Posts by tag: lavoratori

Economia 5 Novembre 2020

Cefla, prosegue la protesta dei lavoratori con sciopero e presidio in via Bicocca. Intervista al presidente Balducci

Non si fermano le proteste dei lavoratori della divisione Shopfitting di Cefla, a fronte dell’imminente cessione del ramo d’azienda alla multinazionale svedese Itab. Anche oggi sono state proclamate 8 ore di sciopero in tutte le divisioni della cooperativa, con presidio dalle ore 7.30 davanti alla sede imolese di via Bicocca, per rivendicare le garanzie per i 158 lavoratori che passeranno a Itab. Dopo gli incontri di lunedì scorso e di ieri, il confronto tra azienda e sindacati proseguirà venerdì pomeriggio. 

«Ieri, dopo oltre sei ore di discussione, la trattativa con l’azienda è stata sospesa – spiegano le Rsu aziendali -. Ci è stato chiesto di scegliere se salvare i lavoratori dello Shopfitting o i lavoratori somministrati e in staff leasing. Ma noi siamo qui a tutelare tutti i lavoratori, senza distinzioni di contratto. L’azienda deve capire che non siamo disposti ad arretrare o a fare scelte di questo tipo». 

Sul «sabato sera» in edicola da oggi, il presidente di Cefla, Gianmaria Balducci, spiega in una intervista i motivi che hanno portato alla scelta di vendere il ramo d’azienda e perché, dal suo punto di vista, si tratta di una soluzione ottimale. «L’alternativa era una ulteriore riduzione di almeno una cinquantina di addetti – afferma -. Da subito Itab ha preteso un contratto di affitto dei locali in via Selice di nove anni, più ulteriori tre. Questa è stata un’altra garanzia della volontà di avere un piano industriale di sviluppo in quest’area. Per quanto ci riguarda, vediamo più interessante investire in altre aree di business, dove siamo già leader di mercato, mentre sullo Shopfitting siamo player di metà classifica, con un pacchetto tecnologico incompleto. Per dare le migliori prospettive di sviluppo non solo a Cefla, ma anche alla newco e al territorio, pensiamo sia la soluzione migliore. Tra l’altro, è già stato chiesto a Itab di continuare a ricorrere anche alla catena di fornitura locale». (lo.mi.)

Ulteriori approfondimenti su «sabato sera» del 5 novembre.

Nella foto, il presidente di Cefla, Gianmaria Balducci

Cefla, prosegue la protesta dei lavoratori con sciopero e presidio in via Bicocca. Intervista al presidente Balducci
Cronaca 25 Agosto 2020

Il decreto Agosto riconosce la cassa integrazione anche ai lavoratori di Medicina ex zona rossa

Il decreto Agosto, che sta proseguendo in Senato il suo iter per la conversione in legge, riconosce una copertura previdenziale ed economica per i lavoratori delle ex zone rosse, tra cui Medicina, e per i quali finora non hanno trovato applicazione le tutele previste dalle disposizioni per l’emergenza Covid 19.

A presentare le domande di accesso ai trattamenti di cassa integrazione ordinaria o di assegno ordinario o di cassa integrazione in deroga dovranno essere i datori di lavoro, per la durata delle misure previste dai provvedimenti della pubblica autorità, fino a un massimo di quattro settimane. «Le domande – informa la Cgil di Imola, in attesa della circolare Inps con le istruzioni operative dettagliate – vanno trasmesse esclusivamente all’Inps, a pena di decadenza, entro il 15 ottobre 2020, allegando copia del provvedimento restrittivo della pubblica autorità. Le domande saranno accolte dall’Inps fino al raggiungimento del limite di risorse previste, pari a 59,3 milioni di euro per il 2020». (lo.mi.)

Il decreto Agosto riconosce la cassa integrazione anche ai lavoratori di Medicina ex zona rossa
Cronaca 9 Luglio 2020

Nessun riconoscimento ai lavoratori di Medicina, il sindaco Montanari: «C’è rammarico, non ci accontentiamo. Malattia provvedimento più giusto»

Dopo il no arrivato lunedì scorso dalla Camera dei deputati al riconoscimento per i lavoratori di Medicina colpiti più di altri dal Coronavirus, l’Amministrazione comunale ha preso atto con rammarico della decisione del Governo di non affrontare il problema dei lavoratori e delle lavoratrici bloccati dalla zona rossa nel capoluogo e nella frazione di Ganzanigo, decisa dall’ordinanza regionale del 15/3.

