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Cronaca 20 Giugno 2022

Settimana di alte temperature e umidità, i consigli dell'Ausl per evitare rischi per la salute

Di fronte a una settimana che sembra caratterizzata da temperature alte e discreta umidità dell’aria., l’Azienda usl rilancia alcuni suggerimenti per ridurre i rischi di salute legati alle ondate di calore, soprattutto per anziani e bambini.

1) Bere molto e spesso, almeno 2 litri di acqua (8 grandi bicchieri) al giorno, anche quando non si ha sete, evitando bibite gassate, zuccherate e ghiacciate. La bevanda migliore è sempre l’acqua, a temperatura ambiente o fresca. Evitare gli alcolici e limitare the, caffè e altre bevande che contengono caffeina: agiscono come diuretici e favoriscono la disidratazione

2) Mangiare molta frutta e verdura, preferibilmente cruda e di stagione, anche frullata o centrifugata. Vietati i cibi pesanti: fritti, umidi ed intingoli. Pesce e carni bianche vanno preferite a formaggi, insaccati e carni rosse. Sì a pasta, riso e patate, ma in modica quantità e con condimenti leggeri. Bene latte, yogurt e gelati o sorbetti alla frutta

3) Aumentare la frequenza dei bagni o delle docce, con acqua tiepida, che abbassa la temperatura corporea. Per chi è immobilizzato a letto, cambiare spesso posizione. Per chi ha problemi di incontinenza, cambiare spesso i presidi igienici (pannoloni)

4) Vestire abiti leggeri, chiari e non aderenti, in fibre naturali che favoriscono la traspirazione. Indossare cappello ed occhiali da sole quando si esce

5) Uscire di casa preferibilmente al mattino presto e dopo il tramonto, quando l’aria si è rinfrescata. Evitare di uscire di casa tra le 11 e le 17

6) Per una casa più fresca, aprire le finestre al mattino presto, alla sera e alla notte. Chiudere finestre, tapparelle e tende (molto utili quelle esterne) nelle ore più calde. Cercare di stare nei locali meno esposti al sole e più freschi. Rinfrescare gli ambienti con condizionatori, ma facendo attenzione che la temperatura dentro casa non sia mai più bassa di 6-7 gradi rispetto all’esterno, per evitare sbalzi termici pericolosi per la salute

Settimana di alte temperature e umidità, i consigli dell'Ausl per evitare rischi per la salute
Cronaca 13 Dicembre 2020

Gli sposi Anna e Alessandro donano i regali del matrimonio ai bambini della Neuropsichiatria di Imola

Le donazioni regalano sempre delle forti emozioni e il gesto dei novelli sposi (anche se è passato qualche mese dal fatidico si) Anna Leggieri e Alessandro Betti ha colto nel segno. Il loro giorno speciale infatti lo hanno festeggiato facendo un regalo all’intera comunità: con i doni ricevuti hanno acquistato del materiale utile ai bambini del Servizio di Neuropsichiatria Infantile dell’Azienda Usl di Imola. «Abbiamo pensato che fosse il modo migliore per celebrare la nostra indimenticabile giornata. Aiutare gli altri, soprattutto i bambini» hanno spiegato i due sposi.  

E così, come in ogni bella storia di Natale, nei giorni scorsi Anna e Alessandro hanno consegnato i loro regali. «Ringraziamo questa fantastica coppia per la loro grande generosità – ha commentato Giulia Suzzi coordinatrice della Neuropsichiatria infantile -. In un anno così impegnativo il valore di questa donazione è ancora maggiore perché ci ha permesso di acquistare materiale riabilitativo sanificabile in sostituzione e integrazione di oggetti precedentemente in uso. Abbiamo potuto inoltre acquisire nuovi test diagnostici che nel nostro campo si evolvono rapidamente e ci consentono un miglior inquadramento clinico per i nostri piccoli pazienti». Soddisfazione espressa anche da Elisabetta Zucchini, responsabile facente funzione del Servizio. «È sempre una grande soddisfazione quando le persone del nostro territorio ci aiutano. È un segnale e un riconoscimento importante per tutti noi. Grazie davvero a nome di tutti gli operatori e di tutti i bambini che ne beneficeranno». (da.be.)

