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Cronaca 12 Novembre 2018

Partita a Imola la campagna antinfluenzale, tra le prime a vaccinarsi l'assessora Ina Dhimgjini

Vaccinazione antinfluenzale sotto il flash del fotografo per l’assessora al Welfare del Comune di Imola, Ina Dhimgjini. In verità un po’ giovane rispetto al target prioritario, cioè gli over 65, ma l’antinfluenzale è utile anche agli adulti e l’obiettivo è più che lodevole: sensibilizzare le persone al tema della vaccinazione.

«Siamo ad una copertura di un anziano su due, dovremmo raggiungere almeno il 75%» dicono in coro il responsabile prevenzione delle malattie infettive Roberto Rangoni («io mi vaccino da molti anni») e il direttore del distretto Alberto Minardi dell’Ausl.

Per cercare di promuovere la campagna in maniera mirata, come l’anno scorso è sceso in campo il Comitato consultivo misto degli utenti, che da un lato ha già ripreso le «incursioni» nei centri sociali in occasione di tombole ed altri eventi, dall’altro ha coinvolto le parrocchie, in particolare l’interparrocchiale di San Giacomo, in pratica i sacerdoti segnaleranno la presenza dei volantini informativi durante la messa.

Tra l’altro non c’è molto tempo: la campagna è partita il 5 novembre, la malattia nella nostra regione arriva normalmente tra fine dicembre e febbraio (a Parma è stato già identificato il primo caso in una ragazza di 27 anni), quindi vaccinarsi nelle prossime settimane, secondo i tecnici, è l’ideale per consentire all’organismo di sviluppare un’adeguata risposta ed essere protetti al momento del culmine dell’epidemia. (l.a.)

L”articolo completo è su «sabato sera» dell”8 novembre

Nella foto l”assessora Ina Dhimgjini si sottopone al vaccino antinfluenzale

Partita a Imola la campagna antinfluenzale, tra le prime a vaccinarsi l'assessora Ina Dhimgjini
Cronaca 5 Novembre 2018

Il virologo Roberto Burioni a Imola l'8 novembre per CooperAttivaMente: «Anche io mi vaccino contro l'influenza»

«Ho fatto fare tutti i vaccini a mia figlia e io stesso mi vaccino ogni anno contro l’influenza». Ad affermarlo senza incertezze è Roberto Burioni, professore di Microbiologia e Virologia all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, specialista di immunologia, diventato famoso per la sua battaglia a sostegno della scienza e della verità in campo medico, a partire dai vaccini. La sua pagina Facebook è seguita da oltre 432 mila persone e i suoi post hanno centinaia di condivisioni. 

Per questo ha ricevuto offese e minacce dal movimento no vax, pesanti attacchi online diretti anche contro la sua famiglia, come l’estate scorsa, quando si era riaccesa la polemica sull’obbligo delle vaccinazioni per poter frequentare le scuole. Nonostante ciò, Burioni non demorde.

Accanto all’impegno sulla rete ha aggiunto l’attività divulgativa con i libri, il terzo, dal titolo «Balle mortali. Meglio vivere con la scienza che morire coi ciarlatani» (Rizzoli editore), lo presenterà a Imola giovedì 8 novembre alle ore 20.30 alla Sala delle Stagioni (via Emilia 25) all’interno del ciclo di iniziative organizzate da CooperAttivaMente, cioè consiglio di Zona soci del circondario imolese di Coop Alleanza 3.0 e Cooperativa Bacchilega con Librerie.coop.

Nei libri si ritrova la stessa capacità di sintesi, semplicità e precisione dei post sui social. In «Balle mortali» Burioni mette in fila alcuni esempi, tra quelli italiani c’è la donna che soccombe ad un linfoma perché si affida alla Nuova Medicina Germanica, la ragazzina che non si risveglia da un coma diabetico perché i genitori ascoltano chi consiglia di somministrarle vitamine anziché insulina, ovviamente le pagine buie di Stamina e del metodo Di Bella preceduti dal siero «anticancro» di Liborio Bonifacio, ricavato da escrementi di capra.

L’assunto è che gli uomini credono a quello che desiderano, non in ciò che è vero. E quando sono ammalati sono disposti a credere a qualunque bugia, a chiunque gli dica che guariranno, per questo le «balle» sono così pericolose.

