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Cronaca 8 Marzo 2021

“Un Otto marzo indimenticabile”, quando distribuire la mimosa era reato… Un racconto di Adriana Lodi

C’è stato un tempo, non troppo lontano, quando anche distribuire la mimosa poteva portare in carcere. Lo racconta Adriana Lodi nel libro “Raccontami una favola vera – Biografia di una politica: Adriana Lodi», scritto insieme alla giornalista Laura Branca. A breve sarà pubblicato dalla Bacchilega Editore (marchio della Cooperativa Bacchilega).

Questo un breve ed emblematico assaggio, dedicato a tutte le donne. Anzi a tutti i cittadini e le cittadine:

Un Otto marzo indimenticabile

L’otto marzo del 1955 è rimasto impresso in modo indelebile nella mia memoria. Quella mattina ero alla Camera del lavoro quando squillò il telefono: «Hanno arrestato tua sorella». Dissero e io incredula chiesi: «Mia sorella! Ma ne siete certi? E soprattutto perché?». «Perché ha distribuito la mimosa davanti alla Ducati» mi rispose la voce all’altro capo del telefono. Dopo poco venni a sapere tutta la storia. Angela era stata portata con altre tre donne alla stazione dei carabinieri di Borgo Panigale per essere interrogata.

I «corpi del reato» erano le mimose e il reato contestato era: «Questua  abusiva». Era  infatti  vietato  per  legge  mendicare  senza  autorizzazione  e  la  distribuzione  della  mimosa  ad  offerta  libera  fu  giudicata dai poliziotti come accattonaggio.

Il mattino dopo fecero un processo per direttissima in tribunale anche ad Angela, che era la più piccola del gruppo ed era ancora minorenne.  Prima  di  emettere  la  sentenza  il  giudice  le  chiese  se  fosse pentita di quello che aveva fatto ma lei rispose con orgoglio, anche davanti ai giudici, che non aver fatto nulla di male nel distribuire dei fiori.

Anche  questo  episodio  sembra  una  piccola  favola,  anche  questa  storia però è vera. Sono fatti che succedevano.

Nelle favole ci sono momenti gioiosi e altri momenti come questo, colmi di contraddizioni, di tristezza e fatti di rabbia. Mia sorella rimase in carcere per alcune settimane. Una sorpresa di un 8 marzo ormai lontano. 

CHI E” ADRIANA LODI
Adriana Lodi è nata nel ’33, fu prima sindacalista della Cgil, poi assessore nelle giunte dei sindaci bolognesi Dozza e Fanti. Nel 1969 entrò in Parlamento tra le fila del Pci, si è sempre impegnata in particolare per i diritti civili e i diritti delle donne. Fu capogruppo alla Camera; insieme all’amica e collega Nilde Iotti, lavorò, tra le altre cose, alla stesura e approvazione della legge 194 del 1978, che ha autorizzato e regolamentato l’interruzione di gravidanza in Italia. Ma fu anche amministratrice a Bologna. Lavoro per la costruzione di una rete di asili comunali, che porterà ad inaugurare il primo nido bolognese nel 1969, in anticipo rispetto alla legge nazionale del 1971, di cui lei stessa sarà fautrice. La sua attività come deputata si è conclusa nel 1992. Oggi abita ad Ozzano Emilia con la famiglia.

Nella foto Adriana Lodi in occcasione del conferimento di una targa da parte del Comune di Ozzano nel 2019

Ozzano Emilia

“Un Otto marzo indimenticabile”, quando distribuire la mimosa era reato… Un racconto di Adriana Lodi
Cronaca 19 Febbraio 2021

Terminati i lavori di manutenzione al centro diurno per anziani «Il Melograno» di Ozzano

Si sono conclusi in questi giorni i lavori di manutenzione straordinaria al centro diurno per anziani «Il Melograno» di via Aldo Moro a Ozzano Emilia.

Complessivamente, si tratta di un intervento da oltre 35 mila euro che ha riguardato l’ampliamento di uscite di sicurezza, cancelli di accesso (sia carrabile che pedonale), ma soprattutto della vetrata di ingresso, che rende i locali molto più fruibili e luminosi anche nella brutta stagione.

