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Economia 24 Marzo 2021

Gelate e danni alle colture, Cia Imola chiede agevolazioni immediate

Dopo le gelate dei giorni scorsi, Cia Agricoltori italiani Imola sta facendo le prime stime dei danni ai frutteti, in particolare di albicocchi e susini, ma anche alle colture orticole. «C’è un elemento che salta all’occhio – commenta con preoccupazione il presidente di Cia Imola, Giordano Zambrini -: il gelo, a causa dei diversi “microclimi” che caratterizzano soprattutto la valle del Santerno, ha colpito in maniera non uniforme, tanto che ci sono aziende limitrofe con situazioni totalmente differenti, fattore che rende ancora più difficile la ricognizione dei danni. Il  danno reale si potrà valutare solo in fase di maturazione, tra qualche mese. Un altro dato rilevante, è che spesso sono le stesse aziende degli anni scorsi ad aver subito le gelate, fatto che ci allarma ancora di più, visto che questi produttori sono senza reddito da almeno due anni».

Per Cia, reti o ventole che proteggono dal gelo non sono completamente efficaci e gli strumenti assicurativi devono essere rivisti alla luce dei cambiamenti climatici. «Chiediamo risarcimenti assicurativi più semplici da calcolare e più certi. Inoltre – conclude il presidente – serve un vero e proprio Patto per l’agricoltura a livello regionale, con una serie di agevolazioni immediate per chi ha subito danni, come una moratoria dei mutui o finanziamenti a fondo perduto. Se vogliamo salvare la frutticoltura del circondario imolese serve un deciso e immediato cambio di passo». (lo.mi.) 

Nella foto: fioriture danneggiate dal gelo dei giorni scorsi 

Gelate e danni alle colture, Cia Imola chiede agevolazioni immediate
Cronaca 9 Luglio 2020

Cia Imola chiede un Tavolo per risolvere i problemi da fauna selvatica

l problema dei danni alle colture provocati dalla fauna selvatica, cinghiali in particolare, è ben lontano dall’essere risolto, soprattutto nelle aree collinari. A lanciare l’allarme è Cia Imola, secondo cui «si tratta di una situazione diventata ormai da diverso tempo insostenibile per le aziende agricole – denuncia l’associazione di categoria – e che continua a peggiorare, visto che le azioni sinora messe in campo non sono state risolutive».

«Gli effetti di una gestione non efficace della fauna selvatica in alcune aree del territorio non può più ricadere sulle aziende agricole – attacca Giordano Zambrini, presidente della Cia Imola (nella foto) –. Siamo stanchi di vedere le nostre produzioni spazzate via, siamo stanchi di sopportare un problema che, con più impegno da parte di tutti, potrebbe essere risolto. Servono sinergie più forti tra mondo agricolo, associazioni venatorie e gli enti che gestiscono il territorio. Interessi partitici, personali o associativi devono essere superati per il bene della nostra agricoltura e delle aziende che vedono costantemente il loro reddito venire letteralmente calpestato».
Insomma, «sono consapevole che esistono esigenze e obiettivi diversi, ma ora più che mai devono convergere per proteggere un bene primario e anche il ruolo essenziale dell’agricoltore che tutela gli equilibri del territorio – aggiunge Zambrini –. Se non si rimettono al centro gli interessi produttivi, lasciando da parte quelli particolari, allora il problema della fauna non verrà risolto». (r.cr.)

Cia Imola chiede un Tavolo per risolvere i problemi da fauna selvatica
Economia 31 Ottobre 2019

Dal Governo nazionale un fondo da 80 milioni di euro per le aziende agricole colpite dalla cimice asiatica

