Posts by tag: Associazionismo

Cronaca 31 Agosto 2019

Il presidente dell'Auser sul volontariato: «Dovremmo supportare il pubblico, non sostituirlo. E' come aver cambiato il Dna»

Il mondo del volontariato sta vivendo una mutazione genetica. Ne è convinto Giovanni Mascolo, presidente dell’associazione Auser Imola che conta oltre 1.500 tesserati e, tra questi, un piccolo esercito di circa 500 volontari attivi su un territorio che va da Osteria Grande a Sassoleone e da Castel del Rio a Mordano (Medicina fa capo ad Auser Bologna). «Oggi il volontariato sta assumendo un ruolo fondamentale nella gestione del sociale – motiva Mascolo -. I bisogni aumentano e le risorse diminuiscono. Dovremmo essere di supporto e di aiuto là dove già operano strutture pubbliche, non sostituirci a queste. E’ come aver cambiato il nostro Dna».

Quali sono i sintomi di questo cambiamento?
«Il nostro termometro sono gli accompagnamenti che i nostri volontari effettuano per tutti coloro che ne fanno richiesta, soprattutto anziani e disabili che non hanno mezzi attrezzati per spostarsi. Li accompagniamo per lo più all’ospedale, per effettuare visite mediche e terapie, o ai centri diurni quando hanno problemi di mobilità, non hanno aiuto e  permettersi di pagare il taxi. Noi non applichiamo tariffe chilometriche, chiediamo soltanto un contributo volontario per le spese e la benzina, ma per chi non può permetterselo lo facciamo anche gratuitamente. Negli ultimi anni abbiamo visto un incremento esponenziale di richieste: nel 2018 i nostri 108 volontari hanno accompagnato 497 utenti, facendo 7.935 viaggi e percorrendo oltre 273 mila chilometri (quasi sette giri della Terra, Ndr), circa 50 mila in più rispetto a due anni prima. Quasi la metà degli spostamenti è effettuata per persone con difficoltà motorie: ciò significa che occorrono mezzi attrezzati per il trasporto di carrozzine e montascale, perché spesso queste persone abitano in case senza ascensore. Per noi si tratta di costi aggiuntivi. Buona parte del nostro bilancio va a dare questo tipo di risposta, ma il volontariato per noi di Auser non è solo fare accompagnamenti: è anche compagnia telefonica, ambulatori,conferenze, volontariato civico, gite al mare. Perché la vita non è solo fatta di visite mediche…».

Le Amministrazioni comunali sono consapevoli dell’importanza del vostro ruolo?
«Oggi chi gode i frutti maggiori della nostra organizzazione sono proprio le Amministrazioni locali. “Lavoriamo” per la comunità e, di conseguenza, per i Comuni. I sindaci della vallata del Santerno hanno capito l’importanza di quello che facciamo, c’è un dialogo costante e soprattutto proficuo. Coni Comuni più grandi, come Imola e Castel San Pietro, i rapporti sono un po’ più complicati: a volte si ha l’impressione che la struttura pubblica non conosca a fondo le problematiche che affrontiamo ogni giorno».

A Imola il nuovo governo pentastellato ha portato qualche cambiamento?
«Abbiamo avuto un bellissimo esordio all’indomani dell’insediamento della sindaca Sangiorgi. Siamo stati convocati a inizio luglio 2018, ma poi tutto è finito lì. Abbiamo un buon rapporto con l’assessore Claudio Frati, che si sta interessando alle nostre problematiche, ma quando si hanno tante deleghe da gestire è difficile seguire tutto al meglio. Un tema come quello del sociale meriterebbe una attenzione specifica». (lo.mi.)

L”articolo completo è su «sabato sera» del 29 agosto

Nella foto il trasporto di un disabile a cura di un volontario dell”Auser

Il presidente dell'Auser sul volontariato: «Dovremmo supportare il pubblico, non sostituirlo. E' come aver cambiato il Dna»
Cronaca 7 Giugno 2019

Sciolto il circolo Sersanti, lo ha deciso l'assemblea dei soci dopo le dimissioni in blocco del consiglio direttivo

Il Circolo Sersanti è ufficialmente sciolto. La conferma alle voci che già si rincorrevano da inizio mese, è arrivata lo scorso 29 maggio alla luce dell’assemblea straordinaria dei soci che dovevano valutare se c’erano prospettive concrete per il futuro dello storico circolo cittadino, per decenni punto di ritrovo dell’«Imola bene». Già nell’assemblea del 2 maggio, infatti, i soci avevano preso atto della difficoltà a dare un seguito alla gestione, dopo le dimissioni in blocco del consiglio direttivo.