Un duro colpo dopo aver sollecitato fin dalla prima settimana di chiusura risposte per le persone che potevano recarsi al lavoro, perché le loro aziende erano tra i codici Ateco che da Decreto permettevano di restare aperte. A tal riguardo l’Amministrazione auspica indicazioni chiare per garantire lavoratori e aziende già duramente provati da questa emergenza. «Non mi sono mai accontentato del minimo in vita mia e certo non comincerò ora sulla pelle dei miei concittadini – dichiara il sindaco Matteo Montanari –. Ribadisco che come Comune riteniamo che il provvedimento più giusto rimanga la malattia. I cittadini coinvolti erano a casa non per scelta e le loro aziende erano aperte. Se poi il Governo al momento è intenzionato a concedere gli ammortizzatori, al pari di quanto fatto a Codogno, pretendiamo che almeno questo venga fatto immediatamente per salvare i giorni di ferie. E intendiamo quelle estive e non natalizie. La nostra Comunità si è trovata nella condizione di accettare scelte imposte per evitare la diffusione del contagio a tutta la Città Metropolitana. Ognuno si è messo a servizio del bene comune e ha evitato l’estendersi del contagio al territorio metropolitano. Spiace davvero vedere trattamenti diversi per zone diverse d’Italia». (da.be.)

Nella foto: il sindaco di Medicina Montanari

Nessun riconoscimento ai lavoratori di Medicina, il sindaco Montanari: «C’è rammarico, non ci accontentiamo. Malattia provvedimento più giusto»
Economia 21 Novembre 2019

Crisi Bio-On, la produzione è ferma, ma i dipendenti restano al lavoro anche se non pagati

La buona notizia (se così si può definire) è che non sono ancora state escluse «possibili prospettive di continuità per l’azienda», la cattiva è che «in attesa di aver concluso tutti i necessari e dovuti approfondimenti, verrà sospeso qualunque tipo di pagamento e quindi, a titolo esemplificativo, i pagamenti dovuti nei confronti di dipendenti, fornitori ed istituti di credito».

Avevamo già annunciato nei giorni scorsi (leggi l”articolo) la decisione di Luca Mandrioli, nominato dal Tribunale amministratore giudiziario di Bio-On fino al 30 aprile 2020, di procedere alla sospensione di tutti i pagamenti, stipendi compresi. Ora facciamo più diffusamente il punto sulla situazione della società bolognese attiva nel settore delle bioplastiche e quotata in borsa, finita nella bufera un mesetto fa all’indomani delle misure cautelari che hanno raggiunto i suoi vertici, ossia il presidente (ora dimissionario) Marco Astorri, il vicepresidente Guido Cicognani e il presidente del collegio sindacale Gianfranco Capodaglio, tutti e tre indagati per false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato. Per Astorri il gip ha poi accolto la richiesta presentata dai suoi legali, sostituendo l’iniziale misura degli arresti domiciliari con un’altra misura interdittiva (in pratica gli è vietato svolgere le precedenti funzioni, così come a Cicognani e a Capodaglio).

L’operazione della guardia di finanza, che vede indagate altre sei persone (fra amministratori, sindaci, direttore finanziario e revisore), si è sviluppata soprattutto dal mese di luglio, quando è stata rilevata una forte anomalia nell’andamento del titolo di Bio-On a seguito della pubblicazione di un report da parte del fondo speculativo di investimento statunitense Quintessential, che ne metteva in discussione la veridicità dei dati contabili e la solidità finanziaria, definendo l’azienda un «castello di carte» e «una grande bolla», paragonandola al crac Parmalat. Da qui la necessità di dotare Bio-On di un amministratore che deve, tra le altre cose, verificare «la situazione contabile, economica e finanziaria» e accertare «la persistenza della continuità aziendale» anche in riferimento «all’andamento e al mantenimento dell’impianto di Castel San Pietro».