A pieno regime la struttura, gestita dalla cooperativa Quadrifoglio, avrebbe una disponibilità di 17 posti, attualmente ridotti a 14 a seguito della nuova organizzazione richiesta dalle norme di prevenzione anti Covid-19. (r.cr.)

Nella foto: centro diurno per anziani «Il Melograno» di via Aldo Moro a Ozzano Emilia

Terminati i lavori di manutenzione al centro diurno per anziani «Il Melograno» di Ozzano
Cronaca 25 Settembre 2020

Anp e Donne in Campo di Cia Imola donano sedie a rotelle alla residenza per anziani «Fiorella Baroncini»

Nei mesi più duri dell’emergenza Coronavirus la Residenza per anziani «Fiorella Baroncini» si è distinta per non aver avuto alcun contagio tra i suoi ospiti. Impegno e competenza che i pensionati del settore agricolo e le donne imprenditrici aderenti a Cia – Agricoltori Italiani Imola hanno deciso di ringraziare donando alla struttura quattro sedie a rotelle.

Presenti alla cerimonia di consegna, Renata Rossi Solferini, presidente Asp Circondario Imolese, Luana Tampieri, presidente di «Donne in Campo» Emilia-Romagna e imprenditrice agricola imolese e Marta Brunori, presidente dell’Anp Imola (Associazione Nazionale Pensionati). «È un dono bellissimo – ha commentato Renata Rossi Solferini – e molto apprezzato perché carrozzine nuove, due delle quali antiribaltamento, garantiscono sempre più il benessere e la sicurezza dei nostri ospiti. Credo che questo gesto possa diventare un esempio, perché se tutte le associazioni donassero lo stesso numero di carrozzine, riusciremmo a rinnovare tutti i presidi nelle strutture Asp. Inoltre ogni dono è gradito dopo un periodo così difficile, durante al quale abbiamo lavorato notte e giorno per salvaguardare gli anziani, tanto che nelle nostre residenze, una delle quali proprio a Medicina in piena “zona rossa” non abbiamo avuto contagi tra personale e ospiti».

Anche Marta Brunori, presidente di Anp, ha ribadito l’eccellenza della sanità imolese e il grande impegno di tutto il personale sanitario. «La nostra sanità prima, dopo e anche in questa fase post- emergenza si è contraddistinta per la qualità dei servizi e la tempestività degli interventi. Per questo abbiamo deciso di ringraziare, con un piccolo gesto, le strutture e le persone che si sono impegnate nei mesi scorsi per proteggere i più fragili» A chiusura della cerimonia è intervenuta anche Luana Tampieri. «La situazione pandemica ha riguardato e continua a riguardare tutti noi in prima persona e l’intera comunità. Spero che questo gesto sia un traino per altre donazioni, perché penso che solo con la solidarietà si possano superare insieme i momenti difficili». (da.be.)

Nella foto: la cerimonia di consegna delle sedie a rotelle

   

Anp e Donne in Campo di Cia Imola donano sedie a rotelle alla residenza per anziani «Fiorella Baroncini»
Cronaca 8 Luglio 2020

Cresce il numero delle famiglie nella città metropolitana di Bologna, ma diminuiscono i componenti

Sono 492.529 le famiglie nella città metropolitana di Bologna al 31 dicembre 2019, 3.779 in più rispetto all”anno precedente e ben 13.370 in più rispetto al 2013. È quanto emerge dai dati pubblicati sull’Atlante statistico metropolitano aggiornati dall’Ufficio statistica di Palazzo Malvezzi.

Da decenni è in atto un processo di semplificazione delle strutture familiari che vede da un lato la crescita del numero di famiglie, dall’altro la contrazione del numero medio di componenti, in dieci anni diminuito da 2,10 al 2,05, a causa del forte aumento del peso delle famiglie con uno o due componenti.
In particolare sono in aumento le monocomponenti pari al 43% (nel 2013 erano il 41,3%) percentuale che supera il 50% nel comune capoluogo.
Più della metà delle famiglie con un componente sono costituite da donne, mentre la fascia di età prevalente nelle monocomponenti è quella con più di 64 anni.
Le famiglie con almeno un componente straniero rappresentano il 12,9% di tutte le famiglie, in aumento di un punto percentuale in meno di dieci anni.
Stabile la percentuale di famiglie con almeno un componente anziano (36,6%), mentre in calo quelle con almeno un minorenne (12% rispetto al 12,5% di cinque anni prima). (r.cr.)