«Il bilancio 2018 ha chiuso in pareggio – tiene a precisare l’ultimo presidente del circolo, Dario Beltrandi – e con una situazione economica senza particolari preoccupazioni, anche se caratterizzata durante tutto l’anno da un grandissimo sforzo da parte di alcuni soci per riuscire ad avere questo risultato. A metà aprile il consiglio direttivo, composto da sette consiglieri e tre revisori dei conti, si è dimesso in toto per ragioni personali. Chi doveva recarsi all’estero, chi aveva impegni di lavoro, chi non era più disposto a far fronte a un carico di lavoro eccessivo, se si considera che era tutto a titolo volontaristico e che non c’erano risorse per pagare un segretario generale che si occupasse di tutta l’organizzazione. La gestione del Circolo, infatti, comporta un impegno a tempo pieno. Io stesso ho dovuto interrompere la mia attività di consulenza per svolgere nel migliore dei modi il ruolo di presidente. Lo scorso anno, tra l’altro, il Circolo ha ospitato una trentina di eventi, che hanno richiamato circa 18 mila presenze, 10.500 delle quali in occasione di eventi culturali, 5.500 per pranzi e cene e altre 2 mila per eventi ludici e musicali».

Nessuno, però, si è fatto avanti per subentrare ai consiglieri dimissionari. «Dal 5 maggio – prosegue – abbiamo sospeso le attività in via temporanea per poter capire quale poteva essere il prosieguo della storia del circolo e se ci potevano essere proposte concrete per mantenerlo in vita». Ma il 29 maggio «dopo un ampio dibattito, l’assemblea straordinaria dei soci è arrivata alla conclusione quasi unanime e con un solo voto contrario di decretarne lo scioglimento. Non sono state avanzate proposte e d’altra parte non era fattibile attendere qualche altro mese, cosa che avrebbe portato solo a un immobilismo senza sbocchi positivi». (lo. mi.)

L”articolo completo è su «sabato sera» del 6 giugno

Nella foto uno dei tanti eventi che si sono svolti negli anni al Sersanti (foto d”archivio)

Sciolto il circolo Sersanti, lo ha deciso l'assemblea dei soci dopo le dimissioni in blocco del consiglio direttivo
Cronaca 27 Maggio 2019

Sciolta l'asd Bocciofila Toscanellese, nelle prossime settimane dovrebbe nascere la nuova associazione

L’asd Bocciofila Toscanellese è stata sciolta. A deciderlo all’unanimità sono stati i 61 soci presenti la sera del 13 maggio, per quella che è risultata essere l’ultima assemblea della storica associazione della frazione dozzese. A dire il vero il direttivo dimissionario aveva già provato a sciogliere l’asd a causa dei conti in rosso imputati all’ex presidente, accusato di aver svuotato le casse dell’associazione. Ma allora, era gennaio, la comunità che ruota intorno alla bocciofila (associazione e struttura) non aveva voluto saperne. A quel punto, però, il luogo di incontro simbolo di Toscanella ha dovuto serrare i battenti, ed è tuttora chiuso.

La fine dell’asd Bocciofila Toscanellese, al contrario, si pone come propedeutica alla riapertura, almeno in parte, della struttura. Lo scioglimento, infatti, dovrebbe portare alla costituzione di una nuova asd Toscanella, questo il nome ipotizzato. Nei prossimi giorni, o più verosimilmente settimane, il comitato promotore dovrà redigere lo statuto e formare il primo direttivo. Soprattutto la vecchia asd dovrà presentare il bilancio, documento che potrebbe non essere semplice proprio a causa dei conti in rosso.

L’Amministrazione, però, nel frattempo potrà chiedere la restituzione delle chiavi dei locali ancora in mano al gestore del bar (azione non possibile finché la gestione era formalmente in capo alla vecchia asd). L’intenzione dichiarata di tutti, frequentatori della bocciofila e Amministrazione, è quella di riaprire uno dei luoghi simbolo della frazione dozzese. (mi .mo.)

