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Cultura e Spettacoli 6 Ottobre 2019

Si conclude con la serata finale aperta al pubblico lo «Stignani Competition», il concorso imolese dedicato alla lirica

Centootto cantanti da trentaquattro diversi Paesi di tutto il mondo. Conta tanti partecipanti la seconda edizione dello «Stignani Competition», concorso canoro dedicato alla lirica ideato dalla cantante tedesca-slovena Elvira Hasanagic e dal pianista imolese Francesco Frudua. Rispetto allo scorso anno, quando la competizione aveva coinvolto appena qualche decina di cantanti dato che era stata pensata come step finale di un masterclass di lirica, la seconda edizione dello Stignani Competition ha letteralmente inondato Imola di cantanti da tutto il mondo, dalla Russia all’Australia, dalla Cina alla Corea, dall’Islanda alle Filippine.

Il concorso è frutto della collaborazione tra la città di Imola, con il teatro comunale Ebe Stignani, e l’Internazionale Musikverein Ebe Stignani di Monaco ed è naturalmente dedicato alla mezzosoprano italiana conosciuta in tutto il mondo che ha vissuto gli ultimi anni di vita proprio a Imola. Le fasi eliminatorie per i centootto cantanti sono iniziate mercoledì 2 ottobre, a porte chiuse all’interno del teatro comunale. Sempre riservate sono state anche le semifinali, con solo venticinque cantanti a sfidarsi. La serata finale di oggi, domenica 6 ottobre  è invece aperta al pubblico, che potrà gratuitamente assistere alle esibizioni dei dieci finalisti impegnati ciascuno con due arie. Non solo: a metà fra un Sanremo e un Amici, i presenti saranno chiamati a esprimere il proprio giudizio da cui dipenderà il Premio del pubblico, una targa consegnata dalla sindaca Manuela Sangiorgi e la possibilità di concerti durante il corso della stagione concertistica europea.

Una possibilità, quella dei concerti, che si giocheranno anche i primi tre classificati, oltre ad una somma in denaro da tremila euro per il vincitore, duemila per il secondo classificato e mille per il terzo. «Il valore dello Stignani Competition sta proprio nel fatto che punta a far emergere i talenti pronti per una carriera da professionisti della lirica – spiega uno degli organizzatori, Francesco Frudua -.Il nostro è un concorso per creare possibilità reali, per questo non abbiamo imposto limiti di età ai partecipanti, che dovranno essere preparati tanto nel canto quanto nella presenza scenica». A giudicarli, infatti, sarà una giuria tecnica formata da direttori di teatri e festival, oltre ad agenti e imprenditori del mondo dello spettacolo.

«Sarà un bel concerto quello di domenica – invita Luca Rebeggiani, direttore del teatro comunale Ebe Stignani e membro della giuria -. Sono iscritti al concorso soprani, mezzosoprani, contralti, baritoni, bassi e tenori e vi sarà la rara occasione anche di ascoltare alcuni controtenori o sopranisti, cantanti falsettisti artificiali che riprendono la tradizione che un tempo era dei castrati, una vocalità particolare e quasi del tutto scomparsa dopo che la truce pratica è stata vietata a partire da inizio Ottocento». «Questo concorso che Imola ospita è un’occasione unica per conoscere un settore forse poco noto oggi, quello della lirica, ma certamente di lunghissima tradizione culturale», è l’invito della prima cittadina imolese. (mi.mo)

Nella foto la presentazione del concorso: da sinistra Luca Rebeggiani, Manuela Sangiorgi, Elvira Hasanagic e Francesco Frudua

Si conclude con la serata finale aperta al pubblico lo «Stignani Competition», il concorso imolese dedicato alla lirica
Cultura e Spettacoli 1 Maggio 2019

Canto Desaparecido dedicato alle madri di Plaza de Mayo per il Cantamaggio a Medicina

Per il 21° anno torna a Medicina il Cantamaggio: le madri di Plaza de Mayo sono il soggetto della performance finale gratuita, aperta a tutti, che si terrà oggi, 1 maggio, alle 16 al Parco delle Mondine di Medicina. La performance è l’esito di un laboratorio teatrale residenziale organizzato da La Baracca – Testoni Ragazzi che vede giovani provenienti da diverse parti d’Italia, dalla Spagna e dalla Lituania, condividere per tre giorni un’esperienza artistica collettiva riflettendo con gli strumenti del teatro su un tema di rilevanza sociale.

