Taglio del nastro a Castel San Pietro per il nuovo invaso Laghetto
Il nuovo Laghetto da 100mila metri cubi d’acqua, è stato inaugurato questa mattina Castel San Pietro. È un invaso realizzato dal Consorzio della Bonifica Renana, sul terreno reso disponibile dal Comune, che ha caldeggiato il progetto sin dalla precedente Giunta Tinti, ed è costato 2 milioni per un terzo a carico dalla stessa Bonifica e per due terzi dal Piano regionale di sviluppo rurale regionale. Raccoglie sia le acque di pioggia dello scolo Laghetti sia le acque trattate in uscita dal depuratore comunale. L’obiettivo è dare acqua alle coltivazioni a valle, quelle della campagna castellana a nord, troppo lontane dalla rete del Canale emiliano romagnolo. Vista la relativa novità dell’impiego di acque reflue del depuratore per irrigare, è previsto un monitoraggio continuo dell’Università di Bologna, per la verifica della qualità.
Al taglio del nastro questa mattina era presente l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, che ha sottolineato come queste opere siano strategiche ed indispensabili per il futuro agroalimentare di qualità della nostra regione e delle produzioni ortofrutticole tipiche del bolognese. «L’invaso Laghetto deve diventare il prototipo per molti altri bacini irrigui, simili, a fonte mista ed interconnessa, per dare un fonte irrigua certa al territorio, anche attraverso il riutilizzo delle acque depurate».
«Per completare il quadro – spiega Valentina Borghi, presidente della Renana – con i fondi del Pnrr stiamo realizzzando il dragaggio dei sedimenti accumulati nei principali canali consortili (Lorgana, Garda e Menata), recuperando così la loro originaria capacità d’invaso. Un intervento di rigenerazione idraulica per almeno 500mila metri cubi di capacità, che raggiunge due obiettivi: l’aumento della capacità di difesa idraulica (grazie ad un maggior volume di stoccaggio delle acque di piena) e di risorsa idrica di superficie a fini irrigui durante la stagione estiva».
Inoltre, la Bonifica sta programmando il riutilizzo a scopo di accumulo idrico di cinque aree di ex cava nella pianura bolognese. «Invasi e canali irrigui svolgono anche importanti funzioni ambientali: è stato calcolato che, per ogni 4 euro di Pil agroalimentare che l’irrigazione consente, almeno 1 euro è relativo ai benefici ecosistemici per la biodiversità, il contrasto alla desertificazione e la conservazione di un paesaggio rurale storico» dice Borghi.
Con l’occasione era presente Francesco Vincenzi, presidente nazionale dei Consorzi di Bonifica (Anbi), che da anni si batte per il cosiddetto «piano Laghetti» proposto insieme a Coldiretti. «Il nostro obiettivo – ha spiegato – è che in Italia, come succede negli paesi dell’Europa mediterranea, si possa arrivare a trattenere e a conservare almeno il 35% dell’acqua che piove in un anno. Attualmente solo l’11% viene raccolta e conservata per gli utilizzi irrigui, produttivi ed energetici». (r.e.)
Nella foto: il sindaco di Castel San Pietro Fausto Tinti, il presidente Anbi Francesco Vincenzi, la presidente della Bonifica Renana Valentina Borghi, l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi