Enertronica Santerno di Castel Guelfo verso la liquidazione. Fiom e Fim: “Necessario tavolo di crisi”. Il commento del sindaco Franceschi
L’Enertronica Santerno ha comunicato alle organizzazioni sindacali Fiom Cgil e Fim Cisl l’intenzione di portare i libri in tribunale entro la giornata di mercoledì, avviando così la procedura di liquidazione giudiziale. Una comunicazione, da parte del Gruppo con sede e stabilimento a Castel Guelfo, che ovviamente desta forte preoccupazione, considerato che all’interno del gruppo operano circa un centinaio di addetti tra tecnici, impiegati e operai. “È necessaria la richiesta di un tavolo di crisi in Regione Emilia-Romagna e presso la Città Metropolitana di Bologna” dichiarano Valentina Giunta della Fiom Cgil di Imola e Antonino Liuzza della Fim Cisl Amb -. Eravamo a conoscenza di una prima procedura di composizione negoziata, già conclusa – aggiornano i sindacati -, ma non di una seconda, terminata anch’essa negativamente e accompagnata dalla richiesta di esercizio provvisorio”. I sindacati hanno già incontrato i lavoratori. “Attendiamo la nomina del curatore, ma nel frattempo ci attiveremo per chiedere l’apertura di un tavolo istituzionale di salvaguardia, auspicando possano emergere soluzioni concrete per il futuro del sito produttivo. Anche il sindaco di Castel Guelfo, Claudio Franceschi, informato della situazione di crisi dell’azienda auspica “l’attivazione del tavolo istituzionale di salvaguardia affinché possono emergere soluzioni concrete per il futuro del sito produttivo e soprattutto dei lavoratori”.
L’azienda, che si trova nella zona produttiva San Carlo in località poggio Piccolo, produce inverter per applicazioni nel settore dell’automazione industriale e del fotovoltaico. “Vorremmo capire con maggiore chiarezza quali siano le cause che hanno condotto a questa situazione” aggiungono Fiom e Fim, che esprimono una forte preoccupazione per la situazione industriale del territorio, “crisi come quelle di BorgWarner, Tracmec e ora Enertronica Santerno lasciano presagire un periodo particolarmente difficile per l’occupazione locale”.
red.eco.
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