In via Legnana a Gaiana, infatti, nell’estate del 2018 è stato inaugurato il primo stabilimento produttivo, nel quale attualmente lavorano 50 dipendenti, molti dei quali giovani e con contratto a tempo indeterminato. Bio-On, se fino a quel momento aveva concentrato la sua attività nella commercializzazione di brevetti, ora iniziava anche a produrre la cosiddetta bioplastica Phas, ottenuta nutrendo batteri con scarti di barbabietola o melasso derivato dalla frutta all’interno di enormi fermentatori nei quali si agisce sulla pressione e la temperatura (stando all’indagine delle fiamme gialle, la produzione era molto inferiore a quella dichiarata dai vertici aziendali). Ora, con la scelta di Mandrioli di sospendere tutti i pagamenti (gli stipendi risultano versati fino a settembre), la produzione si è inevitabilmente fermata. «I fermentatori hanno smesso di produrre da lunedì 11 novembre – aggiorna Tiziana Roncassaglia della Filctem Cgil di Imola -, ma gli operai continuano a presidiare su un doppio turno perché è un impianto che non può essere spento. Anche i ricercatori continuano a lavorare dimostrando grande attaccamento all’azienda». (gi.gi.)

L”articolo completo è su «sabato sera» del 21 novembre

Nella foto lo stabilimento Bio-On di Gaiana di Castel San Pietro

Crisi Bio-On, la produzione è ferma, ma i dipendenti restano al lavoro anche se non pagati
Economia 6 Maggio 2019

Mercatone Uno, il 18 aprile hanno fatto sciopero anche molti impiegati del centro direzionale di Imola

«Tu pensi che il peggio sia passato, invece è andato a chiamare rinforzi». E’ l’amaro commento postato nei giorni scorsi sulla pagina Facebook dei lavoratori del gruppo Mercatone Uno, alla notizia della richiesta di concordato da parte di Shernon Holding, una delle due società che lo scorso agosto aveva acquisito la maggior parte dei punti vendita (55 su 68) allo scopo di rilanciarli. E invece, dopo appena otto mesi di gestione, a inizio aprile la società si è rivolta al tribunale di Milano per far fronte ancora alla crisi. L’11 aprile il tribunale ha concesso a Shernon Holding il concordato con riserva. La società ha ora tempo fino al 10 giugno per presentare una proposta definitiva e credibile di concordato preventivo o una domanda di omologa di accordi di ristrutturazione dei debiti.

Nel caso in cui il tribunale di Milano non dovesse approvare la richiesta di concordato, lavoratori e punti vendita tornerebbero di nuovo in capo all’amministrazione straordinaria subentrata alla famiglia Cenni nell’aprile 2015 con decreto del ministero dello Sviluppo economico, procedura concessa alle grandi imprese in stato di insolvenza. All’epoca si parlava di debiti per quasi mezzo miliardo di euro, a fronte però di un attivo valutato in 320 milioni. L’amministrazione straordinaria, vista l’impossibilità di recuperare in tempi brevi l’equilibrio finanziario e patrimoniale del complesso, ha poi optato per la cessione dell’attività aziendale, avvenuta lo scorso agosto dopo una serie di tentativi non andati a buon fine.

Circa la metà dei 95 impiegati del centro direzionale di via Molino Rosso, anche loro confluiti nella holding milanese (al contrario del punto vendita di Toscanella ancor oggi di proprietà della famiglia Cenni e non coinvolto in tutta questa vicenda), lo scorso 18 aprile per la prima volta nella storia quarantennale dell’azienda hanno scelto di aderire allo sciopero nazionale per esprimere la loro preoccupazione. Un passo che i sindacati non esitano a definire «un grande successo», a conferma che anche tra i dipendenti della torre la misura ormai è colma. Alcuni di loro sono scesi in strada con cartelli e bandiere assieme ai rappresentanti dei sindacati territoriali. Altri si sono uniti ai colleghi di tutta Italia che lo stesso giorno sono andati a manifestare a Roma, davanti alla sede del ministero dello Sviluppo economico, in occasione dell’incontro tra le tante parti coinvolte nella vicenda: i commissari straordinari incaricati dal ministero, i sindacati nazionali, le parti politiche, i rappresentanti delle società Shernon Holding e Cosmo che hanno acquisito l’ex Mercatone Uno.

