Un evento epocale, che non ha pari nell’intero Paese, per tipologia dei fenomeni tra frane e alluvioni. Per il quale serve in decreto speciale aldilà risorse stanziate finora dal Governo. “Abbiamo bisogno che il governo adotti un decreto speciale per la ricostruzione e per far sì che la Regione possa adottare provvedimenti rapidi per il risarcimento danni. Dopo lo stanziamento di 2 miliardi per le imprese e per il sollievo fiscale occorrerà un intervento speciale per la montagna dove la sistemazione delle frane comporterà tempi più lunghi”. Queste le parole di Irene Priolo, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna con delega alla Protezione civile, intervenuta questa mattina in Assemblea legislativa con una comunicazione urgente. Una seduta che si è aperta con un minuto di silenzio per ricordare le vittime (15) di un’ondata di maltempo che il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha definito “un terremoto”.
Priolo snocciola numeri impressionanti: 350 milioni di metri cubi d’acqua caduti nell’areale più colpito (800 kmq. di territorio), 100 comuni coinvolti, 23 fiumi e corsi d’acqua esondati, altri 13 che hanno visto superamenti del livello d’allarme, migliaia di frane (376 le principali) tra collina e montagna, 173 le pompe idrovore in azione. La Protezione civile regionale, ha sottolineato Priolo, sta intervenendo con 63 cantieri per mettere in sicurezza i fiumi: alcuni (Idice, Sillaro) hanno cambiato corso. “Sono andati in crash i Consorzi di bonifica, abbiamo bisogno che tornino a funzionare i canali”. I punti critici sono Conselice, a causa di una situazione particolare del territorio, e Faenza, dove l’acqua è arrivata al secondo piano di alcune case.
15 morti, quasi 40mila sfollati e danni stimati per oltre 7 miliardi. “Occorre un decreto che ci permetta di aiutare i nostri cittadini e, in parallelo, mettere in campo i progetti per la ricostruzione, in tempi brevissimi”. (r.cr.)
Irene Priolo a Imola durante l’incontro con i sindaci in occasione dell’ondata di maltempo precedente di inizio maggio
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