Nella foto: da sinistra, Giulia Suzzi, coordinatrice Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza Ausl Imola, gli sposi Anna Leggieri e Alessandro Betti ed Elisabetta Zucchini, responsabile facente funzione Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza Ausl Imola

 

Gli sposi Anna e Alessandro donano i regali del matrimonio ai bambini della Neuropsichiatria di Imola
Cronaca 18 Agosto 2020

Due nuove dottoresse di base per gli assistiti di Sesto Imolese prenderanno servizio da settembre

Saranno la dottoressa Ida Zoena e la dottoressa Monica Minardi i nuovi medici di medicina generale che eserciteranno a Sesto Imolese a partire da settembre. La prima è già medico di base con ambulatorio a Imola, la seconda aprirà invece un nuovo ambulatorio nella frazione. Insieme alla dottoressa Simona Maestri di Castel Guelfo saranno dunque le tre dottoresse che opereranno in zona. Come si ricorderà, nelle settimane scorse la vicenda della cessazione dell”attività quasi simultanea dei tre medici finora in servizio a Sesto Imolese, chi per pensionamento (Loretta Bacchilega e Giovanni Poggi Cavalletti), chi per trasferimento ad altra sede (Carlo Filippone), aveva tenuto banco e aveva fatto mobilitare le forze politiche non solo per ottenere garanzie di continuità del servizio di medicina generale nella frazione, bensì anche per chiedere all”Azienda usl di facilitare le procedure di cambio del dottore per gli assistiti di Sesto, in particolare gli anziani e quelli con difficoltà di mobilità.

Il Sabato Sera aveva pubblicato nell”ultimo numero in edicola del 30 luglio (leggi qui) la lettera di due esponenti del Pd di Sesto Imolese e di Spazzate Sassatelli (Dalia Barbieri e Christian Riviello) alla quale l”Ausl aveva risposto assicurando la continuità del servizio e la disponibilità della stessa azienda a fare il possibile per agevolare il cambio. Per gli stessi obiettivi si è mosso inoltre l”ex consigliere comunale Nicolas Vacchi, ora militante in Fratelli d”Italia, che aveva scritto al commissario prefettizio Nicola Izzo affinché, sono parole di Vacchi, «stimolasse l”azienda sanitaria al fine di facilitare tutte quelle persone che sono nella necessità di dover esprimere il cambio medico di famiglia ed in particolare per tutte quelle persone che non hanno attivato il fascicolo elettronico o che per età avanzata o disabilità hanno difficoltà a porre in essere la dichiarazione spostandosi da Sesto a Imola». Una lettera alla quale, confida Vacchi, «il commissario aveva risposto con sollecitudine e capacità amministrativa». (mi.ta.)

Nella foto il centro civico di Sesto Imolese

Due nuove dottoresse di base per gli assistiti di Sesto Imolese prenderanno servizio da settembre
Cronaca 21 Luglio 2020

L'infermiera Anna Neretti racconta il lavoro delle Usca contro il Coronavirus

Durante la quarantena di Medicina, capoluogo e Ganzanigo, trasformati in zona rossa da un preoccupante focolaio di Covid-19, un’amica mi raccontò di aver visto, nel paesaggio spettrale di una città deserta, due personaggi scendere dalla Panda bianca dell’Ausl di Imola e, completamente bardati con «tutone» e dispositivi di sicurezza, entrare in una casa dove evidentemente era stato individuato un nuovo caso di positività al virus.
(…) Alla guida di quelle Panda bianche che hanno solcato senza sosta il territorio, c’erano medici di continuità assistenziale e infermieri che formavano le équipe Usca, acronimo di Unità speciali di continuità assistenziale, introdotte dalla Regione nella battaglia di contenimento del virus. Le équipe messe in campo dall’Ausl di Imola durante l’epidemia sono state sei nel momento di picco ad aprile, ora sono tre.

In una di queste, operante nei comuni di Castel San Pietro e Medicina, lavorava e lavora tuttora Anna Neretti, originaria di Fontanelice, un marito, Albo, e due figli, Matteo e Chiara studenti universitari. Anna fa l’infermiera da 32 anni e da dieci è assegnata all’assistenza domiciliare a Castel San Pietro («è come casa mia»).