«Un primo segnale importante. Una prima concreta disponibilità a favore delle imprese così duramente danneggiate. L’auspicio è che ora il fondo possa essere ulteriormente rafforzato durante l’iter parlamentare». L’assessore all’Agricoltura dell’Emilia Romagna, Simona Caselli, ha commentato con queste parole l’istituzione nella prossima legge di bilancio di un fondo triennale da 80 milioni di euro per fronteggiare l’emergenza causata nelle campagne dalla cimice asiatica. A darne l’annuncio è stato il ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova durante un incontro svoltosi il 21 ottobre, a Ferrara. «Ringrazio il ministro Bellanova per l’attenzione con cui, fin dai giorni immediatamente successivi al suo insediamento, ha seguito questo problema, accogliendo le proposte contenute nel piano che, come Regione Emilia Romagna, abbiamo messo a punto con il mondo agricolo e condiviso con le altre Regioni del Nord Italia – ha detto l”assessore Caselli -. Ora occorre proseguire in questo impegno congiunto delle istituzioni perché la battaglia contro la cimice asiatica la si può vincere solo tutti insieme».

Oltre agli indennizzi alle aziende colpite, il piano messo a punto dall’Emilia Romagna prevede anche la necessità di una legge nazionale per la sospensione dei versamenti contributivi previdenziali, un passaggio questo ritenuto fondamentale per evitare alle aziende stesse di trovarsi in situazioni di irregolarità che potrebbero impedire loro di beneficiare in futuro di contributi pubblici; l’integrazione delle giornate lavorate per vedere riconosciuta la disoccupazione ai lavoratori agricoli; un rinnovato impegno per la ricerca e sul fronte europeo per introdurre alcune modifiche all’Ocm Ortofrutta e rafforzare il sostegno alle aziende del comparto. Per quanto riguarda le iniziative avviate direttamente dalla Regione, la Caselli ha ricordato quelle adottate per venire incontro da subito alla crisi di liquidità delle aziende. Dopo un primo stanziamento da 250 mila euro per mutui a tassi agevolati, grazie alla recente modifica della legge regionale sul credito sarà possibile raddoppiare gli stanziamenti abituali ai Confidi per portare i mutui sul prestito di conduzione a scadenze di 3-5 anni, con precedenza assoluta nel nuovo bando per le imprese danneggiate dalla cimice.

Ma non solo. Ammontano a 13 milioni di euro le risorse stanziate per le reti antinsetto, con un nuovo bando in arrivo a breve che, grazie a precedenti economie, metterà a disposizione 2 milioni di euro, elevando la quota di contributo pubblico all’80%, mentre un nuovo bando da 1 milione di euro a favore dei Goi, i Gruppi operativi per l’innovazione, permetterà di proseguire l’impegno sul fronte della ricerca. (r.cr.)

Dal Governo nazionale un fondo da 80 milioni di euro per le aziende agricole colpite dalla cimice asiatica
Cronaca 7 Ottobre 2019

Concordato piano nazionale contro la cimice asiatica

L’autentica emergenza che la cimice asiatica sta determinando nei campi è stata al centro di un vertice, tenutosi il 26 settembre a Roma, fra il neoministro Teresa Bellanova e gli assessori regionali dell’Italia del nord.

«Abbiamo un piano nazionale contro la cimice asiatica che contiene le nostre richieste e che sarà approvato in via definitiva il 10 ottobre – anticipa l’assessore all’Agricoltura dell’Emilia-Romagna, Simona Caselli, reduce dall’incontro –. E sui danni, davvero ingenti per gli agricoltori, è stato individuato il percorso normativo da seguire (il decreto legislativo 102/2004) per i fondi da destinare agli indennizzi che dovranno essere inseriti in misura congrua nella prossima legge finanziaria. Il problema, inoltre, verrà portato in sede comunitaria nel Consiglio dei ministri europeo previsto per il 14 ottobre».

Qualche numero. Nella sola Emilia Romagna si quantificano danni per oltre 120 milioni di euro tra perdita di produzione e minor qualità delle sole pere, che superano i 200 milioni se si considera anche la fase post raccolta (logistica, manodopera, imballaggi, costi commerciali, ammortamenti e costi fissi) e che lievitano ad oltre 267 milioni se si considerano tutte le regioni dell’Italia del nord, dove la cimice sta imperversando.
Danni che per il comparto pesche e nettarine sfiorano invece i 50 milioni di euro, sempre sommando produzione e post raccolta, e i circa 89 milioni di euro in tutte le regioni del nord dell’Italia. Insomma, un autentico disastro.

