Poco personale e disservizi per Poste Italiane in Emilia Romagna: i sindacati proclamano stato di agitazione e sciopero dello straordinario
Carenza di personale, lavoro precario e a oltranza per le lunghe code, disservizi e rapporti incrinati con la cittadinanza con episodi di intolleranza e violenza verbale nei confronti degli addetti. Sono solo alcune delle criticità che hanno portato Slc-Cgil e Uilposte a far scattare lo stato di agitazione con sciopero dello straordinario degli addetti di Poste Italiane Spa in tutta l’Emilia Romagna.
Da mesi i sindacati denunciano difficoltà presenti negli uffici postali e nei centri di recapito e smistamento della nostra regione. Difficoltà che si sommano alle lamentele degli utenti, cittadini e aziende, per i fortissimi ritardi nella consegna della posta, vedi lo stesso sabato sera, con veri e propri disservizi (bollette di pagamento consegnate dopo la scadenza).
“La carenza di personale nei diversi ambiti aziendali e l’emergenza sanitaria ancora in atto, hanno avuto come conseguenza un peggioramento delle condizioni lavorative – dettagliano i sindacati -. Inoltre, il venir meno di una corretta erogazione del servizio postale ha incrinato i rapporti con la cittadinanza. Nel recapito, il ricorso massiccio al lavoro precario ha avuto ripercussioni sulla qualità del servizio e sui tempi di consegna della corrispondenza”.
Se i portalettere sono in crisi, anche gli addetti allo sportello non sono da meno. “Abbiamo uffici postali razionalizzati e doppi turni chiusi al pomeriggio – prosegue la nota di Antonio Rossa, coordinatore regionale Slc-Cgil, e Daniele Vigilante, segretario regionale Uilposte -, che costringono la clientela a spostarsi dove gli uffici sono aperti generando lunghe code in attesa”.
La situazione sta ovviamente generando attrito con gli utenti tanto che “in alcuni uffici postali si assiste quotidianamente a episodi di intolleranza e di violenza verbale nei confronti degli addetti – rimarcano i sindacati -. La carenza di personale e l’emergenza sanitaria stanno producendo importanti disservizi e un aumento dello stress lavoro correlato”.
La mobilitazione proseguirà fino all’1 marzo per portare all’attenzione pubblica una vertenza “che coinvolge migliaia di lavoratori, ma anche milioni di cittadini che hanno il diritto, in questa regione, di avere un servizio pubblico essenziale e universale di qualità” concludono i sindacalisti. (r.cr.)