«L’emozione di un’esperienza indimenticabile». E’ quanto prometteva la nuova campagna del marchio di lingerie di lusso La Perla, lanciando a inizio anno la prima collezione di abiti da sposa “Made to measure”, con capi realizzati su misura, cuciti a mano con preziosi fili d’oro. Invece nelle ultime settimane i tagli sartoriali hanno lasciato il posto alle notizie sui tagli di personale, annunciati a sorpresa lo scorso 24 giugno dalla storica azienda bolognese, passata nel 2018 alla società di investimento olandese Sapinda (di recente trasformatasi in Tennor Holding). Ben 126 esuberi su circa 540 dipendenti dello stabilimento di via Mattei, concentrati soprattutto tra gli addetti della società La Perla Manufacturing, il cuore creativo e produttivo del gruppo, che comprende i reparti campionatura e modellistica.
La Perla è nata a Bologna nel 1954 con Ada Masotti ed è diventata nel tempo un brand conosciuto a livello mondiale. Nell’ultimo decennio ha visto susseguirsi diversi proprietari, dopo che nel 2007 gli eredi della fondatrice hanno venduto l’azienda al fondo di private equity statunitense Jh Partners, che nell’arco di sei anni ha portato La Perla a un passo dalla fine. Nel 2013 è stata acquisita all’asta dal manager Silvio Scaglia (ex Fastweb), che ha sbaragliato la concorrenza di Calzedonia e dell’israeliana Delta Galil Industries. Dopo ingenti investimenti per il rilancio del marchio nel mondo, e in particolare nei mercati asiatici, nel dicembre 2017 la notizia della trattativa di vendita al gruppo cinese Fosun, poi sfumata, e della successiva cessione a Sapinda, guidata dal controverso magnate tedesco Lars Windhorst, più volte al centro di battaglie legali per le sue spregiudicate operazioni finanziarie.
Lo scorso 24 giugno, durante una assemblea di routine tra la direzione aziendale e i sindacati, l’annuncio a sorpresa: l’intenzione di dichiarare un esubero di personale impiegato nel sito di Bologna, motivato con la necessità di ridurre i costi e rilanciare il brand. Immediata la reazione dei sindacati, che hanno dichiarato lo stato di agitazione e un primo pacchetto di 16 ore di sciopero, a cui se ne sono poi aggiunte altre, durante le quali le lavoratrici sono in presidio in via Mattei. Il 2 luglio hanno protestato anche davanti alla sede della Regione, dove si è svolto un primo tavolo di crisi. Si attende ora la data dell’incontro al ministero dello Sviluppo economico e di un nuovo incontro urgente convocato dall’assessore regionale Palma Costi, alla notizia che La Perla ha acquisito di recente una quota di minoranza (del valore di 50 milioni di euro) della casa di moda britannica Ralph & Russo. L’azienda bolognese ha al suo interno anche lavoratrici di Medicina, Castel San Pietro, Ozzano e Imola. (lo.mi.)
L”articolo completo è su «sabato sera» del 18 luglio
Nella foto il presidio delle lavoratrici il 10 luglio scorso