Nell’occhio del ciclone, infatti, sono finiti non solo la «nuova» gestione Shernon, ma anche i commissari, che avrebbero accumulato in tre anni ulteriori perdite, e il ministero stesso, che, attraverso il comitato di sorveglianza appositamente nominato avrebbe dovuto vigilare sulla procedura. «Per i lavoratori – commentano Silvia Balestri (Fisascat-Cisl Area metropolitana bolognese), Liviana Giannotti (Filcams-Cgil Imola) e Paola Saja (Uiltucs) – la notizia dell’istanza di concordato preventivo inoltrata dall’azienda al tribunale di Milano è stata una doccia fredda. I lavoratori sono duramente provati da anni di ammortizzatori sociali, da una considerevole riduzione del personale (circa 1.800 dipendenti oggi all’attivo in Shernon Holding, Ndr), dai ritardi nel pagamento degli stipendi, come avvenuto a febbraio, e non possono più tollerare questa precarietà occupazionale perenne».

La situazione pare essere precipitata a fine ottobre, quando i fornitori hanno cominciato ad annullare le consegne ai punti vendita, a fronte dei mancati pagamenti da parte di Shernon Holding. E i negozi a poco a poco si sono svuotati. «Una vera batosta per il sistema economico che ruota attorno al gruppo Mercatone Uno, in particolare per dipendenti e fornitori, tra i quali figurano molte imprese venete» ha fatto sapere in un comunicato Confimi Industria Veneto, il cui presidente, William Beozzo, produce scaffalature metalliche a Tezze sul Brenta (Vicenza): «I fornitori si trovano a subire la riduzione dei loro crediti di fornitura nell’insolvenza originaria, che sarebbe stata limitata se si fosse proceduto con la vendita immediata dei negozi come si evince dalla prima relazione dei commissari. Dovranno pagare inoltre la falcidia dei loro crediti per le forniture fatte durante la gestione commissariale, che tra aprile 2015 e agosto 2018 ha generato una perdita di 265 milioni di euro e un’ulteriore riduzione sui crediti di fornitura per le consegne fatte a Shernon nel periodo tra agosto 2018 e aprile 2019, in seguito alla procedura concordataria presentata da questa». (lo.mi.)

L”articolo completo è su «sabato sera» del 2 maggio

Nella foto: lavoratori “Mercatone Uno – Shernon Holding” in sciopero davanti al centro direzionale di via Molino Rosso lo scorso 18 aprile (Isolapress) 

Mercatone Uno, il 18 aprile hanno fatto sciopero anche molti impiegati del centro direzionale di Imola
Cronaca 30 Aprile 2019

Primo Maggio, Cgil in piazza a Imola e Castel San Pietro, Uil e Cisl solo alla manifestazione nazionale di Bologna

La manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil in occasione del Primo Maggio, festa dei lavoratori, quest’anno si svolgerà a Bologna. Vicinanza che ha indotto Cisl e Uil a dare forfait nel circondario imolese, in favore della piazza bolognese. La Cgil di Imola invece no. «Il Primo Maggio sarà all’insegna dell’Europa, del lavoro, dei diritti e dello stato sociale. Temi che delineeremo anche nel nostro territorio», spiega la segretaria generale della Camera del lavoro territoriale, Mirella Collina.

La Cgil di via Emilia ha deciso di rimanere nelle piazze di Imola e Castel San Pietro ed al contempo di inviare una delegazione a Bologna a sostegno della manifestazione nazionale unitaria. «Le motivazioni che ci hanno portato ad assumere tale decisione – continua a spiegare Collina – sono legate soprattutto al valore storico e politico della festa dei lavoratori. E’ importante essere in piazza per i tanti lavoratori e pensionati che lo reputano un momento di aggregazione per ascoltare gli interventi sindacali e prendere i garofani, simbolo della giornata, ed essere comunque rappresentati da una delegazione alla manifestazione di Bologna».

Il cliché sarà quello consueto, con la presenza dei banchetti per la distribuzione dei garofani sia in piazza Matteotti a Imola che in piazza XX Settembre a Castel San Pietro, con l’intrattenimento musicale delle rispettive bande cittadine (dalle ore 10 e dalle ore 10.15) e gli interventi dal palco. «In questa ricorrenza, proprio chi rappresenta i lavoratori e i loro diritti non può non essere presente in piazza anche sul territorio, dove continuiamo ad incontrare difficoltà nel farci ascoltare dalle forze politiche sul tema del lavoro», rimarca la segretaria generale della Cgil di Imola.E se la celebrazione del Primo Maggio a Bologna si inquadra nella mobilitazione unitaria portata avanti da Cgil, Cisl e Uil affinché il Governo cambi passo nelle politiche economiche e fiscali, lo stesso vale a Imola e Castel San Pietro.