Nell”immagine, l”infografica realizzata dalla Città metropolitana

Cresce il numero delle famiglie nella città metropolitana di Bologna, ma diminuiscono i componenti
Cronaca 21 Giugno 2020

Coronavirus, a Imola rimangono 7 positivi. Nel bolognese alcuni focolai familiari. Da domani via libera ai Centri diurni e ai nuovi inserimenti nelle case di riposo

Fine settimana senza alcuna variazione di contagi e guarigioni sul fronte Coronavirus nei dieci comuni del circondario di Imola. Ad oggi rimangono solo 7 casi ancor attivi: 3 a Medicina, 2 ad Imola, 1 a Dozza ed 1 residente fuori territorio. Il totale delle persone positive refertate dall’Azienda usl di Imola dall’inizio dell’epidemia è di 402; i morti sono stati 39.  

Nel resto dell’Emilia Romagna continuano a registrarsi alcune decine di positivi ogni giorno: molti sono asintomatici individuati durante gli screening voluti dalla Regione sulla popolazione, altri riguardano alcuni focolai familiari individuati e tracciati. In particolare, nella provincia di Bologna dove ieri erano riconducibile a ciò 9 dei 28 nuovi casi e oggi 14 su 24.  Il totale in regione è salito così a 28.221, ma continua comunque a scendere il numero dei malati effettivi (ancora positivi) oggi a quota 1.172. I pazienti in terapia intensiva sono 12, quelli ricoverati negli altri reparti Covid 131. Purtroppo, si registrano anche nuovi decessi, complessivamente, i morti per e con Covid-19 sono arrivati a quota 4.231 in Emilia Romagna. 

Questo non toglie il procedere della nuova normalità dopo l’epidemia. Da domani la Regione ha disposto la ripresa delle attività anche per i Centri diurni per anziani, così come sono state definite le modalità per consentire l’accesso di nuovi ospiti e pazienti alle strutture residenziali per anziani e per persone con disabilità. Uno dei settori più delicati, vista la fragilità dell’utenza particolarmente a rischio col virus. Si completa così il percorso avviato la settimana scorsa con la riprese delle visite dei famigliari, seppure con nuove modalità stringenti per scongiurare contagi indesiderati (ad esempio acceso uno per volta e su appuntamento, incontri preferibilmente all’esterno). 

Ovviamente, così come accaduto per le visite dei famigliari, anche per Centri diurni e nuove ammissioni le strutture dovranno organizzarsi. Le Linee guida regionali prevedono, tra le altre cose, attività individuali o in piccoli gruppi (massimo 7 persone) ma potrà essere programmata l”apertura anche nei fine settimana e nel periodo estivo ed essere ampliata la fascia oraria giornaliera. I Centri diurni contigui ad una struttura residenziale dovranno assicurare la completa separazione strutturale e organizzativa per poter riaprire. 

Tra le principali misure da adottare per i nuovi inserimenti nelle case di riposo accreditate, invece, c’è l’obbligo, 2-3 giorni prima dell’ingresso, di effettuare il tampone naso-faringeo per il Covid-19, e una valutazione clinica per verificare l’assenza di sintomi. Inoltre, occorre prevedere una zona dove il nuovo ospite osserverà una sorta di “isolamento” di 14 giorni con tutte le accortezze del caso prima di partecipare alle normali attività.  

Nelle strutture non è consentito l’accesso ad ospiti Covid-19 ancora “attivi” ad eccezione delle “cra Covid” o strutture residenziali individuate a livello territoriale per questo scopo. (l.a.)

