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Economia 2 Ottobre 2019

Dove vanno i rifiuti prodotti dalle aziende? Facciamo il punto con il direttore del Consorzio Astra di Faenza

Ridurre e differenziare i rifiuti è ormai questione di sopravvivenza e tutti siamo chiamati a fare la nostra parte. Ma cosa accade quando i rifiuti che sono stati più o meno scrupolosamente raccolti proseguono il loro viaggio dal cassonetto in poi? Qual è la loro effettiva destinazione finale? I meccanismi di smaltimento e recupero sono gestiti fino in fondo? E come? A questo proposito lo scorso anno il consorzio Astra, che riunisce 32 imprese attive nel settore dei servizi ambientali da Reggio Emilia a Rimini (tra cui le imolesi Cuti-Consai, Car, Zini Elio, la mordanese Remaind, le castellane Trascoop e Marchesini), aveva lanciato un preoccupante allarme: non si sa più dove collocare i rifiuti prodotti dalle aziende, che rappresentano i tre quarti del totale di rifiuti generati ogni anno in Italia. Gli impianti che gestiscono i rifiuti non recuperabili sono ormai saturi. Abbiamo chiesto al direttore del consorzio, Boris Pesci, di aggiornarci in proposito.

A un anno di distanza, è cambiato qualcosa?
«Ci sono ancora difficoltà nello smaltimento finale. Come consorzio ci siamo dati da fare per acquisire nuovi impianti finali di smaltimento nelle Marche e a Sogliano (Forlì-Cesena), per cui, mentre un anno fa eravamo molto in difficoltà, oggi possiamo dare una risposta più ampia ai nostri clienti. Ma il problema resta. Alla fine dell’anno prevediamo addirittura un peggioramento, perché a Castel Maggiore chiuderà l’unica discarica che abbiamo in Emilia Romagna per rifiuti pericolosi. Mancano anche impianti di destinazione finale per quegli inerti che non trovano sbocchi sul mercato, anche perché la crisi dell’edilizia è ancora tangibile: non si fanno più le grandi opere infrastrutturali, tipo la quarta corsia dell’A14 di cui si parla tutti gli anni, ma poi non si sa quando si farà. Se prima della crisi negli impianti di recupero entrava 100 e usciva 100, oggi entra il 50 ed esce il 30. Ciò che rimane si accumula e bisogna portarlo da qualche parte. In Emilia Romagna mancano anche gli impianti di destino finale degli inerti, dove poter collocare, ad esempio, il semplice terreno vagliato. Dove portiamo questo materiale se il mercato non lo vuole? Se poi ci riferiamo a tipologie di rifiuti più particolari, come i rifiuti industriali pericolosi, siamo in crisi totale, perché gli inceneritori dell’Emilia Romagna non riescono a smaltire tutto ciò che l’industria regionale produce».

E quindi dove vanno a finire questi rifiuti… rifiutati?
«Li mandiamo negli inceneritori della Lombardia e, soprattutto, in Germania. Anche il cemento amianto, l’«eternit», finisce prevalentemente in Germania. Questo materiale, in realtà, necessita di uno smaltimento molto semplice, dato che alla fine viene solo depositato in discarica e coperto di terra. Ma in Italia è un problema fare una discarica di cemento-amianto, che io chiamerei “stoccaggio definitivo”, dato che questo materiale non ha cicli di recupero e che la parola “discarica” dà fastidio».

In passato la Cina riusciva a incamerare molti rifiuti, prodotti anche dall’Italia. Ora qual è la situazione?
«Negli ultimi vent’anni in Italia abbiamo detto che recuperavamo la plastica, ma in realtà l’abbiamo portata quasi tutta in Cina. Per cui, quando dal 1° gennaio 2018 la Cina ha tagliato le importazioni dall’Europa di plastica e carta, c’è stato un tracollo. Se prima usciva 100, oggi la quota di rifiuti che va in Cina è pari a 5. E si tratta di materiale di qualità molto buona, che non è certo quella delle differenziate. Di quel 95 per cento che la Cina non prende più non sappiamo cosa farcene, perché non ci sono impianti di recupero a sufficienza né c’è domanda di plastica riciclata, proveniente sia dai rifiuti urbani domestici sia dal comparto produttivo della filiera italiana, che da solo produce il 75 per cento del totale. Per la carta, fortunatamente, le cartiere italiane danno ancora una buona risposta, anche se il prezzo è crollato e quindi gli impianti di recupero sono comunque in difficoltà». (lo.mi.)

L”intervista completa è su «sabato sera» del 26 settembre

Nella foto uno degli impianti di stoccaggio di Astra

Dove vanno i rifiuti prodotti dalle aziende? Facciamo il punto con il direttore del Consorzio Astra di Faenza
Cronaca 30 Luglio 2018

Raccolta rifiuti, a Castel Guelfo i cassonetti si apriranno solo con la carta Smeraldo

Da domani 31 luglio a Castel Guelfo per aprire i cassonetti servirà la Carta Smeraldo.

La novità arriva nell’ambito della riorganizzazione dei servizi di raccolta dei rifiuti urbani in atto a Castel Guelfo, che ha portato al posizionamento di oltre 30 isole ecologiche di base, per un totale di quasi 200 nuovi contenitori (quelli tradizionali in precedenza erano 120).

Anche a Castel Guelfo dunque, dopo un primo periodo di apertura libera per garantire il passaggio graduale al nuovo servizio, i cassonetti si apriranno solo con la tessera dei servizi ambientali di Hera fornita in dotazione, appunto la Carta Smeraldo. Per segnalare la modifica e informare i cittadini, in tutte le isole ecologiche sono stati collocati volantini informativi.

Gli utenti, famiglie e imprese, non ancora in possesso della tessera o che l”avessero smarrita, hanno la possibilità di richiederla recandosi allo sportello permanente, attivo da inizio giugno, al piano terra del municipio di Castel Guelfo (entrata da via Mura), portando i riferimenti del contratto o una bolletta Tari di recente emissione. Lo sportello è aperto il sabato dalle 9 alle 12.

Indicazioni particolari riguardano invece le aziende e le attività che producono grandi quantità di rifiuti. Quelle che scartano imballaggi in cartone, vetro, legno, plastica e alluminio, oppure di rifiuti organici, per i quali non risultano sufficienti le normali isole ecologiche di base, possono richiedere servizi dedicati di raccolta direttamente presso le attività stesse. Chi invece produce quantità di rifiuti non differenziabili incompatibili con il conferimento nelle calotte stradali, avranno la possibilità di richiedere ulteriori contenitori dedicati, di diverse volumetrie a seconda del fabbisogno.

Per informazioni si può comunque contattare il Servizio clienti Hera per le attività non domestiche al numero verde 800.999.700 attivo dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 22 e il sabato dalle 8 alle 18.

Infine, è opportuno ricordare che la raccolta della carta non avviene più su strada attraverso i sacchi azzurri. La carta e il cartone devono essere conferiti o nell’apposito contenitore stradale con coperchio blu, oppure direttamente alla stazione ecologica di Castel Guelfo, in via Luigi Maria Casola.

Raccolta rifiuti, a Castel Guelfo i cassonetti si apriranno solo con la carta Smeraldo

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