Tra le pagine di «Balle Mortali» mette in fila una decina di sciocchezze scientifiche o supposte cure per malattie come il cancro o l’Aids, qual è la «balla» che l’ha colpita di più di tutte?
«Le ritengo tutte terribili, specialmente quelle dove lo Stato ha traballato tra la scienza e i ciarlatani (come il caso della cura Di Bella o l’intruglio Stamina di Davide Vannoni, ndr). Ma ad avermi colpito di più è il caso del bambino di sette anni morto per un’otite esattamente come accadde a mia nonna materna Maria nel 1933. Allora non c’erano gli antibiotici, ma è intollerabile che si possa morire nello stesso modo oggi, quando gli antibiotici avrebbero risolto il problema».

Come mai ci sono tanti medici e scienziati nelle fila dei «ciarlatani»? Non crede occorra una presa di posizione chiara dell’Ordine dei medici in tal senso?
«Ritengo che l’Ordine dei medici debba essere molto severo nei confronti dei propri iscritti quando propinano bugie pericolose abusando della fiducia dei loro pazienti. Molti medici sono protagonisti in senso negativo e noi dovremmo cacciarli dal nostro Ordine per la difesa della professione e dei pazienti stessi».

Lei è oggetto di pesanti attacchi da parte dei cosiddetti no vax, cosa l’ha spinta alla battaglia per una corretta informazione su medicina e scienza?
«E’ cominciato tutto due anni fa, quando mi trovavo negli Stati Uniti per lavoro, con la famiglia, leggevo le bugie che giravano sulle vaccinazioni e decisi di scrivere qualcosa nella mia pagina Facebook per contrastarle. Da lì sono cominciati gli attacchi, ed è incredibile perché è come attaccare chi dice che 2 più 2 fa 4 o che la terra è rotonda, io esprimo solo quanto dice la scienza. Hanno minacciato pure la mia famiglia, mia figlia, ma per me 2 più 2 continua a fare 4». (l.a.)

L”intervista completa è su «sabato sera» del 1° novembre

Il virologo Roberto Burioni a Imola l'8 novembre per CooperAttivaMente: «Anche io mi vaccino contro l'influenza»
Cronaca 1 Novembre 2018

Bombe d'acqua e allagamenti, sopralluogo e proposte per i punti critici di Medicina e Ganzanigo

Le piogge particolarmente intense e concentrate, le cosiddette «bombe d’acqua», si stanno verificando con sempre maggior frequenza. L’estate scorsa hanno messo sott’acqua alcune cantine e fatto scorrere la pioggia a rivoli intensi e profondi lungo alcune strade del medicinese. I cittadini hanno fatto rimbalzare disagi e segnalazioni dai social alle Consulte territoriali fino in Comune.

Da qui la decisione della Giunta Rambaldi di verificare la situazione e martedì 23 ottobre i risultati sono stati illustrati in una riunione delle Consulte alla quale hanno partecipato una quarantina di persone. «Sono emersi problemi dovuti alla conformazione del terreno che si potranno risolvere aggiungendo caditoie o modificando quelle presenti – sintetizza l’assessore ai Lavori pubblici, Matteo Montanari -, in altri casi ci sono errori tecnici o problematiche che dipendono dai privati. Poi ci sono casi più complessi, non solo di recepimento dell’acqua nella fogna ma anche nei canali. Ad esempio nelle zone attorno a via Piave a Medicina e via Baroncini a Ganzanigo, dovremo valutare bene insieme alla Bonifica Renana come è meglio intervenire, per il potenziamento delle fognature o dei canali, e come sostenere i costi».

Il sopralluogo dei punti dolenti è stato fatto il 19 settembre insieme ai tecnici di Hera Spa, che ha in gestione impianti e condotte dell’acqua. Per quanto riguarda uno dei casi più complessi, quello della frazione di Ganzanigo e dell’allagamento che si è verificato in varie zone nel corso del temporale di domenica 2 settembre a partire da via Baroncini-via Pedretti, la relazione spiega che «lo scolo Rondone faticava a ricevere le acque dalla fognatura di via Ganzanigo, in quanto il livello di piena dello scolo era a quota superiore rispetto all’immissione della condotta fognaria. Quest’ultima non potendo scaricare si è velocemente riempita e le caditoie conseguentemente non hanno più svolto la funzione di raccolta di acqua piovana. Gli allacci sono corretti e anche lo scarico sul Rondone ma in casi straordinari ci sono problemi».

