Posts by tag: 25 novembre

Cronaca 23 Novembre 2023

Violenza sulle donne, Lucarelli: «Storie da Medioevo. Il comune denominatore: sono maschi»

«I reati che riguardano donne e minori non calano mai. Esistono ancora delle storie che sono da Medioevo. Riduzione in schiavitù, vessazioni tremende, violenza fisica, psicologica, economica».
A dirlo è Carlo Lucarelli, che racconta storie, casi e dati della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati, di cui è presidente. Una fondazione che da vent’anni si occupa di sostenere vittime di reati gravi e gravissimi, aiutandole a rimettere assieme vite sconvolte dalle conseguenze di eventi tragici o violenti. «Ci siamo occupati di femminicidi e soprattutto di violenza di genere, di violenza dentro la famiglia e reati sui minori. Casi impressionanti, sia a livello di numeri che, soprattutto, di storie».

Parliamo di un problema culturale enorme.
«Il crimine è una questione culturale ma non solo: le rapine sono legate alla povertà ad esempio. La violenza sulle donne invece è una questione puramente culturale. Si fa presto a dare delle giustificazioni: “Eh ma sono matti”, e però sono tanti, siamo in tanti a essere matti. “Eh ma sono stranieri, vengono da una cultura diversa, sono musulmani”. Eh no, perché non sono solo musulmani, e non vengono solo da zone rurali. Vengono dappertutto e sono anche italiani. Se devo trovare un denominatore comune di tutte queste persone è che sono maschi».

L’intervista completa a Carlo Lucarelli sul numero del «sabato sera» di questa settimana

so.na.

In foto: Carlo Lucarelli e uno dei manifesti della campagna della Regione Emilia-Romagna
“Se te lo dice è violenza”

Violenza sulle donne, Lucarelli: «Storie da Medioevo. Il comune denominatore: sono maschi»
Cronaca 24 Novembre 2021

Tante voci per dire «No» alla violenza sulle donne

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che ricorre domani, 25 novembre, «sabato sera» dedica al tema quattro pagine. Circondario e Asp investono sulle stanze per ospitare le donne maltrattate costrette ad allontanarsi da casa, il commissariato di Imola apre una «stanza» protetta per le denunce. Al consultorio familiare dell’Ausl di Imola cresce il numero delle donne prese in carico. Scopriamo in che cosa consiste lo strumento giuridico dell’ammonimento, suggerito dal questore Fusiello per frenare i femminicidi. Che cos’è il Reddito di libertà e come si richiede? Vi presentiamo i laboratori che a Castel Guelfo «insinuano» il rispetto tra ragazze e ragazzi. E la direttrice della Fondazione vittime dei reati mette in guardia dal pericolo di un ritorno a vecchi stereotipi di genere tra gli adolescenti. 

Approfondimenti su «sabato sera» del 25 novembre 

Nella foto: la panchina rossa e la buchetta contro la violenza installate nel parco Lungofiume a Borgo Tossignano

Tante voci per dire «No» alla violenza sulle donne
Cronaca 25 Novembre 2020

Giornata contro la violenza sulle donne, cosa succede dopo il 25 novembre? Il pensiero dell’associazione Trama di Terre

Oggi, mercoledì 25 novembre, ricorre la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Una data che dovrebbe essere essere ricordata ogni singolo giorno e non solo una volta l’anno. Ma cosa succede dopo il 25 novembre? A rispondere l’associazione imolese Trama di Terre con un comunicato stampa.

«Il 2020 verrà ricordato certamente per la pandemia, purtroppo verranno dimenticate, come ogni anno, le donne vittime di quel virus secolare chiamato violenza maschile che quando non uccide, lascia ferite indelebili sul corpo e sulle vite di molte donne, native e migranti, e dei loro figli/e. Da 4 anni ogni 25 novembre chiudiamo il Centro Antiviolenza per protesta contro le istituzioni governative, nazionali e locali, che si ricordano della violenza maschile solo il 25 novembre o l’ 8 marzo. In quest’anno fatto di passate e future chiusure abbiamo deciso di rimanere aperte, affinché le donne che vivono tale esperienza non percepiscano messaggi confusi anche a causa di una comunicazione pubblica delle istituzioni non sempre bene organizzata. Il Centro Antiviolenza è sempre aperto, lo è stato durante il lockdown di marzo e lo è in questo nuovo semi lockdown, affinché le donne non subiscano ulteriori conseguenze rinchiuse in case che possono essere nemiche per sé e i propri figli/e, se condivise con uomini maltrattanti e violenti. L”Associazione Trama di Terre ha deciso di attivare una programmazione che mantenga alta l”attenzione sui temi che affrontiamo quotidianamente anche, e soprattutto dopo il 25 novembre, quando le luci sul tema si spegneranno, e rimarranno le donne a resistere. A causa della radice sessista e razzista del nostro sistema sociale, culturale e politico che ci discrimina, ci confronteremo su violenza maschile, razzismo, precarietà e sfruttamento lavorativo delle donne, ius soli, accoglienza delle donne e dei/delle bambine migranti, disparità abitative e accesso ai diritti per tutte. Lo faremo attraverso diverse iniziative on line, (il calendario qui) affinché non ci si dimentichi che per le donne il 25 novembre è ogni giorno dell”anno e che la violenza e la discriminazione di genere e di provenienza è trasversale ad ogni livello culturale e politico della nostra società». (r.cr.)