«Siamo tutti consapevoli dell’assoluta urgenza di azioni concrete per evitare che gli agricoltori decidano di espiantare: un disastro economico-sociale cui si aggiungerebbe un disastro ambientale – commenta la Caselli –. Quindi si proceda con il sostegno alla ricerca portata avanti dal Crea e dalle Regioni, introduzione dell’antagonista naturale e attivazione degli indennizzi agli agricoltori, consapevoli, vista l’entità economica dei danni, che i finanziamenti andranno trovati in seno alla prossima legge finanziaria. E noi vigileremo perché sia garantita la necessaria e congrua copertura al provvedimento». (r.cr.)

Altri particolari sul Sabato sera del 3 ottobre

Concordato piano nazionale contro la cimice asiatica
Cronaca 23 Settembre 2019

Niente frutta dove passa la cimice venuta dall’Asia

Aiuti economici; sollecitazione di un piano straordinario nazionale e di misure europee per la prevenzione e la gestione delle crisi; studi e ricerche. Questi i pilastri su cui poggia la risposta della Regione Emilia Romagna all’emergenza costituita dalla cimice asiatica o cimice marmorata (la Halyomorpha halys), il parassita arrivato dalla Cina che sta devastando i frutteti.

«Voglio tranquillizzare alcuni esponenti dell’opposizione che, evidentemente non documentati, hanno lanciato grida di allarme ingiustificate su una presunta inerzia della nostra amministrazione – replica l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli –. Stiamo mettendo in campo tutte le azioni possibili per contrastare questa calamità senza perdere un solo minuto».

A meno di due settimane dal tavolo tecnico con le associazioni agricole e le organizzazioni dei produttori ortofrutticoli, convocato per fare il punto sui danni provocati dal proliferare di cimici marmorate, la Regione ha già licenziato un primo provvedimento per sostenere l’accesso al credito delle imprese agricole emiliano-romagnole in difficoltà.
Il bando, approvato dalla Giunta regionale, stanzia 250 mila euro per la concessione, tramite gli organismi di garanzia, di un contributo in regime di de minimis a favore delle imprese agricole del settore ortofrutticolo, dando priorità alle imprese che hanno una superficie minima di impianti frutticoli di due ettari e poste nelle province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena e Ravenna, che – secondo i rilievi effettuati dal servizio Fitosanitarioregionale – sono i territori ove la cimice asiatica ha colpito più duro.
Le domande dovranno essere presentate all’organismo di garanzia entro il prossimo 21 ottobre.

«Come avevamo promesso nell’incontro tecnico di fine agosto, ci siamo impegnati per dare rapidamente un sostegno concreto alle aziende agricole del settore ortofrutta colpite dal flagello della cimice asiatica – rivendica Caselli –. Questo primo provvedimento consentirà alle imprese di accedere a mutui e a prestiti agevolati ed evitare così crisi di liquidità».
Non solo. «Sul 2020 chiederemo un rafforzamento di ulteriori 250 mila euro – aggiunge l’assessore regionale –, che si aggiungeranno al milione di euro già previsto». (r.cr.)

Altri particolari nell”articolo pubblicato sul “Sabato sera” del 19 settembre

Niente frutta dove passa la cimice venuta dall’Asia
Cronaca 18 Settembre 2018

In pezzi una delle targhe del parco del Donatore di sangue. Il commento di Mambelli (Avis)

Una delle targhe del Giardino dedicato al Donatore di sangue è finita in pezzi sul marciapiede di via Manzoni. Il giardino è quello tra le vie Leopardi, Guicciardini e Manzoni (la zona detta delle montagnine di fronte alle scuole Paolini, Valeriani e Valsalva). Ad accorgersi dell’accaduto alcuni cittadini che hanno trovato la targa a terra sabato mattina, vicino al palo di sostegno, e segnalato il fatto alla polizia municipale, che ha recuperato i resti.

