«Siamo contrari a qualsiasi riduzione del perimetro pubblico nella gestione dei servizi sanitari. Qualora il progetto non venga fermato la risposta sindacale sarà la mobilitazione». Dura presa di posizione dei sindacati di categoria, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl contrari all’ipotesi dell’Ausl di Imola di esternalizzare la Residenza per trattamenti intensivi del Dipartimento di salute mentale e dipendenze patologiche (Dsm-Dp).
A metà giugno l’Azienda usl ha informato i sindacati che avrebbe chiuso temporaneamente la struttura, attualmente collocata presso l’ospedale nuovo, per permettere ai dipendenti di fare le ferie estive (complessivamente 6 infermieri e 6 Oss); per dare continuità nella gestione dei pazienti era stata attivata una convenzione con una struttura privata (Villa Azzurra). «Già in quella occasione la delegazione sindacale aveva espresso il timore che potesse essere il preludio di una chiusura definitiva, esprimendo l’assoluta contrarietà verso decisioni di quel tipo. Purtroppo dobbiamo dire che avevamo ragione» annotano Erika Ferretti per la Fp Cgil Imola, Stefano Franceschelli per la Cisl Fp e Giuseppe Rago per la Uil Fpl. In questi giorni, è arrivata la comunicazione «che la convenzione con la struttura privata si protrarrà fino al 31 dicembre 2023, e che si prevedono ipotesi di esternalizzazione del servizio verso un gestore privato».
La Residenza per trattamenti intensivi (8 posti letto più 2 di night hospital) accoglie pazienti in condizioni di scompenso psicopatologico con una degenza media di 30 giorni rinnovabili e non va confusa con il vicino reparto per acuti Spdc (Servizio psichiatrico di diagnosi e cura) che fa sempre capo alla rete di servizi del Dsm.
«Non riteniamo che il personale impiegato dal gestore privato sia meno professionale – concludono i sindacati -, ma non vogliamo assolutamente che si proceda a un depotenziamento dei servizi gestiti direttamente dalla Ausl».
l.a.
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