Foto tratta dal sito di Trama di Terre

 

Giornata contro la violenza sulle donne, cosa succede dopo il 25 novembre? Il pensiero dell’associazione Trama di Terre
Cronaca 25 Novembre 2018

25 novembre, i dati sulla violenza nei confronti delle donne: un fenomeno diffuso anche nel nostro territorio

Il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne istituita nel 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, è l’occasione per analizzare l’andamento della violenza di genere nel nostro territorio. Si tratta purtroppo di un fenomeno piuttosto diffuso, come dimostrano i numeri forniti in questi giorni da enti e associazioni che forniscono assistenza, sostegno e protezione alle vittime e nella maggioranza dei casi anche ai loro figli minori.

All’Asp del Circondario imolese, nel corso dell’ultimo triennio (2016/2017/2018) si sono rivolte 67 donne segnalando per la prima volta di avere subito maltrattamenti e violenze. In maggioranza si tratta di madri, per un totale di 80 minori vittime di violenza assistita. Gli operatori dell’azienda, che investe oltre 300.000 euro l’anno a sostegno delle donne che hanno subito violenza, sono impegnati a offrire a tutti un progetto di sostegno personalizzato, finalizzato alla protezione, alla messa in sicurezza e alla fuoriuscita dalla condizione di maltrattamento per una autonomia personale libera dalla violenza. Diversi i progetti attivati dall’Asp, tra cui quello mirato a promuovere l’autonomia abitativa di sei donne vittime di violenza e dei loro figli e l’azione “Continuità del consolidamento e potenziamento della rete di servizi a favore delle donne vittime di violenza e dei loro figli, finanziato dalla Regione Emilia Romagna con 36.000 euro.

Passando all’associazione Perledonne, i dati del centro antiviolenza si riferiscono al periodo dal 1° gennaio al 15 ottobre 2018. «Le nostre operatrici – sottolinea l”associazione – hanno accolto 46 donne (39 italiane e 7 straniere), la maggior parte delle quali comprese nella fascia di età 18-60 anni; che hanno subìto una qualche forma accertata di violenza da mariti, compagni, ex partner; con buon livello di istruzione (la maggior parte di loro è diplomata o laureata) e con un lavoro. Un dato allarmante su tutti: i figli delle donne accolte (quindi potenziali vittime di violenze attuali e/o pregresse) sono in totale 62 (di cui 29 sicuramente minorenni). Bambine e bambini, ragazze e ragazzi che hanno respirato, sofferto, visto con i propri occhi atti di violenza in casa loro».

Per quanto riguarda invece il centro antiviolenza attivo sul territorio gestito da Trama di Terre, si registrano nei primi 10 mesi del 2018 88 donne che hanno chiesto aiuto, 49 delle quali si sono rivolte al centro per la prima volta (21 italiane, 28 straniere). Anche in questo caso le violenze sono avvenute in gran parte in famiglia, da parte del coniuge/partner o di altri parenti maschi (padre, fratelli) oppure di ex mariti e fidanzati.

Per chiudere con una panoramica del fenomeno in Emilia Romagna, le donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza del Coordinamento regionale fra il 1° gennaio e il 31 ottobre 2018 sono state complessivamente 3629, di cui il 75,8% per la prima volta (il 61,1% di quelle nuove sono italiane). Oltre il 63% di quelle che si sono rivolte a un centro antiviolenza del Coordinamento ha subito violenza fisica, il 35,8 violenza economica, il 12,9% violenza sessuale, l’88,9 violenze psicologiche. A ottobre 2018 sono state 273 le donne ospitate nelle strutture in dotazione dei centri antiviolenza del Coordinamento regionale. Oltre due terzi (il 69,9%) sono state ospitate insieme ai propri figli, per un totale di 566 donne e minori. Sia le donne che hanno subito violenza sia quelle ospitate sono in aumento rispetto al 2015.

25 novembre, i dati sulla violenza nei confronti delle donne: un fenomeno diffuso anche nel nostro territorio

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