Nella foto tamponi nell”area drive-through davanti al pronto soccorso a Imola

Coronavirus, a Imola rimangono 7 positivi. Nel bolognese alcuni focolai familiari. Da domani via libera ai Centri diurni e ai nuovi inserimenti nelle case di riposo
Cronaca 15 Maggio 2020

Al Comune di Ozzano un nuovo mezzo per il trasporto di anziani e disabili

Questa mattina, nel piazzale del Municipio, al Comune di Ozzano sono state consegnate ufficialmente le chiavi del nuovo mezzo, un Ford Custom, destinato ai servizi sociali e che verrà utilizzato, dai volontari, allo scopo di garantire una migliore mobilità ai soggetti più deboli della comunità, alle persone svantaggiate, ai disabili ed agli anziani. La raccolta fondi presso le aziende del territorio, curata dalla Ditta PMG Italia per conto del Comune, si e’ svolta nei mesi di gennaio e febbraio 2020 e, a seguito delle restrizioni da Covid-19 e’ proseguita e terminata, fra molte difficoltà, ai primi di marzo, sostituendo i contatti diretti con le aziende, con delle telefonate e dei contatti social.

«La pandemia da COVID-19 ha sicuramente influenzato e rallentato il lavoro della ditta PMG Italia, incaricata di contattare e raccogliere i fondi dalle Aziende del territorio, ma non e” riuscita a fermare questo importante progetto. Ringrazio la referente di PMG Italia Antonietta Schembri per il prezioso lavoro svolto e ringrazio soprattutto le 27 aziende del nostro territorio che hanno creduto in questo progetto di “mobilità sociale” donando un contributo economico che ci ha permesso l”acquisto e la sistemazione del mezzo rendendolo idoneo anche al trasporto di disabili e carrozzine. I loghi delle aziende che hanno aderito  sono stati applicati al Ford Custom permettendo loro, cosi”, di farsi pubblicità, anche se la pubblicità piu” bella se la sono gia” fatta da soli aderendo al progetto e dimostrando una grande sensibilità verso il nostro Comune ed  in particolare verso la parte piu” debole della nostra Comunità». (da.be.)

Nella foto: il sindaco Luca Lelli e Antonietta Schembri di PMG Italia

Al Comune di Ozzano un nuovo mezzo per il trasporto di anziani e disabili
Cronaca 20 Aprile 2020

Coronavirus, a Mordano Caffè solidale a distanza per mantenere il contatto

Le persone anziane sono senz’altro la categoria più colpita dall’epidemia da Coronavirus sia dal punto di vista fisico che psicologico. Se i medici e gli infermieri stanno facendo di tutto per vincere la battaglia contro il virus nelle corsie d’ospedale, tanti altri angeli stanno cercando di alleviare le sofferenze dei più deboli attraverso le più svariate forme di aiuto.
Tra questi, vanno annoverati anche gli animatori della cooperativa sociale Ida Poli, che stanno passando ore al telefono a parlare e tenere compagnia agli anziani, che, in tempi normali, frequentano abitualmente i Caffè solidali sparsi per il territorio.

«Non appena l’epidemia ha reso necessaria la sospensione degli incontri, gli animatori hanno proposto di contattare telefonicamente i nostri utenti per capire come stanno, se hanno bisogni particolari, per poi, eventualmente, passare le informazioni ai Comuni perché intervengano» racconta Marco Tullio, responsabile dell’area Animazione della coop. Ida Poli che da anni collabora con gli enti locali del circondario imolese nell’organizzazione degli incontri settimanali dedicati alla socialità della terza età. (Moira Orrù)

Ulteriori particolari nel numero del Sabato sera del 16 aprile

Coronavirus, a Mordano Caffè solidale a distanza per mantenere il contatto
Cronaca 12 Aprile 2020

Coronavirus, in via Venturini i contatti tra i «nonni» e i loro familiari si tengono con Skype

Dopo qualche difficoltà durante i primi giorni, in questo momento l’approvvigionamento dei presidi di sicurezza sta funzionando senza problemi». Roberta Tattini, presidente, e Letizia Bassi, responsabile dell’area Anziani, fanno il punto per la cooperativa Seacoop, che gestisce la Casa residenza anziani di via Venturini a Imola, con 134 ospiti e 74 operatori la più grande del circondario. «Sono state una boccata d’aria sia la donazione di seicento mascherine chirurgiche da parte di un cittadino che ha chiesto di rimanere anonimo, sia il materiale che il commissario ci ha messo a disposizione – aggiungono –. Adesso, però, ci riforniamo di tutto quello di cui abbiamo bisogno attraverso l’Ausl una o due volte a settimana».