«Come organizzazioni sindacali – informa Collina – abbiamo chiesto più volte di istituire un tavolo circondariale per condividere le problematiche con tutte parti sociali ed elaborare insieme strategie di rilancio dell’economia territoriale. Però non abbiamo ricevuto risposte da nessuno».Nella mattinata, dalle ore 8.30 alle 11, tradizionale distribuzione dei garofani anche a Toscanella, in piazza Gramsci, a Borgo Tossignano, in piazza Unità d’Italia, e a Casalfiumanese, in piazza Cavalli. (r.cr.)

Primo Maggio, Cgil in piazza a Imola e Castel San Pietro, Uil e Cisl solo alla manifestazione nazionale di Bologna
Economia 19 Aprile 2019

Cambio al vertice per due categorie della Cgil Imola: Liviana Giannotti segretaria Filcams, Veruska Grementieri alla Flai

Liviana Giannotti è la nuova segretaria della Filcams-Cgil di Imola. L’assemblea generale della categoria, che rappresenta i lavoratori del commercio, turismo e servizi, si è riunita lo scorso 9 aprile alla presenza del segretario della Filcams regionale Paolo Montalti e l’ha eletta con 20 voti a favore, un astenuto e una scheda bianca. Sindacalista della Cgil di Imola dal 1989, con esperienza in diverse ca-tegorie e da ultimo alla guida della Flai, Liviana Giannotti succede a Morena Visani, entrata a tempo pieno nella segreteria confederale della Camera del lavoro imolese. «La Filcams – spiega Giannotti – è la categoria in cui ho svolto la mia prima esperienza sindacale quando sono uscita in distacco dalla mia azienda molti anni fa. Ora è diventata la prima categoria della Camera del lavoro di Imola per numero di iscritti, oltre 2 mila. Mi impegnerò per portare avanti il buon lavoro svolto fin qui da chi mi ha precedu-to».

Alla guida della Flai, categoria che rappresenta i lavoratori del settore agroalimentare, subentra alla Giannotti Veruska Grementieri. Lunedì 15 aprile, infatti, è stata eletta dall’assemblea generale della categoria, alla presenza del segretario Flai Emilia Romagna, Umberto Franciosi: 11 i voti a favore e un astenuto. Grementieri ha iniziato la sua esperienza sindacale come Rsu in Coop Adriatica, per poi diventare funzionaria della Filcams-Cgil di Imola nel 2010, dove è rimasta fino a oggi. «Ringrazio le delegate e i delegati per la fiducia – ha affermato – e conto sul loro supporto per svolgere al meglio il ruolo che mi è stato assegnato». (r.cr.)

Nelle foto: a sinistra Liviana Giannotti con Paolo Montalti, a destra Veruska Grementieri

Cambio al vertice per due categorie della Cgil Imola: Liviana Giannotti segretaria Filcams, Veruska Grementieri alla Flai
Economia 8 Ottobre 2018

Congresso Fiom Imola, Stefano Moni nuovo segretario generale, Pedini si occuperà del sindacato regionale

Stefano Moni è il nuovo segretario generale della Fiom Cgil di Imola. Questo l”esito dell”XI congresso dell”organizzazione dei metalmeccanici, che ha registrato una grande partecipazione: le 94 assemblee svoltesi nelle aziende del settore hanno infatti coinvolto 1.600 iscritti sul totale di 1.894.

Durante il percorso congressuale ha prevalso a larghissima maggioranza il documento “Il Lavoro è”, prima firmataria Susanna Camusso, con il 91,96%, mentre il documento “Riconquistiamo tutto” si è fermato all”8,04% dei consensi.