L”articolo completo è su «sabato sera» del 23 maggio

Sciolta l'asd Bocciofila Toscanellese, nelle prossime settimane dovrebbe nascere la nuova associazione
Cronaca 31 Marzo 2019

«Castello insieme per l'autismo» e le iniziative della Settimana blu per conoscere meglio i disturbi e chi ne soffre

La città sul Sillaro è diventata Città Autism Friendly, cioè una città attenta e sensibile alle persone che soffrono di disturbi dello spettro autistico e, nel programma di iniziative per la “Settimana blu dell”autismo”, prevede lunedì 1° aprile, alle 20, nella sala Sassi di via Fratelli Cervi 3, una serata aperta a tutti i cittadini per diffondere una corretta cultura e conoscenza dell’autismo. L’evento, fortemente voluto da Francesca Marchetti, presidente di “Castello insieme per l’autismo”, sarà presieduto da Federica Battaglia, analista del comportamento.

La serata sarà anche un’occasione per spiegare le caratteristiche delle persone con autismo e su come ci si deve comportare per aiutare la famiglia ed i bambini quando entrano in negozio. Spesso i genitori rinunciano ad entrare in un negozio per non correre il rischio che si scateni uno scatto d’ira e ciò crei imbarazzo al commerciante poiché non si sa cosa fare.

Le iniziative della “Settimana blu dell”autismo” proseguiranno martedì 2 quando, dalle ore 19 in poi, la torre del Cassero si illuminerà di blu e alle 20.30 al teatro comunale si terrà una serata di sensibilizzazione dal titolo “Giù la maschera! Parlano i protagonisti”; giovedì 4, alle ore 16 presso Lagosteria è in programma un laboratorio d’arte rivolto a bambini e famiglie con Leonardo Ottoni; infine, il progetto internazionale di interscambio culturale e sociale Erasmus Diverse Italia-Malta, che si svolgerà da mercoledì 17 a martedì 23 aprile, promosso e coordinato dall’Associazione Edu In-Forma(zione) Bologna-Bfc Senza barriere – lo sport per tutti calciando la disabilità, con la partecipazione dell’associazione Frame Football Malta. (r.cr.)

Nella foto la torre del Cassero illuminata di blu: succederà martedì 2 aprile dalle ore 19

«Castello insieme per l'autismo» e le iniziative della Settimana blu per conoscere meglio i disturbi e chi ne soffre
Cronaca 21 Marzo 2019

Prende il via a Dozza il progetto “St'Orto', un percorso di ortoterapia per persone disabili

Ortoterapia per persone disabili grazie al progetto “St”Orto”. Nelle settimane scorse il Consiglio comunale di Dozza ha approvato una modifica al regolamento “Orti Anziani” con la quale si introduce la possibilità per il Comune di riservare un’area di terreno da destinare a progetti di carattere sociale, aprendo la strada ad un”opportunità di aiuto in più per le persone con disabilità cognitiva.

Il progetto è nato a seguito della collaborazione e conoscenza reciproche instaurate fra l’associazione «Anziani per l’impegno sociale “G. Rambaldi”», che gestisce gli orti per anziani e la gestione della residenza Toschi di Dozza, che attualmente ospita sia anziani che disabili cognitivi. Proprio la presenza di quest”ultima categoria di persone ha consentito di avviare attività che cercano di coinvolgere tutti gli utenti, con l’obiettivo di favorire la stimolazione, il movimento, lo sviluppo delle capacità relazionali e di socializzazione. In questo contesto è nata l”idea di far gestire a queste persone un orto a tutti gli effetti, dalla cura alla coltivazione e alla raccolta dei prodotti.

Il progetto “St”Orto”, presentato dalla cooperativa sociale Elleuno, che gestisce la residenza Toschi, consiste in un percorso di ortoterapia nel quale l”obiettivo è, appunto, la realizzazione da parte delle persone disabili ospiti della struttura di un orto nella zona “orti anziani” di via Chiusure, attraverso due uscite settimanali e con la presenza di personale educativo e di accompagnamento. Il tutto potendo contare anche sulla collaborazione e il supporto dell’associazione “G. Rambaldi”, mentre la Giunta ha individuato l’area da destinare a questo progetto, in modo da poterlo avviare al più presto.

