Cosa mangiano i bambini a scuola? Il Comune di Imola vara la Carta dei servizi
Anche la ristorazione scolastica ha la sua Carta dei servizi. Il documento, approvato dal Comune lo scorso 12 dicembre, sarà a breve pubblicato sul sito www.comune.imola.bo.it e distribuito alle famiglie i cui figli usufruiscono del servizio. «E’ la prima volta – sottolinea l’assessore alla Scuola, Giuseppina Brienza – che il Comune predispone una Carta dei servizi della ristorazione scolastica. In questo modo le famiglie possono avere tante notizie su come è organizzato il servizio, come viene erogato, il modo in cui si scelgono gli alimenti, la logica dei menu differenziati, i progetti di educazione alimentare. Questo con l’obiettivo di mettere più in evidenza ciò che si fa».
La Carta dei servizi mette nero su bianco anche alcune novità introdotte lo scorso anno dal capitolato di riferimento per la gara d’appalto del Servizio di ristorazione scolastica nei nidi, nelle scuole d’infanzia e primarie di Imola, Borgo Tossignano, Fontanelice, Casalfiumanese, Castel del Rio, per il triennio che termina il 31 agosto 2020. Ad aggiudicarsi l’appalto, del valore di quasi 12 milioni e 800 mila euro, è stato il raggruppamento temporaneo di imprese costituito dalla capogruppo Camst, dalla faentina Gemos ed Elior Ristorazione, con sede a Milano, ma presente in tutta Italia. Tra le novità introdotte, l’aggiunta di alimenti biologici certificati, l’introduzione di prodotti Dop e Igp (parmigiano reggiano, grana padano, mortadella di Bologna, prosciutto crudo di Parma o di Modena, squacquerone e pera Emilia Romagna). Banditi invece Ogm, olio di palma e grassi idrogenati.
Nelle scuole di Imola vengono serviti ogni giorno circa 3.200 pasti, per un totale annuo di circa 470 mila, consumati da alunni e insegnanti. Oltre al menu standard, le famiglie possono scegliere fra 11 diete speciali per motivi di salute, religiosi, etici o per convincimenti personali (dieta in bianco, senza maiale, senza carne, vegetariana, senza nocciole e frutta secca, senza latte e latticini, senza pomodoro, senza pesce, senza uovo, per celiaci e per diabetici). «E’ migliorata la qualità dei prodotti – dettaglia Elisabetta Battilani, la dietista che sceglie i piani alimentari – in virtù dell’offerta migliorativa fatta dalle ditte che hanno vinto la gara di appalto. Sono stati aggiunti ulteriori alimenti bio come i legumi e la frutta e sono aumentate le merende a base di prodotti freschi, non confezionati. Una grande conquista è stata l’introduzione in tutte le scuole dei carrelli che mantengono le temperature delle pietanze, attrezzature fornite dalle stesse ditte».
Rispetto a qualche anno fa anche il menu standard ha subito qualche modifica, per andare incontro ai gusti dei bambini. Come, ad esempio, le lasagne di lenticchie. «Ci siamo resi conto – spiega – che piacevano più agli adulti che ai bambini e avevamo tanti scarti. Il problema era nell’aspettativa: la parola lasagne evoca besciamella, ragù, parmigiano e pasta fatta a strati; una parte dei bimbi si sentiva ingannata. Inoltre, i bimbi preferiscono una cucina semplice e gusti “puliti”. Abbiamo scelto quindi di separare gli ingredienti e proporre le lenticchie da sole». Qualche anno fa c’erano state polemiche scaturite dallo scarso gradimento per i bastoncini di merluzzo. «Adesso vengono serviti solo una volta su cinque. Dagli ultimi due anni proponiamo anche filetti di platessa, halibut o nasello gratinato al forno, con doratura a base di uovo, pangrattato e farina di mais, che rende il tutto simile a una cotoletta fritta».
In cima alla classifica dei cibi più amati dei bambini, però, c’è un altro piatto. «Piace moltissimo l’hamburger di manzo con ketchup casalingo fatto con pomodoro, zucchero e aceto, servito con un panino al sesamo – conclude -. Molto gradito è anche il pane ai cereali, per la sua consistenza e fragranza. Prima veniva proposto solo una volta al mese e da quest’anno arriva in tavola tre o quattro volte al mese».
Nella foto: servizio ristorazione alla scuola d’infanzia Pambera di Imola
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