E anche il clima all’interno della struttura si mantiene positivo. «La decisione di sospendere le visite dei familiari ha scombussolato tutti. Così, per sopperire, abbiamo dotato di Skype i computer a disposizione degli ospiti, perché possano effettuare delle videochiamate, e i coordinatori sono sempre raggiungibili al cellulare per aggiornare i familiari e metterli in contatto con i congiunti». Le attività di animazione sono state rimodulate seguendole indicazioni di sicurezza ma vanno avanti. «Gli ospiti sono tranquilli, nonostante vedano gli operatori con mascherine e grembiuli. Il momento è complicato ma stiamo tenendo bene». (lu.ba.)

Altri servizi relativi all”emergenza Coronavirus sono su «sabato sera» del 9 aprile

Nella foto tratta dal sito di Seacoop: interno della Cra di via Venturini

Coronavirus, in via Venturini i contatti tra i «nonni» e i loro familiari si tengono con Skype
Cronaca 19 Dicembre 2019

Tra i riconoscimenti ad Adriana Lodi anche la laura ad honorem in Pedagogia dall'Università di Bologna

Tempo di riconoscimenti per Adriana Lodi. L’ultimo è arrivato martedì 3 dicembre quando le è stata conferitala laurea ad honorem in Pedagogia dall’Università di Bologna «per l’alto impegno nel rinnovamento delle politiche educative nei confronti della prima infanzia e dei disabili, sia come assessore comunale che come parlamentare; per il suo ruolo di primo piano nella storia del welfare bolognese e nazionale, quale interprete fattiva e al tempo stesso lungimirante di una trasformazione culturale e insieme educativa, attenta ai bisogni dell’infanzia fin dai primi anni di vita e per aver contribuito a promuovere una cultura dell’inclusione che è diventata parte integrante del pensiero pedagogico dei nostri giorni, al punto da poter affermare oggi che ogni bambino è soggetto meritevole di attenzioni particolari».

Un mesetto prima era stato il sindaco di Bologna, Virginio Merola, a consegnarle il Nettuno d’Oro a 50 anni dall’apertura del primo asilo nido reso possibile «dalla sua lungimiranza». Nel mezzo, il Comune di Ozzano, città nella quale vive, ha voluto renderle omaggio. Già nel 2013 l’aveva insignita del premio «La Torre», ora «abbiamo voluto donarle una targa quale ringraziamento per aver tenacemente portato avanti e vinto la grande battaglia contro l’istituzionalizzazione degli anziani e dei bambini e per i risultati ottenuti a favore dei diritti delle donne e dei più deboli» spiega il sindaco ozzanese Luca Lelli. «Non mi aspettavo tanti riconoscimenti, ma sono felice di riceverli, vuol dire che qualcosa di buono ho fatto – ha commentato la Lodi -. Li appenderò tutti nel mio studio in casa e li conserverò con cura e tanta commozione». (r.cr.)

Tra i riconoscimenti ad Adriana Lodi anche la laura ad honorem in Pedagogia dall'Università di Bologna
Cronaca 18 Marzo 2019

Nessun problema grave nelle strutture per anziani del territorio, a buon punto i controlli dell'Azienda usl

Tutte le case famiglia e pressoché metà delle strutture socio-assistenziali autorizzate sono state controllate. Quest’anno si procederà con le rimanenti. Questo il punto sulla verifica a tappeto avviata l’anno scorso dall’Ausl di Imola in quello che è un servizio e un business davvero in espansione visto il numero di anziani crescente (nel circondario gli over 65 sfiorano il 24 per cento su una popolazione di 133.533 abitanti). Nel luglio scorso le case famiglia erano appena 8 nei nostri dieci comuni, oggi sono già 11 (sono tutte a Imola a parte una che è a Castel del Rio, l’ultima è stata aperta il 14 febbraio), invece le strutture pubbliche o private per anziani (le «vecchie» case di riposo o cra) sono 24.

