Ormai saranno pochi a ricordare che tra gli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso il mercato del bestiame di Imola si trovava in un”area situata tra viale Carducci, via Pambera e via De Rosa. La spianata dove venivano esposti gli animali, però, veniva usata anche per altre attività, come, per esempio, le gare di gimkana per le motociclette, come si vede in questa fotografia, risalente al 1946.
Pillole
Soldati della Grande guerra in riposo nelle retrovie
Il soldato Zambrini, di Imola, si trova nelle retrovie della prima linea in Veneto, al confine con il Friuli, per un periodo di riposo, nel 1916, il secondo anno di combattimenti della Grande guerra sul fronte italiano. Da notare la meridiana sul muro dell”edificio di sinistra.
Quando gli italiani conquistarono la Libia
Il 3 ottobre 1911 l”Italia dichiarò guerra alla Libia e bombardò Tripoli dal mare. L”occupazione di quel territorio, in un periodo in cui gli Stati europei traevano dallo sfruttamento delle colonie ingenti risorse, dopo i primi successi non fu però così semplice, aspri combattimenti con compagnie decimate, dure repressioni, uso dei gas asfissianti riuscirono a malapena a ridurre sotto controllo la fascia costiera, mentre l”entroterra non fu occupato. Nella foto un gruppo di militari, tra i quali un imolese, posa in uno studio fotografico improvvisato a Derna alla fine del 1911.
L'orfanotrofio maschile di via Pambera
Ormai è un ricordo di pochi, ma in via Pambera, dove oggi si trova la scuola dell”infanzia, una volta aveva sede l”orfanotrofio maschile che, oltre agli orfani, ospitava i bambini di famiglie bisognose e quelli che vivevano troppo lontano dalle scuole che dovevano frequentare, a mo” di collegio. La foto, scattata nel 1929, mostra cinque ragazzi (Mirri, Tanfani, Venieri, Massari e Farinelli) su una panchina del cortile, durante un momento di ricreazione.
La vendemmia al Centro sociale La Stalla
Gli spazi del Centro sociale La Stalla furono ottenuti ristrutturando una vecchia casa colonica destinata alla demolizione, a lato degli insediamenti artigianali della zona Serraglio. L’iniziativa fu condotta da un gruppo di giovani e meno giovani, con l’aiuto dell’allora parroco di San Giovanni Nuovo, don Cleto Zaniboni, che fu uno dei maggiori promotori delle attività. Dopo poco tempo don Cleto fu allontanato dalla parocchia, ma il centro sociale aveva ormai acquisito una sua fisionomia e proseguì l”attività in autogestione. Qui vediamo la vendemmia del 1977 (il centro sociale aveva anche il vigneto); sulla sinistra si riconosce il presidente di allora, Vito Neri.
L'occupazione del fondo Bellarosa a Bubano
Negli anni Cinquanta del secolo scorso un collettivo di braccianti lavorò per un certo periodo il fondo Bellarosa di Bubano (quasi al confine con Massalombarda) in base a un accordo informale con la proprietà. Quando subentrò un nuovo proprietario l”accordo fu rifiutato e i braccianti occuparono il fondo, ottenendo anche la solidarietà dei fornaciai della Brunori; l”occupazione ebbe termine con l”intervento del reparto Celere della polizia, che cacciò gli occupanti con la forza. Nella foto si vede l”esodo dei braccianti che trasportano le poche masserizie su un carro trainato dal trattore.
Tifosi di Van Looy ai mondiali di ciclismo sui Tre Monti
Il Campionato mondiale di ciclismo su strada per professionisti del 1968 si disputò a Imola l”1 settembre, sul nuovissimo percorso dei Tre Monti, e vide al primo posto Vittorio Adorni, che vinse per distacco su Herman Van Springel (Belgio) e Michele Dancelli. Gli appassionati accorsero numerosi da ogni parte. Moltissimi i belgi, che qui vediamo innalzare uno striscione inneggiante a Rik Van Looy, velocista dai numerosi successi, che proprio a Imola fu protagonista di una prima parte di gara brillante, in fuga con Adorni.
«Jawa», le moto dalla Cecoslovacchia alla Fiera del Santerno
Lo stand delle moto Jawa, prodotte in Cecoslovacchia, presente alla Fiera del Santerno per la prima volta nel 1948. A Imola queste moto erano rivendute da Rinaldo Rocchi, che aveva l”officina in via Cosimo Morelli, di fronte alla caserma dei carabinieri e di fianco all”autorimessa Canè. Oltre alla marca cecoslovacca, Rocchi rivendeva moto Bianchi e Parilla.
San Prospero – Porto Corsini, andata e ritorno in barca
Siamo nel 1942, Adriano Giacometti e Bruno Daghia, operai nella fabbrica di armamenti Cogne, si imbarcano sul fiume Santerno a San Prospero sullo «Sparviero», da loro costruito, per raggiungere Porto Corsini, passando per la foce del Reno, e ritornare poi al punto di partenza, navigando con pagaie e pedali per circa 220 chilometri.
Passeggino di lusso riciclato
La foto a questi due bambini è stata scattata nelle campagne imolesi nel 1952. Il lussuoso passeggino che hanno a disposizione, di metallo verniciato di verde e bianco, fu acquistato e utilizzato negli anni Trenta dal dottor Micheloni di Riolo Terme per i propri figli. Una quindicina d”anni dopo il passeggino fu «passato» ai due bambini della foto, figli di un agricoltore che aveva rapporti di lavoro con il medico.