L’Ausl di Imola ha fatto da apripista in Emilia Romagna per le équipe Usca. Quando e come siete stati informati dell’avvio del progetto?
«Era il 30 marzo, in piena crisi emergenziale. Siamo stati chiamati ad assistere alla video conferenza tenuta dal direttore generale Andrea Rossi, dalla responsabile della Casa della salute di Castel San Pietro e coordinatrice delle attività territoriali di emergenza Coronavirus, Sabrina Gabrielli, e dal direttore dell’unità operativa Malattie infettive del Sant’Orsola, Pierluigi Viale, colui che ha avuto l’intuizione di creare équipe mobili per intervenire sui pazienti nella fase iniziale dell’infezione, così da evitare che restassero a casa giorni e giorni con la febbre rischiando di aggravarsi e ingrossare le fila dei ricoverati negli ospedali. Letteralmente dalla sera alla mattina approntammo l’ambulatorio che sarebbe diventato il nostro quartier generale per i mesi a venire». (moira orrù)

L’intervista completa sul numero del Sabato sera del 16 luglio

L'infermiera Anna Neretti racconta il lavoro delle Usca contro il Coronavirus
Cronaca 15 Luglio 2020

Alberto Forchielli e Bacchilega editore devolvono i diritti d'autore del libro sul lockdown all'Azienda usl di Imola

Alberto Forchielli devolve i diritti d’autore del libro Che figata la quarantena, ma adesso sono cavoli nostri, scritto con Lorena Mirandola e Christian Fossi, e pubblicato da Bacchilega editore, all’Azienda usl di Imola.

«Un sincero ringraziamento da parte di tutti gli operatori dell’azienda sanitaria – commenta Andrea Rossi, direttore generale dell’Ausl cittadina –. E’ un libro che leggerò con molta attenzione e curiosità. Siamo molto onorati dagli attestati di fiducia che riceviamo e abbiamo ricevuto dai cittadini in questo periodo. Ci hanno aiutato a reagire e a combattere questa emergenza. Le donazioni come queste ci dimostrano come la solidarietà sia parte integrante e caratterizzante di tutto il nostro territorio». (r.cr.)

Nella foto: Alberto Forchielli insieme al direttore generale dell’Ausl di Imola Andrea Rossi e i giornalisti Lorena Mirandola e Christian Fossi

Alberto Forchielli e Bacchilega editore devolvono i diritti d'autore del libro sul lockdown all'Azienda usl di Imola
Cronaca 7 Luglio 2020

Test, tamponi e asintomatici: il coronavirus sembra più «buono». Le risposte dell’Ausl di Imola

Molti non vedono l’ora di fare il test sierologico e togliersi ogni dubbio, altri sfuggono agli screening perché, se positivi al Coronavirus, temono di essere messi in isolamento e dover sacrificare le ferie nell’attesa del tampone. È vero?
«Effettivamente il problema ha reso difficile reclutare le persone nello screening nazionale dei 150 mila – spiega Gabriele Peroni, direttore della Sanità pubblica dell’Ausl di Imola, in prima linea in caso di epidemia e malattie infettive –. Lo Stato o l’Inps hanno previsto sin dall’inizio una copertura solo per i positivi refertati e i contatti stretti di persone positive. Il medico curante, a fronte del provvedimento di isolamento inviato dall’Ausl per quelle due casistiche, emette un certificato di prognosi con il codice V29.0. Ma oggi sono pochissimi questi casi. E per i positivi della sierologia non è stato previsto un “ombrello”».

Sul percorso non potete farci nulla, però per quanto riguarda i tempi per fare i tamponi come siamo messi a Imola?
«Il drive through è aperto tutti i giorni, sabato compreso, per eventuali appuntamenti. Mediamente parliamo di 3 giorni per completare la procedura e avere il referto del tampone, al massimo 5 giorni, una settimana lavorativa. Nel caso di una professoressa medicinese, che era in commissione al Canedi per la maturità, ed era risultata positiva al sierologico, abbiamo fatto il tampone in mattinata e nel pomeriggio c’era il risultato; era negativa e gli esami sono slittati solo di un giorno». (l.a.)

L’intervista completa nel numero del Sabato sera del 2 luglio.

Nella foto: Gabriele Peroni dell’Ausl di Imola

Test, tamponi e asintomatici: il coronavirus sembra più «buono». Le risposte dell’Ausl di Imola
Cronaca 29 Aprile 2020

Sospensione del servizio Cup per manutenzione tecnologica

L’AUSL di Imola informa i cittadini che dalle ore 19.00 di domani alle ore 6.00 di lunedì 4 maggio è previsto un intervento tecnico sul sistema che provocherà la sospensione del servizio Cup su tutto il territorio regionale.
In questo arco di tempo non sarà quindi possibile effettuare nessun tipo di servizio né presso gli Sportelli unici distrettuali o le farmacie del territorio, né on line (ad esempio tramite Cup web e il Fascicolo sanitario elettronico), né telefonicamente.
Pertanto, sabato 2 maggio gli Sportelli unici distrettuali/Cup resteranno chiusi al pubblico. (r.cr.)