In generale, «non abbiamo riscontrato violazioni o problemi gravi durante i controlli» rassicurano Cristina Bortolotti e Stefano Giuntini. Nelle case famiglia, dove oggi le indicazioni normative sono pressoché inesistenti, «abbiamo dato qualche consiglio – raccontano -. In un caso tenevano i farmaci in frigorifero, meglio fare un contenitore separato. In un altro abbiamo detto di scrivere almeno la scadenza sul ragù conservato nel congelatore. Ma qui da noi le case famiglia rispondono abbastanza alla motivazione per cui sono nate». Situazione tranquilla anche nelle cra: «L’irregolarità maggiormente diffusa è trovare uno o due ospiti in più rispetto a quelli autorizzati, cosa che comporta una sanzione, anche se, va detto, le condizioni igieniche e lo spazio erano sempre adeguati. A volte – aggiungono – occorrerebbe un po’ più di formazione per il personale, ma nel tempo abbiamo comunque visto una crescita della qualità».

Bortolotti e Giuntini sono coordinatrice infermieristica e tecnico della prevenzione, fanno parte delle task force che, durante i controlli a sorpresa, per circa quattro ore aprono frigoriferi, valutano igiene, pulizia o impianti, chiacchierano con personale e ospiti, verificano le qualifiche degli addetti e la correttezza delle terapie somministrate. L’assistenza residenziale per gli anziani è un sistema complesso e fondamentale, rivolto ad un’utenza fragile, che richiede attenzione e tutele per evitare abusi. Ogni volta che vengono scoperte situazioni come quella recente di San Benedetto Val di Sambro, dove gli anziani subivano maltrattamenti di ogni genere, montano rabbia e timori. Da qui la decisione dell’Emilia Romagna di puntare i riflettori sul settore, in particolare sulle case famiglia, quelle con massimo 6 posti letto. Strutture private non soggette ad esami preventivi, basta avere una casa con stanze sufficienti e una Scia al Comune per aprirne una.

L’anno scorso la Regione ha individuato delle Linee guida con dei requisiti minimi e chiesto alle Aziende sanitarie la ricognizione sull’esistente, con l’intenzione di proporre una vera e propria legge in merito se il Governo non prenderà un’iniziativa. Nei mesi scorsi la Conferenza sociosanitaria metropolitana (Ctssm) ha rilanciato chiedendo ai Dipartimenti di sanità pubblica delle Ausl di Bologna e Imola di predisporre un regolamento, sempre sulle case famiglia, mutuato per l’appunto dalle Linee guida. «Il testo definitivo – spiega Gabriele Peroni direttore del dipartimento Sanità pubblica – è stato presentato il 25 febbraio alla Ctssm, ora occorre che venga proposto ai Comuni e che questi lo recepiscano. Così avremo una “legge locale” cogente che permetterà, se un gestore non ottempera, di proporre ordinanze e sanzioni».

Il regolamento consentirebbe di agire subito in attesa della nuova norma regionale o nazionale. «Il fatto che sia di area vasta, metropolitano, permette di evitare la “migrazione delle strutture” oltre i confini comunali, come accaduto da altre parti per sfuggire» sottolinea Giuntini. Se gli enti locali dell’area bolognese l’approvassero rapidamente potrebbero fare da apripista per un immediato giro di vite sulle nuove aperture. Cosa prevede? «Bagni attrezzati per i disabili, ad esempio, e ospiti autosufficienti o con un lieve grado di non autosufficienza – elenca Peroni -. Qualora la persona perda l’autosufficienza è prevista una finestra di tre mesi durante la quale il personale dovrà essere incrementato per fornire un’assistenza adeguata e la famiglia organizzarsi per trovare un’altra collocazione».(l.a.)

L”articolo completo è su «sabato sera» del 7 marzo 

Nella foto Cristina Bortolotti, Stefano Giuntini e Gabriele Peroni

Nessun problema grave nelle strutture per anziani del territorio, a buon punto i controlli dell'Azienda usl

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