Da qui l’esigenza di un’ulteriore valutazione. I tecnici, però, non hanno mancato di puntualizzare la necessità anche di effettuare la pulizia dei fossi che costeggiano via Bottrigara e via Stradellaccio, e il Comune ha già le comunicazioni pronte da inviare alle proprietà private confinanti, come prevedono regolamenti e Codice della strada. Per quanto riguarda l’altra nota dolente, l’area di via Piave nel capoluogo, c’è «un’urbanizzazione non recente priva di sistema di raccolta acque piovane» chiarisce la relazione, per la quale «occorrerà realizzare un nuovo tratto di rete fognaria bianca per il quale Hera ha già formulato un preventivo».

Hera si è impegnata a verificare anche la funzionalità della condotta di via San Carlo che da via Buozzi arriva in via Piave e il tratto successivo che costituisce il naturale proseguimento da via Giovanni XXIII fino in via San Paolo. Nel frattempo, il Comune ripristinerà il fosso di scolo che costeggia via Piave e quello che attraversa l’area verde limitrofa.

«Occorre capire se a valle di via Piave lo scolo di via del Piano sarà in grado di recepire le acque che vi verranno convogliate – aggiunge l’assessora all’Ambiente Francesca Zandi -. Dovremo fare verifiche un po’ in tutta quell’area, dove vi sono zone più critiche e altre meno, ad esempio in via Giovanni XXIII rimane uno spazio verde che permette una maggior permeabilità del terreno, mentre su via Piave c’è un’urbanizzazione nuova, iniziata negli anni ’90, quindi l’imperme-abilizzazione è maggiore». (l.a.)

L”articolo completo è su «sabato sera» del 1° novembre

Bombe d'acqua e allagamenti, sopralluogo e proposte per i punti critici di Medicina e Ganzanigo
Cronaca 31 Ottobre 2018

Dal 5 novembre al via la campagna antinfluenzale, vaccino gratis per over 65 e per alcune categorie di persone

Lunedì 5 novembre comincia la campagna di vaccinazione antinfuenzale. La malattia nella nostra regione arriva normalmente tra fine dicembre e febbraio, quindi vaccinarsi nelle prossime settimane, secondo i tecnici, è l’ideale per consentire all’organismo di sviluppare un’adeguata risposta anticorpale e di essere protetti al momento dell’arrivo dell’epidemia.

Sottovalutata, ritenuta spesso una malattia innocua, l’influenza può invece riservare brutte sorprese, cioè complicanze serie, soprattutto nelle persone più fragili come anziani, donne in gravidanza, bambini e adulti con patologie croniche. E’ per questo che la vaccinazione è gratuita, ovvero rientra tra quelle «offerte» dalla Regione.

Questo vale, in particolare, per chi ha più di 65 anni, nonché, come già l’anno scorso, per altre categorie di persone come gli operatori sanitari e sociosanitari o i familiari di persone ad alto rischio (per evitare di passar loro l’influenza), gli addetti ai cosiddetti servizi pubblici essenziali (insegnanti, autisti di mezzi pubblici), i donatori di sangue, il personale a contatto con gli animali (per diminuire la probabilità di ricombinazioni genetiche tra virus influenzali animali e umani).

Le vaccinazioni vengono effettuate dal medico di medicina generale o dal pediatra. Fino al 30 novembre anche presso gli ambulatori di Igiene pubblica dell’Azienda usl (verificare le modalità di prenotazione e accesso sul sito web www.ausl.imola.bo.it oppure contattando il numero verde regionale 800033033 o l’Ambulatorio vaccinazioni adulti al tel. 0542/604916.

La Regione ha già predisposto un primo invio di 815.000 vaccini per rispondere alle richieste delle categorie «gratuite», a Imola ne sono arrivati 24 mila. Tutti gli altri che vogliono vaccinarsi contro l’influenza possono farlo acquistando il vaccino in farmacia e rivolgendosi poi al proprio medico per l’inoculazione oppure prenotare tramite Cup la prestazione all’Ambulatorio vaccinale.