L”assemblea generale, costituita da 47 tra delegate e delegati, ha poi eletto Moni, 53 anni, ex delegato Consual, segretario generale con 21 voti a favore e tre astenuti. Il neo numero uno della Fiom ha ricordato i risultati ottenuti dall”organizzazione nell”ultimo anno: «Abbiamo sottoscritto diversi contratti aziendali, esempi di buona contrattazione che vogliamo estendere ad altre aziende – ha affermato -. Alla Cefla abbiamo esteso il premio agli interinali e reintrodotto il consolidato; alla Cima dopo 10 anni siamo riusciti a reintrodurre il premio aziendale; alla Emmetielle, dopo gli anni dei ritardi del pagamento degli stipendi abbiamo ottenuto aumenti di livelli; abbiamo esteso la contrattazione a tutto l”Hub Italia per la Vertiv (ex Emerson); dopo la ristrutturazione in Sacmi Packaging, abbiamo ottenuto un premio di risultato più vantaggioso e con una parte fissa più cospicua».

Sempre nel 2018, ha proseguito Moni «abbiamo registrato sette Fsba (Fondo di solidarietà bilaterale per l”artigianato), tre casse integrazioni ordinarie e due chiusure, Sand Lack e Bombardini. Le fonderie mostrano elementi di sofferenza, contrazioni degli ordini e richieste di cassa integrazione. Non siamo quindi fuori dalla crisi, dobbiamo vigilare e seguire attentamente tutte le trasformazioni. Non sarà semplice ma in questi tempi di personalismi noi Fiom abbiamo puntato sul collettivo e le parole d”ordine saranno lavoro, coinvolgimento, continuo ascolto».

Il segretario uscente Stefano Pedini, nella relazione d”apertura, aveva invece ricordato i numeri della Fiom, che nel 2017 aveva 1.894 iscritti, con circa 230 aziende sindacalizzate. «Tutto questo – ha sottolineato Pedini, che lascia la Fiom di Imola dopo 16 anni, di cui la metà come segretario generale – è possibile solo grazie all’inestimabile lavoro degli oltre 70 delegati e delegate». Pedini, che lascia la Fiom di Imola dopo 16 anni (e otto da segretario generale) ora proseguirà il percorso cominciato due anni fa nella Fiom regionale. (r.c.)

Nella foto il neo segretario Stefano Moni accanto al segretario uscente Stefano Pedini

Congresso Fiom Imola, Stefano Moni nuovo segretario generale, Pedini si occuperà del sindacato regionale
Cronaca 26 Agosto 2018

Tper amplia gli orari per la campagna abbonamenti all'autobus: ecco le nuove aperture

Gli orari della biglietteria Tper per rinnovare l”abbonamento autobus sono scomodi? Niente paura, la società dei trasporti ha deciso di andare incontro agli utenti in occasione della campagna abbonamenti ampliando le aperture per il pubblico.

Per tutto il periodo coincidente con il ritorno dalle ferie estive e con il maggiore afflusso di persone alle prese con sottoscrizioni e rinnovi, la biglietteria Tper di Imola modificherà il suo orario prevedendo anche l”apertura pomeridiana.

Da lunedì 27 agosto a sabato 22 settembre dunque la biglietteria dell’Autostazione di Imola sarà aperta dal lunedì al sabato, dalle 7 alle 12.30 al mattino e dalle 15.30 alle 18 al pomeriggio.

I numeri dell”eliminacode saranno rilasciati al mattino fino a mezz”ora prima della chiusura, tenendo conto del numero di persone presenti in sala d”attesa. Al pomeriggio sarà possibile ritirare i numeri fino a un”ora prima dell”orario di chiusura, ma in ogni caso gli utenti in possesso del numero saranno tutti serviti anche oltre l’orario di sportello.

Oltre che in biglietteria, l”abbonamento annuale (ad esclusione dei casi particolari come l’acquisto rateizzato o lo sconto-famiglia) si può rinnovare anche agli sportelli bancomat di Unicredit, Carisbo e delle banche del Gruppo Intesa oppure online sul sito web di Tper, alla paginawww.tper.it/abbonati, senza costi aggiuntivi. Sono sottoscrivibili via web non solo i rinnovi, ma anche i nuovi abbonamenti, collegandosi sempre con il sito Tper e seguendo le semplici istruzioni. In questo caso il pagamento può essere effettuato con la carta di credito o tramite bonifico bancario. 

Tper amplia gli orari per la campagna abbonamenti all'autobus: ecco le nuove aperture

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