Dopo il Canto d’Infanzia dello scorso anno, questa ventunesima edizione è Canto Desaparecido: «Era il 30 aprile del 1977 quando a Buenos Aires quattordici donne si riunirono di fronte al palazzo presidenziale argentino. Erano le madri dei cosiddetti desaparecidos, gli scomparsi, che chiedevano al governo di rilasciare i propri figli, arrestati dal regime militare perché ritenuti disobbedienti, e di cui si erano perse le tracce –  si legge nelle note stampa all’evento -. Dal 1976 al 1983 in Argentina, sotto il regime della Giunta militare, si stima siano scomparsi circa 30.000 dissidenti o sospettati tali. Migliaia di figli divorati dalla dittatura argentina, spariti misteriosamente, e su cui giornali, radio e televisione non si pronunciavano. Da quel lontano 30 aprile, nonostante le repressioni politiche, ogni giovedì le madri hanno continuato a radunarsi intorno all’obelisco della piazza, chiedendo verità e giustizia per i loro figli. Sono passati più di quarant’anni e ancora tante domande non hanno trovato risposte. Più di quarant’anni di marce senza sosta. Di lotte, di dubbi. Di lunghe e inesorabili manifestazioni, di grida, di pianti, di emozioni fortissime. Più di quarant’anni di “madri di Plaza de Mayo”. Il loro emblema è un fazzoletto bianco annodato sulla testa, è il loro simbolo di protesta che in origine era costituito dal primo pannolino, di tela, utilizzato per i loro figli neonati. Il loro nome deriva dal nome della celebre piazza di Buenos Aires, Plaza de Mayo, dove queste donne coraggiose dal 1977 si ritrovano ogni settimana. Canto Desaparecido è una dedica a tutte quelle persone, donne e uomini, che con ostinazione lottano per la giustizia e per la vita di tutti i figli e figlie».

Oggi alle 16 prende vita il lavoro «che racconterà coi corpi e le voci dei giovani partecipanti un’esperienza di resistenza e di richiesta di giustizia che continua da oltre quarant’anni». Cantamaggio è una delle attività di Errare Humanum Est, progetto de La Baracca – Testoni Ragazzi che ha l’obiettivo di far incontrare e confrontare giovani provenienti da tutta Europa che percorrono strade teatrali, per creare occasioni di relazione, scambio e incontro attraverso il teatro. Cantamaggio è parte delle attività di Medicinateatro ed è organizzato da La Baracca – Testoni Ragazzi in collaborazione con il Comune di Medicina.

Nella foto, de La Baracca – Testoni Ragazzi, un momento del Cantamaggio 2018

Canto Desaparecido dedicato alle madri di Plaza de Mayo per il Cantamaggio a Medicina
Cultura e Spettacoli 20 Ottobre 2018