L”articolo completo è su «sabato sera» del 1° novembre

Dal 5 novembre al via la campagna antinfluenzale, vaccino gratis per over 65 e per alcune categorie di persone
Cronaca 29 Ottobre 2018

Castel San Pietro disciplina il gioco d'azzardo, presto anche orari comuni per le slot con Imola e Medicina

Il Consiglio comunale di Castel San Pietro la scorsa settimana ha approvato all’unanimità il regolamento per la prevenzione e il contrasto delle patologie e delle problematiche legate al gioco d’azzardo. Di fatto, dopo Imola e Medicina, anche Castel San Pietro sceglie di disciplinare il gioco legale di slot machine e videolottery (comunemente slot e vlt), anche se per il momento preferisce non sbilanciarsi nel definire degli orari di funzionamento per le cosiddette «macchinette», come invece hanno fatto a suo tempo i due vicini, rispettivamente nel 2014 e 2016.

Ma è solo questione di tempo ha assicurato l’assessore alla Legalità Fabrizio Dondi: «Approvare il regolamento che disciplina il gioco d’azzardo è un’azione importante per il contrasto alle ludopatie. Al regolamento seguirà, nei prossimi mesi, un’ordinanza del sindaco con gli orari di stop alle macchinette, ma prima vogliamo confrontarci con Imola e Medicina per creare un documento uniforme ed evitare che si crei un “turismo del gioco”».

Sia il gruppo di maggioranza sia le minoranze del Consiglio comunale castellano (Lega e 5Stelle) hanno chiesto con forza che il lavoro della Giunta giunga celermente ad un obiettivo concreto in tema di orari; già due anni fa, infatti, il gruppo consiliare 5Stelle aveva proposto di limitare l’utilizzo di slot e vlt alle fasce orarie dalle 10 alle 13.30 e dalle 17 alle 22.30 poi tutto si è fermato nella speranza di una condivisione territoriale.

L’ordinanza in vigore ad Imola, infatti, prevede che le vlt e slot non possano funzionare nella fascia notturna dall’1 alle 8 del mattino, quella medicinese, invece, ne permette il funzionamento solo tra le 10.30 e le 21.30. Ciò che si vorrebbe evitare, e sul quale è stato interessato da tempo il Circondario, è che per giocare le persone si spostino da un paese all’altro, perlomeno nei territori dei dieci comuni, e che questo finisca anche per danneggiare impropriamente le attività economiche, bar e locali.

Un tema, condiviso da tempo da tutte le forze politiche, che è tornato in auge a livello nazionale con l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri del «decreto dignità» che, oltre a voler combattere il lavoro precario, contiene alcune norme sul gioco d’azzardo, in particolare il divieto di nuovi contratti pubblicitari. Per il ministro Di Maio «un passo storico di grande valore culturale», che ricalca quanto fatto lo scorso anno dal Comune di Imola che nel nuovo regolamento comunale sulle pubblicità aveva dichiarato guerra alle pubblicità sessiste e relative al gioco d’azzardo. (mi.mo.)

L”articolo completo è su «sabato sera»  del 25 ottobre

Castel San Pietro disciplina il gioco d'azzardo, presto anche orari comuni per le slot con Imola e Medicina
Cronaca 22 Ottobre 2018

Uno studio dell'Istituto Ramazzini sui ratti conferma il legame tra le onde elettromagnetiche e l'aumento dei tumori

L’istituto Ramazzini ha da poco concluso uno studio sugli effetti delle onde prodotte da ripetitori e trasmettitori di telefonia mobile. I risultati sono stati esposti venerdì 28 settembre a San Lazzaro in una conferenza promossa da centro sociale Malpensa, Legambiente e associazione San Lazzaro in transizione. L’esito del lavoro, anticipato nei mesi scorsi, è diventato di attualità in quanto si è appena conclusa l’asta delle radiofrequenze che porterà nelle casse dello Stato la cifra record di oltre 6,55 miliardi di euro, sborsati dalle principali società di telefonia.

Lo studio del Ramazzini esamina gli effetti delle frequenze su cui viaggiano le conversazioni e i messaggi dei nostri cellulari, wifi incluso, in particolare la nuova tecnologia 5G. «Tra i nostri obiettivi c’è la divulgazione dei numeri e delle buone pratiche per proteggere la nostra salute – spiega Andrea Vornoli, ricercatore del Ramazzini, 32 anni, che ha lavorato sia in Italia che negli Stati Uniti –. In attesa che «la Iarc (agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, ndr) riveda le sue posizioni sui danni causati dall’esposizione ai campi elettro-magnetici».