Le targhe sono dell’Avis, che si incarica anche di pulizia e mantenimento, quindi la municipale ha subito avvertito l’associazione di volontariato. “Ieri sera ne abbiamo parlato in consiglio e valuteremo il da farsi” commenta il presidente Fabrizio Mambelli. L”ipotesi è che possa stato di qualcuno a far cadere la targa ma non è detto. “In passato ci sono stati atti gratuiti e inqualificabili, e noi regolarmente siamo andati a pulire o ripristinare”. Questa volta, però, potrebbe essere stato un fatto accidentale. Riteniamo “che non ci siano elementi sufficienti per sospettare un atto vandalico – precisano dall”Avis -. Probabilmente il crollo della targa dedicata al trentesimo anniversario della sezione locale è stato accidentale o causato dall”usura dei materiali impiegati”.

Il giardino si trova poco lontano dall”area dove è stata organizzata l”edizione 2018 di RestArt, il festival di rigenerazione urbana organizzato dall’associazione Noi Giovani che vede la stessa Avis in prima fila tra gli sponsor. Tre giorni ad ingresso gratuito di musica, spettacoli e laboratori di contorno all’evento di rigenerazione urbana degli street artist (quest’anno l’obiettivo è abbellire con i colori proprio gli edifici scolastici). “E” un evento che sosteniamo con piacere. Ho partecipato alla prima serata ed è stata fantastica con tanti ragazzi e ragazze di tutte e le età” conclude il presidente Mambelli. (l.a.)

Nella foto grande la targa rotta, nell”altra il palo che la sosteneva su via Manzoni

In pezzi una delle targhe del parco del Donatore di sangue. Il commento di Mambelli (Avis)
Cronaca 28 Agosto 2018

Maltempo, centinaia di migliaia di euro di danni per l'agricoltura secondo Coldiretti

Il maltempo e la grandine che ha colpito nel weekend scorso la zona di Sesto Imolese, Medicina e Castel Guelfo e che il 21 luglio aveva scatenato nella stessa area una violenta bomba d”acqua, ha causato, dopo questi due eventi straordinari in un mese, danni di centinaia di migliaia di euro all’agricoltura.

È quanto emerge da un primo monitoraggio di Coldiretti Bologna che ha avviato nelle zone colpite le verifiche per la richiesta dello stato di calamità. «Chicchi di grandine della dimensione di grosse noci – informa Coldiretti provinciale – hanno colpito le campagne distruggendo le coltivazioni prossime alla raccolta, in particolare i frutteti, pere, mele e kiwi soprattutto. La grandine si è accanita in modo particolare nelle frazioni imolesi di Sesto e Spazzate Sassatelli, nel comune di Medicina e in maniera meno pesante, ma ugualmente dannosa, nella zona di Castelguelfo, dove la grandine era mista ad acqua».

La grandine è uno dei eventi più temuti dagli agricoltori in questo momento perché rischia di far perdere un intero anno di lavoro in pochi minuti. In questi giorni, infatti, è stata appena avviata la raccolta delle uve precoci, seguita da quella delle mele e delle pere. Per queste ultime la quantità di grandine che si è abbattuta sui frutteti in maniera più violenza ha fatto cadere a terra i frutti e quelli che sono rimasti sugli alberi sono completamente rovinati, distruggendo il lavoro di un intero anno. «Siamo di fronte – sottolinea Coldiretti Bologna – ad un cambiamento del clima che negli decenni ha portato ad una maggiore frequenza degli eventi estremi e ad un sfasamento delle stagioni che comporta rischi pesanti per i nostri agricoltori, per i quali diventa fondamentale l’adozione di adeguate coperture assicurative per far fronte ad eventi sempre più imprevedibili».

r.c.

Su «sabato sera» in edicola giovedì 30 agosto un commento degli agricoltori delle zone colpite.

Nella foto: i danni del maltempo

Maltempo, centinaia di migliaia di euro di danni per l'agricoltura secondo Coldiretti

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