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Cronaca 5 Novembre 2021

La Bonifica Renana
 metterà in sicurezza 
il bacino da Cà di Trebbo a Molino dell’Aquila

Con l’approvazione della Convenzione da parte del Consiglio comunale, nella seduta di martedì 26 ottobre, il Comune di Castel San Pietro affida al Consorzio di Bonifica Renana l’intervento di messa in sicurezza del bacino calanchivo da località Cà di Trebbo a Molino dell’Aquila a rischio idrogeologico per frana attiva. 

In base alla convenzione, il Consorzio assume le funzioni di progettazione, stazione appaltante nonché di direzione dei lavori, mentre il Comune potrà esercitare l’attività di controllo tecnico e amministrativo. 

L’importo previsto per l’opera è di 137.221,01 euro, somma assegnata all’Amministrazione dal Ministero dell’Interno  con un bando specifico. Per l’esecuzione delle opere si stima siano necessari 90 giorni. (r.cr.)

Foto dal Comune di Castel San Pietro

La Bonifica Renana
 metterà in sicurezza 
il bacino da Cà di Trebbo a Molino dell’Aquila
Cronaca 16 Marzo 2018

Progettato un nuovo bacino artificiale per irrigare i campi a Poggio Grande

Che l’acqua sia fondamentale, si sa. Ed è proprio per via dell’importanza che riveste per l’agricoltura che l’Amministrazione castellana ha deciso di investire in differenti piani per l’aumento della capacità irrigua del proprio territorio. Il progetto più consistente, presentato nelle scorse settimane anche nel corso della Consulta di Poggio e Gaiana, riguarda la realizzazione di un nuovo bacino artificiale nel territorio della frazione di Poggio Grande, a valle del depuratore comunale. «L’idea – spiega l’assessore all’Agricoltura, Anna Rita Muzzarelli – è nata per sopperire alla dispersione delle risorse idriche nel periodo invernale, quando il settore agricolo non necessita di acqua. La soluzione individuata è stata quella di costruire un grande bacino artificiale che raccoglie l’acqua del depuratore civile, che ad oggi si perde. Tale acqua verrebbe dunque raccolta per essere utilizzata nella stagione estiva in accumulo a quella normalmente presente nello scolo Laghetto».

Lo scolo Laghetto prende l’acqua in fuoriuscita dal depuratore e scorre fino a confluire nel torrente Gaiana che da Castello va a Medicina. Entrambi alimentano, dunque, le terre castellane ad est e, in seconda battuta, quelle medicinesi. Accumulando l’acqua nel nuovo invaso artificiale, la cui capacità è stimata in centomila metri cubi, l’irrigabilità verrebbe aumentata di almeno il 50 per cento. A goderne saranno una ventina di aziende. Il progetto del nuovo bacino vale ben due milioni di euro e sarà realizzato attraverso una sinergia a tre. L’Amministrazione castellana destina gratuitamente il terreno di quattro ettari dove dovrà nascere l’invaso (oggi affittato a scopo agricolo), il Consorzio della Bonifica Renana si è occupato della progettazione con una spesa di 500 mila euro e, infine, la Regione Emilia Romagna deve finanziare il progetto per i rimanenti un milione e mezzo di euro inserendolo nel Piano di sviluppo regionale (Psr). «Essendo il terreno già disponibile perché di nostra proprietà e il progetto già effettuato – continua Muzzarelli –, potremmo veder nascere il nuovo bacino fra il 2018 e il 2019. Si tratta di un progetto di valenza strategica che permetterà di dare risposte immediate alle necessità idriche del territorio, andando incontro alle esigenze degli agricoltori e permettendo una diversificazione delle colture garantendo alti livelli qualitativi».

In agricoltura, va ricordato, alcune colture necessitano di una maggior quantità di acqua rispetto ad altre. «Se oggi alcune colture non sono praticabili nella zona di Poggio, ad esempio il mais, domani grazie al nuovo invaso lo saranno. Per le aziende che ne godranno il piano irriguo futuro sarà più permissivo», ovvero grazie a più acqua saranno permessi più turni per l’irrigazione. Il nuovo invaso servirà direttamente un distretto irriguo da 170 ettari. Oltre alla realizzazione del bacino di accumulo, l’Amministrazione ha nelle corde, grazie alla partecipazione al progetto europeo «Life» per la biodiversità, la realizzazione di un impianto di fitodepurazione a servizio del bacino stesso. Si tratta di un altro laghetto da ottomila metri cubi, che precederebbe il bacino vero e proprio, dove migliorare la qualità dell’acqua grazie al mantenimento della biodiversità delle specie vegetali ed animali, in pratica alghe, pesci e microrganismi che vivendo nell’area ne migliorano l’acqua. Il progetto e il contributo, però, sono legati come detto al bando europeo Life e alla relativa graduatoria futura. Ma, precisa Muzzarelli, «il bacino e l’area di fitodepurazione sono indipendenti, potrà nascere prima l’uno o l’altro».

mi.mo.

Nella foto: lo schema che mostra il progetto dell”impianto di fitodepurazione (a sinistra) e del bacino di accumulo (a destra) collegati allo scolo laghetto

Progettato un nuovo bacino artificiale per irrigare i campi a Poggio Grande

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