L’esito dello studio riapre un controverso dibattito sulla salute pubblica: i cellulari possono generare il cancro? «Sui topi i dati lasciano pochi dubbi» affermano i ricercatori del Ramazzini. Due gli studi che li hanno convinti. Il primo, svolto negli Stati Uniti dal National Toxicology Program (Ntp), il secondo, a suffragio dei risultati americani, eseguito in Italia dal Ramazzini, che a Bologna ha tre sedi: il poliambulatorio di via Libia, il centro clinico di prevenzione oncologica di Ozzano, che tra le altre cose offre visite di prevenzione oncologiche gratuite per gli over 65, e un centro di ricerca presso il castello di Bentivoglio.

Il succo della ricerca si trova nei risultati dei due studi, americano e italiano. Sebbene le cavie statunitensi sono state esposte a radiofrequenze mille volte superiori a quelle della prova svolta dal Ramazzini, «i ratti si ammalano, nei due continenti, dello stesso tumore».

Nello studio italiano circa 2.500 ratti sprague-dawley, quelli più usati negli studi clinici, sono stati esposti a radiazioni gsm con una frequenza di 1.8 gigahertz (Ghz), ossia quella delle antenne per la telefonia mobile. L’esposizione è stata di 19 ore al giorno per tutta la loro vita, dalla gravidanza delle madri fino alla loro morte, con dosi identiche a quelle cui siamo esposti noi quotidianamente. L’indagine italiana ha valutato l’impatto generale delle radiazioni ambientali, mentre gli americani hanno verificato gli effetti di quelle emesse dai cellulari posizionati a poca distanza da specifici tessuti.

Entrambe le ricerche hanno osservato nei ratti maschi un aumento nell’incidenza dell’1,4% di rari schwannomi maligni, tumori che colpiscono le cellule nervose cardiache, mentre nelle femmine quello di gliomi maligni al cervello. In entrambi i sessi è stata osservata anche l’iperplasia delle cellule di Schwann, che sono nel sistema nervoso periferico. Un caso, dunque, che due studi sui ratti sottoposti a onde elettromagnetiche abbiano generato gli stessi risultati? I ricercatori sono convinti di no. «Sulla base dei risultati comuni – ha spiegato Vornoli– riteniamo che la Iarc debba rivedere la classificazione di radiofrequenze, da “possibili” cancerogeni, come definite finora, a “probabili”». (ti. fu.)

L’articolo completo è su «sabato sera» del 18 ottobre

Uno studio dell'Istituto Ramazzini sui ratti conferma il legame tra le onde elettromagnetiche e l'aumento dei tumori
Cronaca 12 Ottobre 2018

Io non rischio: la campagna della Protezione Civile in piazza a Imola sabato 13 ottobre

Io non rischio: si chiama così la campagna nazionale per le buone pratiche di protezione civile che quest’anno, il 13 ottobre, avrà luogo anche nella nostra città, con un allestimento ben articolato in piazza Caduti per la Libertà.

Durante questa iniziativa, organizzata in contemporanea a livello nazionale dal dipartimento della Protezione civile e giunta all’ottava edizione, il volontariato di Protezione civile, le istituzioni e il mondo della ricerca scientifica si impegneranno per spiegare ai cittadini quali sono i rischi naturali che interessano il nostro Paese e quali precauzioni prendere per diffondere la cultura della prevenzione e sensibilizzare sul rischio sismico, di alluvione e maremoto.

L’allestimento dei punti comprende un gazebo informativo, una linea del tempo che riepiloga i terremoti avvenuti in passato nel nostro territorio e un totem con attività interattive sul tema rivolte anche ai bambini; i volontari si rivolgeranno alle persone presenti per spiegare le buone regole di protezione civile individuale, che cosa possono fare le famiglie e le persone preventivamente per ridurre i rischi, per esempio, per quanto riguarda i terremoti: conoscere il piano di emergenza del Comune, che prevede vari luoghi di raccolta per ogni zona della città; conoscere la struttura della propria casa, sapere quali sono i muri portanti; non avere mensole sopra la testata del letto, fissare ai muri tutti i mobili pesanti con i tasselli; mettere le stoviglie più pesanti in mobili chiusi con gli sportelli e non mettere il vetro in scaffali aperti.