Sospensione del servizio Cup per manutenzione tecnologica
Cronaca 27 Aprile 2020

Riapre lo Spazio giovani dell’Ausl. Corsi di accompagnamento alla nascita in diretta video

Da lunedì 4 maggio, pur nel rispetto di tutte le misure di protezione, si riavviano le attività dello Spazio giovani dell”Azienda usl di Imola, dedicato a ragazze/i di età compresa fra i 14 e i 19 anni per colloqui psicologici, visite ginecologiche e distribuzione gratuita di contraccettivi.
Da lunedì 27 aprile sarà attivo il servizio di prenotazione e valutazione della richiesta. Per prenotare un consulenza psicologica telefonare il mercoledì pomeriggio, dalle 14 alle 17 al n. 0542 604194. Per prenotare una visita ginecologica o un appuntamento per la consegna gratuita dei contraccettivi, telefonare il lunedì ed il mercoledì dalle 14 alle 16 al n. 0542 604190.

Ripartono – ma a distanza – anche i corsi di accompagnamento alla nascita, per le donne/coppie già iscritte.
Nel rispetto della regola del distanziamento sociale, infatti, il corso si svolgerà in videconferenza a partire da lunedì 4 maggio e sarà quindi possibile interagire e fare domande alla psicologa e all’ostetrica che conduce il gruppo. (r.cr.)

Riapre lo Spazio giovani dell’Ausl. Corsi di accompagnamento alla nascita in diretta video
Cronaca 27 Aprile 2020

Coronavirus, la Talea di Castel Guelfo dona venti notebook all'Azienda usl di Imola

L’azienda Talea di Castel Guelfo ha donato venti notebook all’Azienda usl di Imola. L’attrezzatura, del valore di 5.100 euro, è stata fin da subito destinata alla gestione delle cartelle cliniche nei reparti ed al supporto per le video-call e le videovisite.

«Un profondo ringraziamento per questa importante donazione – commenta Andrea Rossi, direttore generale dell’Ausl cittadina –. Il supporto del territorio nel fronteggiare l’emergenza in corso non si ferma, gesti come questo sono ammirevoli e mostrano come la solidarietà sia decisamente una parte integrante e caratterizzante di tutto il circondario». (r.cr.)

Coronavirus, la Talea di Castel Guelfo dona venti notebook all'Azienda usl di Imola
Cronaca 27 Aprile 2020

Coronavirus, terapia intensiva e farmaci in un futuro ancora incerto

Igor Bacchilega è il direttore del Dipartimento di emergenza e accettazione dell’Ausl di Imola che comprende anche l’area critica e i letti di terapia intensiva che sono stati fondamentali nei momenti cruciali dell’epidemia, è stato creato anche un reparto sub intensivo denominato Ecu.

Ora che i ricoveri sono diminuiti, state tirando il fiato?
«Dopo il grandissimo impegno di marzo si stanno svuotando le terapie intensive anche a Imola. Abbiamo ampliato i posti letto quando c’è stato bisogno di dare risposta ai pazienti Covid e ora siamo già pronti per dare spazio ai pazienti nonCovid anche per le attività non urgenti che dovranno ricominciare. Il problema è che possiamo guardare cosa hanno fatto i Paesi dove la malattia è arrivata prima ma è difficile valutare gli scenari futuri».

Il reparto sub intensivo Ecu rimarrà?
«Dovremo valutare».

Possiamo però contare sui farmaci. Come sta andando con la sperimentazione off label (utilizzati non per il loro uso autorizzato) del tocilizumab? Ogni giorno sentiamo novità che sembrano mettere in discussione quanto detto il giorno prima.
«Ci siamo trovati davanti una malattia gravissima che comparta una polmonite instertiziale per la quale nessun farmaco sembrava davvero efficace. Noi abbiamo trattato con il tociluzumab 13-14 pazienti a Imola, quelli valutati come idonei; 8 sono migliorati mentre per altri 5 non abbiano notato giovamento. Sarà interessante capire meglio quando avremo un’analisi scientifica rigorosa su un campione rappresentativo, per ora abbiamo preso tutti decisioni su studi di pochi casi».

Adesso si parla dell’eparina.
«In realtà l’abbiamo sempre utilizzata, è un tipico farmaco di area critica, poi dopo gli ulteriori studi si è notato che in alcuni pazienti Covid si creano trombi diffusi ed è stato aumentato un po’ il dosaggio, ovviamente nei pazienti idonei».

L’intervista completa nel numero del Sabato sera del 23 aprile

Fotografia di Marco Isola/Isolapress

Coronavirus, terapia intensiva e farmaci in un futuro ancora incerto

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