro), Emmeci Pubblicità snc (2.351,29 euro), Le Idee srl (1.668 euro), Wayap srl (1.160 euro), Pubbli Città spa (319,50 euro), Publiarcom Segnal srl. (721 euro) e Pubbliuno srl (124 euro, divisi in due rimborsi da 93 euro e da 31 euro). (r.cr.)