L'antica arte indiana nella mostra di Patachitra, tessuti dipinti a mano

Dipinto, canto e narrazione si riuniscono nei Patachitra, una forma di arte tradizionale dell’India Orientale consistente in lunghe strisce di tessuto diviso in riquadri dipinti a mano, che scena dopo scena raccontano un avvenimento. Il termine deriva dall’unione di due parole di origine sanscrita, patta che significa tessuto e chitra, che indica un dipinto. Una mostra di Patachitra sarà allestita al centro yoga Thymos, in via Lambertini 1 a Imola, da domenica 21 ottobre alle ore 16 (ingresso libero). Alle ore 17 ci sarà l”inaugurazione ufficiale con Urmila Chakraborty, director di Englishour che eroga servizi linguistici e culturali alle aziende e docente nella facoltà di Mediazione Linguistica e Culturale all’Università degli studi di Milano, che spiegherà l”origine di questa arte antica e i suoi significati. Alle 18 spazio alla musica con un concerto di Patrizia Saterini (voce) e Maurizio Murdocca (tabla). Come scrive Chakraborty nelle note stampa alla mostra, infatti, gli autori dei Patachitra, «i Patua o Chitrakar, accompagnano lo srotolare dei loro tessuti dipinti (scroll) col canto, in cui il testo aiuta a spiegare la narrazione, queste canzoni sono tramandate di generazione in generazione. Il ruolo originario dei Patua era quello di cantastorie: artisti che, spostandosi di villaggio in villaggio, si esibivano in pubblico mostrando i loro dipinti e le vicende illustrate di solito raccontavano la mitologia induista e i poemi classici indiano. Con il passare del tempo i temi affrontati iniziarono ad abbracciare anche avvenimenti attuali, come lo tsunami, problematiche sociali e politiche, come il problema della deforestazione o la diffusione del virus Hiv, e tematiche d’importanza globale come la violenza sulle donne. In tal senso il ruolo dei Patua diventa più complesso, affiancando alla funzione originaria di intrattenimento anche quella informativa e pedagogica. Un’altra trasformazione si è verificata nella composizione di questo gruppo di artisti, in origine uomini; con la conversione di molti uomini dei villaggi verso mestieri più comuni e remunerativi, le donne hanno preso il loro posto, diventando esse stesse artiste. Questo fatto è anche da inserire nel generale processo di emancipazione femminile in atto nella società indiana contemporanea. Negli ultimi decenni i Patachitra hanno suscitato l’interesse di artisti e intenditori d’arte, a livello nazionale e internazionale ed è rinato l’interesse per questa forma d’arte, che sembrava destinata alla scomparsa o alla sopravvivenza locale».

Nella foto Patachitra «Il matrimonio degli uccelli»

L'antica arte indiana nella mostra di Patachitra, tessuti dipinti a mano
Cultura e Spettacoli 25 Agosto 2018

Danza, canto, musica, arti del fuoco con Milòn Mèla a Ca' Colmello

Un colorato, energico e nutrito ensemble di talentuosi artisti indiani in uno spettacolo performativo: Ananda Lahari – Onde della Felicità è il titolo del lavoro che il gruppo Milòn Mèla – La Ricerca delle Sorgenti presenterà questa sera, sabato 25 agosto alle 21.30, nell”ambito della rassegna Sia – Sottili Innesti Amorevoli, nella casa laboratorio Ca” Colmello in via Gesso 21 a Sassoleone.

Composto da musicisti Baul del Bengala, maestri dell’arte marziale Kalaripayattu (Kerala), danzatori Chhau della Purulia (Jarkhand/Bihar), danzatori Gotipua (Orissa), maestri di Hatha Yoga, attori e musicisti, il gruppo Milòn Mèla è stato fondato (e ancora oggi diretto) da Abani Biswas al termine della sua esperienza come collaboratore nel progetto del Teatro delle Sorgenti di Jerzy Grotowski, di cui fece parte dal 1979 al 1983 in Polonia. Ogni estate la compagnia Milòn Mèla compie lunghi tour in Europa, in numerosi festival, presentando la propria arte fatta di gioia della musica e del canto grazie ai musicisti Baul, di duelli con i bastoni, le armi ed il fuoco dell”antica arte marziale del Kerala, di danza Chhau con antichi miti sui cicli della natura e sulle forze vitali, di raffinatezza classica della danza Gotipua, di Hatha Yoga con una serie di posizioni (Asana) e destrezze di fachirismo.

Info e prenotazione (obbligatoria): 349/2826958, info@babajaga.it, www.babajaga.it.

Nella foto un”esibizione di Milòn Mèla

Danza, canto, musica, arti del fuoco con Milòn Mèla a Ca' Colmello

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