Coronavirus, 31 nuovi casi nell”imolese, stazionari i ricoveri. La Regione punta ai tamponi rapidi per le visite nelle case di riposo
Doppio dei tamponi e doppio dei casi rilevati, stazionari i ricoveri. Questa la sintesi di oggi nel bollettino dell”Azienda usl di Imola che vede nei dieci comuni del circondario ben 30 nuovi casi refertati, di cui 17 con sintomi. Si tratta di 22 persone residenti a Imola, 3 di Castel San Pietro, 2 di Dozza, 1 di Medicina, 1 Castel Guelfo e 2 residenti fuori territorio. Dall”indagine epidemiologica si rileva che 16 sono contatti di casi già accertati (6 sono riferibili a tre diversi focolai famigliari), 1 è stato rilevato attraverso screening prericovero, ma 14 sono casi sporadici, cioè dei quali non è stato possibile determinare il contagio. Salgono così a 172 i casi attivi che fanno capo al circondario imolese. Le persone ricoverate a Imola sono 12 in tutto più 2 in terapia intensiva a Bologna.
L”età media dei nuovi positivi è 46,2 anni. La provincia con più contagi è decisamente quella di Bologna (235), a cui vanno uniti i dati di Imola (31), a seguire Reggio Emilia (114), Rimini (86), Modena (84), Parma (76), Piacenza (75), Ferrara (57), Ravenna (52), l”area di Cesena (43), quella di Forlì (36).
Situazione complicata ma non troppo in una regione che oggi sfiora i 900 casi (889) per metà con sintomi. Soprattutto dove il numero dei ricoveri nei reparti Covid cresce di 40 persone (636 in tutto), stabile, invece, la situazione nelle terapie intensive (fermi a 86 complessivi). I casi attivi attualmente sono 11.663, le persone in isolamento a casa 10.941 quindi la percentuale delle persone con sintomi leggeri o comunque che non necessitano di cure ospedaliere rimane alta seppur leggermente inferiore ai giorni scorsi (93,8%). E ci sono altri sei morti (tre uomini a Bologna di 93, 81 e 66 anni, due a Parma sempre uomini di 95 e 85 anni, una donna a Piacenza di 93 anni).
Tutto questo in un panorama italiano ben più complesso con un”impennata dei nuovi casi nelle ultime 24 ore da 10.874 a 15.199. Il dato più alto da quando è ripreso a crescere il contagio secondo il bollettino del ministero della Salute. La situazione particolarmente difficile in Lombardia, Campania, Lazio.
In questo panorama in cui si cerca di non abbassare la guardia la Regione sta cercando anche di venire incontro all”esigenza sociale data dalla necessità delle visite nelle strutture per anziani o disabili, i più fragili di fronte al virus. “La sicurezza va garantita e rimane la priorità assoluta, ma accanto all’esigenza sanitaria ne esiste una, altrettanto importante, che è quella affettiva, umana” hanno dichiarato la vicepresidente con delega al Welfare Ellie Schlein e l”assessore alle Politiche per la salute Raffaele Donini. L”idea? Dotare i gestori delle case di riposo di tamponi rapidi per favorire una modalità di screening immediato rivolto a familiari e parenti. Questo per ovviare alla chiusura totale. “Entro la prima decade di novembre, in concomitanza con l’arrivo dei tamponi rapidi, i parenti potrebbero avere la possibilità di effettuare il tampone direttamente nella struttura e, se l’esito sarà negativo, di vedersi autorizzare dai gestori la possibilità di incontrare i propri cari lì ospitati”.
La direzione generale dell’assessorato al Welfare e alle Politiche per la salute definirà già nei prossimi giorni le modalità operativei, dopo un confronto diretto con i gestori delle strutture che li richiederanno. (r.cr.)