Referendum su lavoro e cittadinanza, domenica e lunedì seggi aperti. I quesiti e la guida al voto
Tutti i cittadini sono chiamati alle urne domani e lunedì per quattro quesiti referendari sul lavoro e uno sulla cittadinanza. I seggi saranno aperti dalle ore 7 alle 23 di domani e dalle ore 7 alle 15 di lunedì; a seguire ci sarà lo spoglio delle schede.
Possono votare tutti i cittadini italiani che hanno compiuto 18 anni entro l’8 giugno. Come al solito occorre un documento d’identità valido e la tessera elettorale (in caso di smarrimento o esaurimento degli spazi è possibile richiederne un duplicato presso l’ufficio elettorale del proprio Comune).
I quesiti referendari sono 5 ciascuno con una scheda di colore diverso e un numero. In ogni scheda bisogna barrare «Sì» per abrogare la norma esistente oppure «No» per mantenerla. Perché il referendum sia valido occorre raggiungere il quorum, cioè deve votare almeno il 50% + 1 degli aventi diritto.
Le persone con gravi infermità fisiche hanno diritto ad essere accompagnate nella cabina elettorale da un altro elettore, mostrando la certificazione rilasciata dall’Ausl. Le certificazioni possono essere richieste anche domani presso gli ambulatori Igiene e sanità delle Case della Comunità di Imola (ospedale vecchio, ore 11-12.30 e 14-15), Castel San Pietro (viale Oriani 1, ore 15.30-17), Medicina (via Saffi 1, ore 17.15-18.30) e Borgo Tossignano (via dell’8° Centenario 4, ore 8.30-10.30).
QUESITO 1 CONTRATTO DI LAVORO A TUTELE CRESCENTI
Il voto affermativo chiede l’abrogazione della disciplina sui licenziamenti a tutele crescenti del Jobs Act. L’obiettivo è eliminare le disparità tra i lavoratori assunti prima e dopo il 7 marzo 2015 in caso di licenziamento illegittimo nelle aziende con più di 15 dipendenti. Oggi, chi è stato assunto prima di questa data può essere reintegrato, mentre chi è stato assunto dopo ha diritto solo ad un indennizzo economico proporzionato all’anzianità di servizio.
QUESITO 2 PICCOLE IMPRESE
Il voto affermativo al quesito porta all’abrogazione della norma attuale che prevede, nelle piccole imprese con meno di 16 dipendenti, al massimo 6 mensilità di risarcimento per il lavoratore in caso di licenziamento illegittimo (aumentabile fino a 10 o 14 mensilità in base all’anzianità di servizio). Sarò il giudice a stabilire l’indennità per il lavoratore in funzione anche del danno (nelle imprese di grandi dimensioni invece rimane il tetto massimo del risarcimento pari a 36 mensilità).
QUESITO 3 LAVORO SUBORDINATO
Propone l’abrogazione parziale di alcune disposizioni del decreto legislativo 81/2015, che consente alle imprese di fare contratti a termine senza causale per 12 mesi e successivamente fino a 24 mesi ma con causali definite.
QUESITO 4 INFORTUNI
Il voto affermativo abroga varie norme in materia di salute e sicurezza che escludono la responsabilità del committente quando il danno è causato da rischi specifici dell’attività dell’appaltatore o del subappaltatore. Affronta il tema della responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per gli infortuni sul lavoro.
QUESITO 5 CITTADINANZA ITALIANA
Segnando il Sì viene abrogato l’articolo 9 della legge 91 del 1992 e verrà ripristinato il requisito precedente che prevedeva solo 5 anni e non 10 di residenza per richiedere la cittadinanza. Una volta ottenuta, la cittadinanza si potrà trasmettere automaticamente ai figli minorenni. Il referendum non va a modificare gli altri requisiti richiesti.
red.cr.
Foto d’archivio Isolapress