Il sindaco di Dozza, Luca Albertazzi, ritiene che si tratti di «un’esperienza molto positiva, che ha visto un grande entusiasmo sia da parte della cooperativa Elleuno che dell’associazione Rambaldi». «Siamo certi – prosegue Albertazzi – che lo stesso entusiasmo sarà messo nello sviluppo di questa idea.  Altra cosa fondamentale è che attraverso la cura dell’orto verranno favorite, per gli utenti disabili, relazioni di scambio, di confronto e di aggregazione, molto importanti in questo tipo di disabilità e che possono portare un miglioramento della qualità di vita non solo di queste persone ma anche degli anziani che gestiscono gli orti». (r.cr.)

La foto è tratta dal sito del Comune di Dozza

Prende il via a Dozza il progetto “St'Orto', un percorso di ortoterapia per persone disabili
Cronaca 12 Febbraio 2019

La Bocciofila toscanellese non chiude i battenti, il direttivo vota contro lo scioglimento dell'associazione

L’associazione sportiva dilettantistica Bocciofila toscanellese, che gestisce l’omonima struttura della frazione dozzese, non si è sciolta. Questo significa che, almeno per il momento, l’impianto non chiude i battenti, nonostante i conti pesantemente in rosso dell’associazione. Questa la decisione dei soci al termine di «un’infuocata» assemblea straordinaria convocata il 31 gennaio durante la quale sono volate accuse ben precise in merito alle cause della situazione (oltre due ore di discussione per una settantina di presenti, compresa la Giunta dozzese al completo e ben tre carabinieri in servizio a scongiurare eventuali problemi).

La vicenda è nata a fine anno, quando il direttivo ha dato l’allarme sulle casse vuote: secondo i consiglieri, che hanno detto di aver già presentato un esposto in procura in merito, il presidente Renzo Manzoni avrebbe «svuotato il conto corrente con una serie di bonifici e prelievi in favore dell’associazione “Gli amici della bistecca di Imola”», di cui sempre Manzoni è presidente. Le cifre di cui si parla, però, sono ancora incerte. Il direttivo, avvalendosi anche della collaborazione di un avvocato, sta cercando di ricostruire lo storico delle uscite e delle entrate degli ultimi sette mesi, da quando cioè Manzoni è diventato presidente, e parla di una «cifra fra i 10 e i 20 mila euro». A questi si aggiungerebbero fatture mai pagate per le ultime forniture di materiali, al momento impossibili da conteggiare, a detta dei consiglieri revisori presenti all’assemblea. Tali debiti, però, ha precisato l’avvocato Vassilia Casselli «dovrebbero per legge gravare su chi ha fatto gli ordini», ovvero sempre il presidente Manzoni.

Come detto, l’assemblea straordinaria era stata convocata con l’ordine del giorno specifico di sciogliere l’associazione. A sorpresa, però, nonostante il voto favorevole di sette consiglieri del direttivo su nove (Manzoni non si è presentato e il barista non ha votato) più una manciata di soci, la maggioranza assoluta della partecipatissima e lunga assemblea ha votato contro lo scioglimento. Pochissimi gli astenuti. Se l’Asd si fosse sciolta, ha spiegato il sindaco Luca Albertazzi, non si sarebbe potuta tenere aperta la bocciofila, il gestore è stato designato con bando pubblico e occorreva farne un altro. Gestione, tra l’altro, che formalmente è scaduta in dicembre ma è stata prorogata di un anno proprio dall’Amministrazione comunale per arrivare fino alla corposa ristrutturazione già prevista per l’inverno prossimo.

I lavori comporteranno messa a norma, ampliamento ed abbattimento delle barriere architettoniche per un totale di 990 mila euro per metà coperti da un contributo regionale e per metà da un mutuo agevolato per il credito sportivo richiesto dall’Amministrazione stessa. Tornando all’assemblea, il sindaco ha detto che forse «si potrebbe stralciare la sala più grande», ovvero tenerla chiusa risparmiando così sulle spese (secondo il direttivo la gestione dell’intera struttura costa «tre volte tanto quella del solo bar»). Questo permetterebbe di mantenere nella frazione almeno il ritrovo e l’aggregazione offerta dalle sale bar e tv, ma si perderebbe quella delle altre associazioni sportive che gravitano su questo grande spazio. I campi dove un tempo rotolavano le bocce, infatti, negli ultimi anni sono stati utilizzati per feste, sagre, tombolate e balera ma soprattutto per l’attività del judo e del tiro con l’arco.

