Oltre duemila “sardine” a Imola. Il leader Santori invita ad andare a votare il 26 gennaio – VIDEO
Ieri sera oltre duemila “sardine” hanno sfidato il gelo per partecipare a Imola alla manifestazione per i diritti e la politica, contro i linguaggi d”odio e il populismo. Il movimento partito da Bologna un mese fa con il flash mob di sfida all’intervento di Matteo Salvini al Paladozza ha riempito buona parte di piazza Matteotti. Un evento, come gli altri analoghi che si sono già svolti in decine di città italiane, auto-organizzato tramite social e passaparola. Al microfono si sono alternati i coordinatori imolesi Paolo Cinti e Maria Pia Martignani, ed era presente anche uno dei quattro ragazzi bolognesi che hanno dato il via alle “6000sardine”, Mattia Santori, che ha invitato tutti “a non astenersi il 26 gennaio” e il riferimento è alle elezioni regionali in Emilia Romagna.
Uno degli slogan più diffuso sui cartelli colorati (qualcuno pure con le lucine) a forma di sardina era “Imola non si lega” unito alla parola sardina trasformata in acronimo con le parole: “Solidarietà, accoglienza, rispetto, diritti umani, intelligenza, non violenza, antifascismo”. Poi le canzoni da Bella Ciao a Libertà è partecipazione.
Tra la folla giovani e pensionati, politici e amministratori di aree diverse, dal M5s al Pd, qualcuno proveniente dai paesi vicini. Nessuna bandiera o simboli per una manifestazione che vuol essere trasversale e unire oltre le tifoserie partitiche, ma è chiaro nasce contro la Lega o meglio un certo modo di fare politica incarnato dalla Lega. Santori spiega: “Il problema è che Salvini è il massimo rappresentante di una certa destra che ha deciso di passare il limite, esistono un linguaggio e delle regole oltre le quali non puoi andare, se tiri troppo la corda ad un certo punto si spezza ed evidentemente la gente se ne è accorta”.
Qualche metro più in là una decina di sostenitori della Lega a fare volantinaggio davanti alla sede di via Emilia. Il confronto numerico a distanza con le sardine è impietoso, così come martedì mattina, l”incursione a sorpresa di Matteo Salvini, nonostante il giorno di mercato, ha raccolto appena una cinquantina di simpatizzanti. E” indubbio il tentativo leghista di tenere il punto sulle piazze, tra la gente, dove i selfie di rito sono formidabile supporto alla macchina da guerra social del Carroccio, ma ora le allegre “sardine” con le loro adunate l”hanno messa un po” in crisi. Fino a quanto è presto per dirlo. (l.a.)