Si spiegherà anche cosa fare in caso di terremoti: per esempio, la prima regola è non scappare, ma posizionarsi in punti sicuri come gli architravi dei muri portanti o sotto un tavolo robusto.

L”articolo completo è su «sabato sera» dell”11 ottobre

Nella foto l”allestimento dell”edizione 2017 a Bologna

Io non rischio: la campagna della Protezione Civile in piazza a Imola sabato 13 ottobre
Cronaca 1 Ottobre 2018

Smog, in vigore da oggi 1° ottobre i limiti alla circolazione di veicoli e all'uso di camini e stufe inquinanti

Primo giorno di ottobre e come ogni anno entrano in vigore in Emilia Romagna le misure contro lo smog, che dureranno fino al 31 marzo 2019. Si tratta di misure di due tipi: quelle che limitano la circolazione per i veicoli più inquinanti al fine di ridurre le emissioni in atmosfera e quelle per incentivare la mobilità sostenibile.

Procedendo con ordine, da oggi e per i prossimi sei mesi, nei 30 comuni della regione che hanno aderito al Pair (Piano aria integrato regionale), non potranno circolare dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 18.30 e nelle domeniche ecologiche i mezzi a maggiore impatto ambientale: i ciclomotori pre-euro, i veicoli a benzina fino all’euro 1 e i diesel euro 1, 2, 3 e 4. I divieti si estenderanno anche alle altre domeniche in caso di superamento per più di quattro giorni dei livelli di pm10 nell’aria. Nel circondario le limitazioni riguardano Imola, nei territori limitrofi si applicano a Ozzano (insieme agli altri comuni dell’agglomerato di Bologna), Faenza e Lugo.

La normativa prevede comunque una serie di eccezioni per alcune categorie di persone che potranno muoversi con qualsiasi mezzo, senza limitazioni: i lavoratori turnisti, chi si muove per motivi di cura, assistenza ed emergenza, chi accompagna bambini a scuola e le persone con un Isee annuo fino a 14 mila euro. Nessun divieto anche per i veicoli che viaggiano con almeno tre persone a bordo, se omologati per quattro o più posti e con almeno due persone, se omologati per due o tre posti a sedere (car pooling), per quelli con alimentazione a metano, Gpl, elettrica e ibrida. Altre deroghe riguarderanno, ad esempio, le imprese.

Alla seconda categoria, quella delle misure per favorire la mobilità sostenibile, appartengono l’autobus gratis per i pendolari abbonati al treno, gli eco-bonus fino a 10 mila euro per la rottamazione dei veicoli commerciali diesel fino a euro 4 e il contributo annuo di 191 euro per tre anni (in sostanza la spesa per il bollo) per chi compra un’auto ibrida.

Sono inoltre confermate le restrizioni, che hanno provocato qualche polemica nelle settimane scorse, all’uso dei camini aperti tradizionali (senza sportello di chiusura), delle stufe o delle caldaiette con efficienza energetica inferiore al 75%, ossia quelle meno efficienti e più inquinanti, di classe “1 stella”. Sono tuttavia esclusi dal divieto i comuni montani, le abitazioni che non abbiano sistemi alternativi di riscaldamento, le attività commerciali come pizzerie e ristoranti.

Possono essere liberamente usati gli impianti a biomassa (legna o pellet) di classe 2 stelle o superiore, ovvero la stragrande maggioranza di quelli recenti o di nuova installazione come quelli acquistati con il contributo del Conto termico nazionale.

In caso di emergenza, che scatterebbe nel caso si registrassero quattro giorni consecutivi di sforamenti dei limiti di pm10, i divieti si farebbero più stringenti e riguarderebbero anche i veicoli a benzina fino all”euro 4 e le stufe fino alla classe “2 stelle”, oltre all’obbligo di abbassare la temperatura nelle abitazioni a 19 gradi e nelle aziende a 17. Se i giorni di sforamento consecutivi salissero a 10, anche le stufe classe “3 stelle” sarebbero incluse nelle limitazioni.

