La cucina italiana è patrimonio Unesco. Panieri: «Riconoscimento parla anche di Imola»
La cucina italiana è ufficialmente patrimonio culturale immateriale dell’umanità. La notizia arriva oggi da New Delhi, dove il Comitato intergovernativo dell’Unesco ha approvato all’unanimità l’iscrizione. A motivarlo non solo la qualità delle preparazioni della tradizione gastronomica italiana, ma l’insieme di saperi, pratiche e identità che attraversano territori, comunità e generazioni. Un risultato accolto con soddisfazione in Emilia-Romagna. «Riconoscimento straordinario, frutto del lavoro di agricoltori, chef e produttori – ha commentato l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi – la nostra regione è protagonista con le sue 44 Dop e Igp e con l’impegno di realtà come Casa Artusi, che porta nel mondo l’eredità di Pellegrino Artusi». Una tappa che, come sottolinea la Regione, chiama ora l’Italia a valorizzare e proteggere ancora di più il proprio patrimonio agroalimentare.
Soddisfazione anche a Imola, dove il sindaco Marco Panieri parla di «passaggio storico che premia una cultura viva, fatta di famiglie, artigiani e comunità locali». Un legame che ci tocca da vicino con l’impegno che la città dedica al Baccanale, che da anni promuove cibi, vini e culture. Tra l’altro, la candidatura all’Unesco è stata sostenuta per prima dalla rivista La Cucina Italiana, la cui direttrice, Maddalena Fossati, è stata tra i protagonisti dell’edizione 2025 del Baccanale insieme a Massimo Montanari.
ed.cr.
La direttrice de La Cucina Italiana Maddalena Fossati e il sindaco Marco Panieri a settembre in occasione della presentazione del Baccanale 2025
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