Zingaretti, Calenda e Bersani, a Imola i grandi nomi nazionali del centrosinistra che sostengono Bonaccini.
La campagna elettorale per la Regione ha portato a Imola i grandi nomi nazionali del centrosinistra che sostengono Stefano Bonaccini dopo che una settimana fa era stato il turno del centrodestra con Matteo Salvini.
Questa mattina, nonostante la pioggia c’erano quasi 200 persone sotto gli ombrelli ad ascoltare il segretario del Pd Nicola Zingaretti. Quasi in contemporanea un altro centinaio di persone era nella sala briefing dell’autodromo per l’incontro organizzato da Mara Mucci, candidata nella Lista civica Bonaccini presidente, con Carlo Calenda e Matteo Richetti (Azione). Infine un centinaio di sostenitori della lista dì Emilia-Romagna Coraggiosa hanno partecipato a Bubano al pranzo con Pier Luigi Bersani (Articolo uno).
Zingaretti ha improvvisato un comizio sugli scalini della sede, in via Emilia, della candidata dem del territorio, Francesca Marchetti: “Matteo Salvini è bravissimo a fare campagna elettorale – ha esordito il segretario del Partito democratico – ma si ferma solo all’elenco dei problemi mai alle soluzioni, per cavalcare la rabbia e le paure perché così le persone ragionano di meno. Invece noi siamo quelli che vogliamo risolverli i problemi”. E come esempio ha ricordato che “dopo che Salvini ha governato quindici mesi lo pongo io il tema della sicurezza urbana delle nostre città, i decreti erano solo propaganda lo dimostra il fatto è stato il nostro governo a dover mettere in finanziaria i soldi per pagare gli straordinari ai poliziotti e ai carabinieri che nel 2018 non aveva pagato”.
Poi si passa al tema della campagna elettorale, l”Emilia Romagna: “Nei dieci anni peggiori dal dopoguerra per la crisi e i tagli, voi siete la regione che ha scavalcato il Veneto per l’export, che ha quasi dimezzato la disoccupazione, che ha inventato un nuovo modello di sviluppo e non ha tagliato sulla sanità e che oggi combatte per andare avanti” e ancora “l’Emilia Romagna punta alla rivoluzione digitale, alla green economy come modello di sviluppo, sono politiche che aprono ad una nuova stagione di crescita”. E puntando all”orgoglio degli emiliano-romagnoli ha pigiato l”acceleratore su queste elezioni: “E” in gioco la possibilità di combattere per le proprie famiglie, il proprio futuro, la crescita, il lavoro, l”innovazione, oppure di perdere questa possibilità. Per l”Italia, lo dico da italiano, a noi serve un’Emilia Romagna che continui a crescere, ad essere un punto di riferimento dei valori e modello di sviluppo”. E al giornalista che chiedeva del futuro del suo partito ha risposto lapidario con un sorriso: “I becchini del Pd possono aspettare”.
Calenda, dal canto suo, ha ricordato che “il Governo Renzi è stato l’unico che ha messo dei soldi nelle scuole” perché la “scuola non è solo preparazione della persona al lavoro ma ha a che fare con democrazia, arte, cultura, perché sono i gusti dei cittadini che indirizzano una società”. Per poi sottolineare che sull”Emilia Romagna “non è in gioco il comunismo contro il fascismo ma se il governare bene conta qualcosa in questo Paese. Questa Regione è stata capace di far crescer la manifattura ma nello stesso momento di riconoscere i diritti degli operai. Anch’io sono all’opposizione di questo Governo nazionale ma Bonaccini lo sostengo ad occhi chiusi. Se il candidato è buono lo sostengo purché la squadra riconosca i valori fondamentali della democrazia liberale. Solo così recuperi la credibilità per recuperare gli indecisi e persino agli elettori di centrodestra. Non facendo il tifo da stadio ma per portare qualcosa di nuovo. Non penso che quelli della Lega siano fascisti ma non condivido nulla del loro pensiero”. (l.a.)
Nelle foto in alto Nicola Zingaretti, sotto Carlo Calenda e Pier Luigi Bersani