Alluvioni, il Piano della Regione per mettere in sicurezza il Sillaro, de Pascale: «Ascoltiamo tutti, poi si decide». Il progetto
Aumentare la capacità di gestire grandi quantità d’acqua. Questo l’obiettivo della Regione rilanciato dal presidente della Regione Michele de Pascale davanti ai tanti, sindaci e amministratori locali e cittadini, che ieri sera hanno sfidato la calura per partecipare all’incontro a Castel Guelfo sugli interventi per mettere in sicurezza il Sillaro e i territori che attraversa. Il fiume che scende dalle colline castellane e serpeggia in pianura tra Dozza, Castel Guelfo, Imola e Medicina, prima di allungarsi nel ravennate, ha provocato non pochi danni, mandando sott’acqua più volte i centri abitati di Castel Guelfo e Spazzate Sassatelli. Presenti all’incontro anche la sottosegretaria con delega alla Protezione civile Manuela Rontini, il segretario generale dell’Autorità di Bacinodel Fiume Po Andrea Colombo, Marco Bacchini della struttura commissariale per l’alluvione, Monica Guida del Settore difesa del suolo della Regione, Davide Parmeggiani dell’Agenzia Regionale per la Sicurezza territoriale e la protezione civile.
Il Piano regionale ha come priorità casse di espansione e vasche di laminazione, rallentare la velocità delle piene a monte e come ultima linea di difesa a valle le tracimazioni controllate. Tre ore di mappe e dettagli, relazioni e numeri, liste di domande puntuali e risposte. Le priorità per il Sillaro parlano di mantenere e recuperare aree di espansione naturale del fiume a monte di Castel San Pietro lavorando sui terrazzi fluviali per rallentare il deflusso, laminazione, risezionamenti fino alla confluenza con il Sellustra (a monte del ponte sulla Provinciale 30 in località Fornace). Ma l’opera prioritaria è la cassa di espansione nei lotti A e B delle ex cave Cti, a valle dell’autostrada, tra Castello e Dozza. Il progetto prevede anche lavori per migliorare il sistema arginale esistente in pianura dalla confluenza col Sellustra, con interventi locali di rialzo. Infine la tracimazione controllata dove il fiume diventa «pensile» (arginato). «Si ipotizza – ha detto Monica Guida della Difesa del Suolo dell’Emilia-Romagna – un’area in destra Sillaro tra la Sp50 e la cassa di espansione del Correcchio».
Ora c’è tempo fino al 21 agosto per scaricare dalla pagina ad hoc della Regione il progetto e presentare osservazioni, commenti, domande trmaite il form. La promessa è «ascolteremo e risponderemo a tutti». Poi «decideremo. Non apriremo un dibattito di due anni su dove fare gli interventi» ha concluso deciso il presidente della Regione Michele de Pascale. Da spendere c’è il miliardo di euro in più dal 2027 per i dieci anni successivi stanziato dal Governo per i territori alluvionati; entro maggio 2026 occorre presentare un pacchetto di priorità per 500 milioni.
l.a.
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