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Alzheimer,
Cronaca
21 Settembre 2022

Alzheimer, come prendersi cura al meglio dei malati, più di 62 mila in regione. La mozione unanime di tutto il Consiglio comunale di Imola

Oggi si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale dell’Alzheimer istituita dall’Oms nel 1994 per informare e sensibilizzare su questa forma di demenza, che colpisce circa il 5% delle persone con più di 60 anni (in Italia si stimano 600mila ammalati su oltre un milione di persone affette da demenza). Esistono, inoltre, un centinaio di altre diverse malattie cerebrali di natura degenerativa, vascolare o traumatica che possono causare la demenza.

Si comincia banalmente a dimenticare alcune cose, si arriva dopo qualche anno al punto in cui non si riescono più a riconoscere nemmeno i familiari e ad aver bisogno di aiuto anche per le attività quotidiane più semplici. Sono gli effetti della malattia che prende il nome da Alois Alzheimer, neurologo tedesco che per la prima volta nel 1907 ne descrisse i sintomi e gli aspetti neuropatologici. I prodromi sono spesso erroneamente attribuiti all’invecchiamento o allo stress, mentre il decorso della malattia può essere rallentato se diagnosticato tempestivamente.

“Le demenze rappresentano la quarta causa di morte nella popolazione anziana con oltre 65 anni nei Paesi Occidentali – spiegano dall’Ausl di Imola con una nota -, con una crescita costante dovuta al progressivo allungamento della speranza di vita. Esse rappresentano un esempio eclatante della modificazione dei bisogni socio sanitari della nostra società, che oggi si spostano sempre più sulla cronicità e richiedono una revisione complessiva dell’assetto delle cure, una ridefinizione degli obiettivi e degli strumenti per valutare gli interventi nel momento in cui la guarigione non rappresenta più un esito possibile. Il deterioramento cognitivo cronico, infatti, non è guaribile, ma è possibile prendersi cura al meglio dei malati formandosi ed informandosi”.

Tutto il mese di settembre è dedicato ad informare e combattere lo stigma ancora elevato che contribuisce all’isolamento di malati e famiglie. Sono state organizzate varie iniziative anche nel circondario imolese. Così, un ciclo di incontri dal titolo “Come prendersi cura delle persone con deterioramento cognitivo”, dedicato a famigliari, caregivers e cittadini interessati, ha preso il via dalla scorsa settimana e proseguirà ogni giovedì fino al 13 ottobre, è stato organizzato dall’Azienda Usl di Imola in collaborazione con l’Associazione Alzheimer Imola e l’Asp ed è tenuto dai professionisti che lavorano o collaborano con il Centro disturbi cognitivi dell’Ausl, servizio di riferimento per le persone con demenza nel territorio imolese (per iscriversi bisogna compilare la scheda e consegnarla al Settore di Psicologia ospedaliera, Polo sanitario di Imola, viale Amendola 8 a Imola, dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle 14 oppure inviarla via fax al numero 0542 604070 o e-mail: m.bianconcini@ausl.imola.bo.it).

Ieri si è tenuto anche il convegno, accreditato per le professioni sanitarie e sociali, ma aperto anche a tutti i cittadini, dal titolo: “La riorganizzazione dei modelli assistenziali e dei servizi socio-sanitari nella presa in carico della persona con disturbi cognitivi e della sua famiglia”. Inoltre, sempre ieri il presidente del Consiglio comunale di Imola, Roberto Visani, il vice presidente del Consiglio comunale e capogruppo di FdI, Nicolas Vacchi, insieme a tutti gli altri capigruppo del Consiglio comunale hanno firmato una mozione che impegna il sindaco e la Giunta ad ottenere il riconoscimento della città come “Comunità amica delle persone con demenza”.

I numeri in Emilia Romagna

In Emilia Romagna, dove il 22% della popolazione ha più di 65 anni, al 31 dicembre 2021 i pazienti con demenza in carico al Servizio sanitario regionale erano 62.741, di cui il 50% circa affetto da forme medio-gravi. La prevalenza è di 22,6 per 1.000 abitanti; la percentuale rispetto alla popolazione residente (4.458.006) è dell’1,4%; quella delle persone rispetto alla popolazione ultra65enne (1.073.202) è del 5,8%. Sul totale, la percentuale di malati di Alzheimer è del 60%. La fascia di popolazione affetta da forme di gravità maggiore (non autosufficienti) che fanno ricorso all’Assistenza domiciliare integrata sono il 20,1%, quelle assistite in Cra sono il 26,2%, in hospice l’1,1%.

I fattori di rischio

L’ultimo rapporto dell’Alzheimer’s Disease International, recentemente pubblicato, conferma infatti che esistono 12 fattori di rischio per l’insorgenza di questa patologia: inattività fisica, fumo, abuso di alcol, inquinamento ambientale, traumi cerebrali, isolamento sociale, basso livello di istruzione, obesità, ipertensione, diabete, depressione e perdita dell’udito. Questi fattori, se adeguatamente controllati, possono ridurre di circa il 40 % i casi di demenza.

1 milione nella ricerca su diagnosi precoce, telemedicina e stimolazione cognitiva anche da remoto

Attualmente la Regione è impegnata nella realizzazione degli obiettivi del Fondo Alzheimer previsto dal ministero della Salute, che per l’Emilia Romagna ha individuato un primo stralcio di finanziamento nel triennio 2021-2023 pari a 927mila euro per sostenere la rete di diagnosi, cura ed assistenza dedicata alle demenze. Le Aziende sanitarie regionali lavoreranno, anche con l’utilizzo di questo fondo, sull’implementazione della diagnosi precoce del disturbo neurocognitivo minore, sullo sviluppo della continuità assistenziale attraverso la telemedicina specialmente nelle aree più disagiate del territorio regionale, sulla realizzazione di interventi psicosociali come la stimolazione cognitiva o interventi di supporto al caregiver.

La Regione ha approvato anche un progetto per la cura dei casi, ad esordio atipico e più aggressivo, che si verificano prima dei 65 anni: la cosiddetta demenza giovanile, che il miglioramento della capacità diagnostica e tecnologica del sistema sanitario permette di far emergere sempre più tempestivamente (alla fine del 2021 sono stati già intercettati 1.421 casi di demenza giovanile). (r.cr.)

Il convegno organizzato ieri sulla riorganizzazione dei modelli assistenziali e dei servizi socio-sanitari nella presa in carico della persona con disturbi cognitivi e della sua famiglia (foto Azienda usl di Imola)

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