Ciò su cui Albertazzi è stato molto chiaro è nel rispondere negativamente all’esplicita richiesta di «un aiuto economico» da parte del Comune. «E’ ingiustificabile in termini di legge» ha tagliato corto il sindaco. I soci della Bocciofila toscanellese hanno così deciso di proseguire le attività contando sul volontariato dei 165 iscritti e confidando sugli eventi di autofinanziamento. (mi.mo.)

L”articolo completo è su «sabato sera» del 7 febbraio

Nella foto un momento dell”assemblea del 31 gennaio, alla quale erano presenti anche i carabinieri

La Bocciofila toscanellese non chiude i battenti, il direttivo vota contro lo scioglimento dell'associazione
Cronaca 10 Ottobre 2018

Ezio Conti presidente nazionale dell'Urca, associazione venatoria che ha a cuore la protezione degli ecosistemi

Il Consiglio nazionale dell’Urca, l’associazione che raggruppa i cacciatori dell’Appennino, lo scorso 14 settembre ha eletto l’imolese Ezio Conti alla carica di presidente. Una passione, quella per l’attività venatoria, respirata in famiglia fin da ragazzo, anche se non vissuta in prima persona fin da subito. «Ero figlio di contadini – racconta il neopresidente – e i miei fratelli andavano a caccia. Però i soldi erano pochi e io dovevo studiare…».

Oggi in pensione, Ezio Conti è ingegnere elettrotecnico e vanta un passato di progettista all’Anthos, la divisione della Cir poi passata a Cefla, specializzata nelle macchine e attrezzature odontoiatriche e ospedaliere. Ed è stato anche direttore generale dell’Asspi di Bologna, l’associazione sindacale dei piccoli proprietari immobiliari.

L’Unione regionale cacciatori dell’Appennino si è costituita in Emilia Romagna nel 1991 per volontà del senatore del Pci Araldo Tolomelli, allo scopo di gestire la fauna ungulata (cervi, caprioli, daini, cinghiali) attraverso un prelievo venatorio selettivo e programmato. Da allora si sono costituite via via altre Unioni regionali, dal Piemonte alla Sicilia, sino alle 14 attuali. «L’Urca – specifica Conti – si articola a livello territoriale in sezioni regionali, provinciali ed eventualmente locali».

La prima assemblea congressuale di tutte le Unioni regionali si è tenuta nel 2001 a Sasso Marconi, costituendo così l’Urca nazionale. Attenzione però, l’Urca – tiene a rimarcare Conti – non è una delle «tante, tantissime, troppe» associazioni venatorie, tantomeno intende fare loro concorrenza, anche perché associa soltanto cacciatori che siano selettori. «L’Urca – spiega il neopresidente – è l’unica associazione a carattere venatorio che, diversamente da tutte le altre associazioni, interpreta e adotta totalmente la 157, la legge nata nel 1992 che permette l’attività venatoria su tutto il territorio nazionale».

La 157, al punto due dell’articolo 1, recita infatti: «L’esercizio dell’attività venatoria è consentito purché non contrasti con l’esigenza di conservazione della fauna selvatica e non arrechi danno effettivo alle produzioni agricole». Esigenza di conservazione della fauna che l’Urca ha reso ancor più esplicita implementandola. La sua mission – recita infatti il Manifesto fondativo – è la conservazione degli ecosistemi, comprensivi di tutte le specie animali, nessuna esclusa. «Pertanto – chiarisce Conti -, per come è concepita dall’Urca, la caccia non è uno sport ma una forma di gestione che risponde a principi di conservazione della risorsa naturale rinnovabile costituita dalla fauna».

Non solo. Tra gli obiettivi esplicitati dal Manifesto c’è la crescita della sensibilità naturalistica. «Io sono andato nelle scuole a spiegare che tutti gli ecosistemi vanno preservati », racconta Conti. A conferma di ciò, il 12 maggio 2006 è giunto un ambito riconoscimento: con decreto del ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio, l’Urca è stata riconosciuta come «associazione di protezione ambientale». In altre parole, una associazione di cacciatori equiparata, per le finalità e l’attività svolta, alle associazioni ambientaliste. Caso unico in Italia. (fu.an.)

L”articolo completo è su «sabato sera» del 4 ottobre

Nella foto Ezio Conti

Ezio Conti presidente nazionale dell'Urca, associazione venatoria che ha a cuore la protezione degli ecosistemi

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