Nell”immagine l”infografica della Regione sulle limitazioni alla circolazione dei veicoli

Smog, in vigore da oggi 1° ottobre i limiti alla circolazione di veicoli e all'uso di camini e stufe inquinanti
Cronaca 25 Settembre 2018

West Nile, nella notte tra il 26 e il 27 settembre trattamento anti-zanzare all'esterno dell'ospedale di Imola

Prosegue la campagna di disinfestazione contro le zanzare adulte da parte dell”Ausl di Imola per contrastare la diffusione del virus West Nile. Il trattamento all”esterno dell”ospedale Santa Maria della Scaletta di Imola (ospedale nuovo) sarà eseguito nella notte tra mercoledì 26 e giovedì 27 settembre.

Le modalità dell”intervento saranno analoghe a quelle dei precedenti, quindi tramite nebulizzazione a basso volume di una soluzione di piretrine naturali a residualità limitata. Per la giornata di giovedì 27 l”Ausl invita comunque ospiti e visitatori a non fermarsi a lungo nei giardini dell”ospedale, mentre per l”interno dell”edificio l”indicazione è quella di mantenere chiuse le finestre nella notte del trattamento.

L”azienda fa inoltre sapere che la disinfestazione contro le zanzare adulte è complementare ai trattamenti larvicidi, che continuano ad essere regolarmente effettuati.

Come si ricorderà, la campagna avviene in esecuzione della direttiva regionale in materia, ma anche il Comune di Imola, a fine agosto, era intervenuto con un”ordinanza a firma della sindaca Manuela Sangiorgi per disporre l”obbligo di eseguire interventi adulticidi di disinfestazione a cadenza settimanale, fino al 30 settembre 2018, a carico di «tutti i soggetti gestori, responsabili o che comunque ne abbiano l’effettiva disponibilità di ospedali, case di cura, case di riposo, case famiglia, strutture socioassistenziali, centri sociali e altri luoghi di aggregazione di persone anziane con presenza di spazi verdi fruibili dagli utenti».

West Nile, nella notte tra il 26 e il 27 settembre trattamento anti-zanzare all'esterno dell'ospedale di Imola
Cronaca 20 Settembre 2018

Virus West Nile, la Regione ha convocato i sindaci per la lotta alle zanzare: “Disponibili ad aumentare i contributi'

La Regione invita a serrare le fila e intensifica le iniziative per contrastare la diffusione del virus West Nile. L’assessore alle Politiche per la Salute, Sergio Venturi, ha convocato in questi giorni i sindaci dei Comuni capoluogo e i presidenti di Provincia per illustrare le prossime mosse: una giornata di formazione il 7 novembre a Bologna per i tecnici comunali e gli operatori sanitari coinvolti nelle attività di sorveglianza e lotta alle zanzare e un convegno con la partecipazione di specialisti entro la fine del 2018.

Intanto sarà potenziato il gruppo regionale sulle malattie trasmesse dalle zanzare (costituito nel 2007 dopo l’epidemia di Chikungunya) e, contestualmente, si cercherà di mettere in campo strategie innovative per coinvolgere di più i cittadini nella disinfestazione contro gli insetti portatori del pericoloso virus, in considerazione del fatto che il 75-80% dei focolai si registra in aree private.

«Quest’anno ci siamo mossi nei tempi giusti, ma si è trattato di un anno davvero particolare, che potrebbe ripetersi – ha commentato Venturi -. Quindi, dobbiamo serrare le fila. Intanto rinnoviamo questo gruppo di lavoro, che è un gruppo tecnico: è la sede idonea in cui possono trovare risposta le specifiche esigenze territoriali e attraverso cui vengono fornite informazioni tempestive sui lavori e gli eventi in corso». Venturi ha garantito, inoltre, il sostegno economico della Regione per gli interventi di disinfestazione condotti dagli enti pubblici, sottolineando la disponibilità ad incrementarlo: la Regione contribuisce da sempre con un finanziamento consistente, “ed è sempre disponibile ad incrementarlo” ha concluso Venturi.

L’incontro ha rappresentato anche l’occasione per fare il punto sui casi di persone infettate. L’assessore ha fatto sapere che si sono manifestate ad oggi in regione 96 forme neuroinvasive di West Nile e che dal 12 settembre non sono stati segnalati nuovi casi. I decessi sono stati 18 (il primo a Imola si è verificato il 13 settembre scorso, ndr), 66 i casi di forme febbrili e 26 le infezioni asintomatiche. Le persone decedute avevano tra i 63 e gli 87 anni.

Virus West Nile, la Regione ha convocato i sindaci per la lotta alle zanzare: “Disponibili ad aumentare i contributi'

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