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Cronaca 20 Aprile 2019

L'area dell'ex caserma Gamberini di Ozzano Emilia sarà rinaturalizzata, esclusi utilizzi residenziali o produttivi

Prima la visita guidata nell’ambito della Settimana dell’ecologia, poi martedì 9 aprile il voto del Consiglio comunale che ne esclude lo sfruttamento residenziale o produttivo. Non solo, l’atto di indirizzo approvato, accogliendo una proposta avanzata dal Wwf e da altre associazioni ambientaliste, prevede la rinaturalizzazione dell’intera area. Si tratta di ben 37 ettari in via Marconi, a ridosso dell’Autostrada, che fino ad un decennio fa venivano utilizzati dai militari dell’allora caserma Gamberini per l’addestramento.

Un’area oggi abbandonata con buche trasformatesi in pozzanghere o laghetti, erba ed alberi ma proprio per questo diventata, in realtà, un luogo unico e prezioso: «La rinaturalizzazione sta procedendo in modo autonomo ed efficace da almeno 25 anni con alberature autoctone pregiate (olmi, frassini, querce, carpino, aceri), una presenza di avifauna e selvaggina significativa, esempi di endemismi floreali» spiegano dal Comune. «Un patrimonio ecologico particolarmente significativo, specie nelle zone di pianura come la nostra, a valle della via Emilia, dove paludi, torbiere, bassuree zone umide in generale sono ormai rarissime» aggiungono.

Nel 2014 l’Amministrazione di Ozzano l’ha ricevuta dal Demanio militare, dopo averne fatto richiesta. Nel tempo si erano ventilate varie ipotesi di destinazione di un’area di così vaste dimensioni, l’intenzione era quella di renderla produttiva e remunerativa per la collettività, magari costruendoci case o fabbriche, poi nell’ultimo periodo si è passati all’idea di tutelarla, ovvero farne un luogo dove la natura possa esprimersi. Tra l’altro «non presenta fenomeni di inquinamento del suolo o delle falde» precisano dal Comune, inoltre è adiacente alla fermata della Stazione ferroviaria metropolitana e con la ciclopedonale si collega bene alle principali direttrici.

«Sindaco da poco, a luglio del 2014 andai a Roma per sollecitare il Demanio alla cessione dell’area – ricorda il sindaco Luca Lelli sulla sua pagina Facebook-. Poco dopo arrivò la risposta positiva e nell’autunno dello stesso anno ne votammo in Consiglio comunale l’acquisizione. In altri periodi un’area di 37 ettari in piena pianura, tra la caserma, i campi coltivati e le zone industriali avrebbe avuto probabilmente una sorte diversa – ammette -. In questi anni però la proposta che più ci ha convinti è stata quella avanzata dal Wwf insieme ad altre associazioni ambientaliste. Valutando che proprio la sua posizione potesse renderla nei prossimi anni uno degli elementi di valorizzazione del nostro patrimonio naturalistico. Ora starà al prossimo Consiglio comunale adottare le variazioni alla pianificazione urbanistica e cercare collaborazioni, fondi e strumenti per valorizzare al meglio la zona» ricorda il sindaco che a fine maggio concluderà il primo mandato. (r.cr.)

L”articolo completo è su «sabato sera» del 18 aprile

L'area dell'ex caserma Gamberini di Ozzano Emilia sarà rinaturalizzata, esclusi utilizzi residenziali o produttivi
Cronaca 10 Ottobre 2018

Il cedro del Libano del cimitero del Piratello e gli altri giganti verdi del circondario imolese

Sono 106 i giganti verdi dell’Emilia Romagna inseriti nel primo elenco ufficiale nazionale, approvato di recente dal ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali, e ora anche del Turismo. Si tratta di alberi particolarmente maestosi e longevi, singoli o in gruppi o filari, ai quali è riconosciuto un particolare valore culturale e storico, oltre al valore strettamente scientifico o ambientale. Alberi che proprio in considerazione di queste molteplici caratteristiche godono di una particolare tutela da parte della legislazione nazionale e regionale.

A livello nazionale se ne occupa la legge numero 10 del 2013, ma molte Amministrazioni regionali da ben più tempo hanno a cuore la tutela di esemplari arborei di notevole pregio scientifico o monumentale. E’ il caso appunto dell’Emilia Romagna, prima Regione italiana ad approvare (nel 1977) una norma in materia di tutela degli alberi monumentali e a dare il la al primo censimento regionale che, ad oggi, conta appunto 106 esemplari monumentali che si distinguono per età, dimensioni e per l’originale pregio naturalistico e botanico.

Mentre, complessivamente, sono 646 gli alberi singoli, in gruppo, in filare e in boschetto posti sotto tutela, anche se non ancora considerati monumentali. «In Emilia Romagna – sottolinea l’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo – i boschi si estendono su una superficie di oltre 540 mila ettari e in totale si arriva a più di 610 mila conteggiando anche le altre aree a vegetazione legnosa come arbusteti, castagneti da frutto, pioppeti e arboricoltura da legno. Di fatto circa il 25 per cento del territorio regionale è coperto da foreste. Questa espansione è un fatto positivo, perché contribuisce al miglioramento dell’ambiente e favorisce la biodiversità, soprattutto nelle aree montane. E in questa prospettiva – prosegue l’assessore – si inserisce anche la salvaguardia degli alberi monumentali, autentici serbatoi di biodiversità di alto pregio naturalistico e paesaggistico, oltre a rappresentare spesso un patrimonio di grande valore storico, culturale e religioso per particolari episodi o vicende che li hanno visti salire alla ribalta nel passato».

Il circondario imolese vanta 16 alberi monumentali: 7 si trovano a Imola, 4 a Dozza, 2 a Castello, 1 a Castel Guelfo, 1 a Fontanelice e 1 a Borgo Tossignano. A questi si è appena aggiunto un cedro del libano posto all’interno del cimitero del Piratello, il cui sviluppo è perfettamente integrato con le pareti del giardino interno che lo ospitano, in maniera appunto monumentale. Questo cedro è l’ultimo nuovo inserimento nella lista degli alberi monumentali del nostro circondario grazie ad un censimento cui hanno collaborato anche le Gam, che a vario titolo monitorano il territorio e fanno rispettare i regolamenti in materia di ambiente di enti come Comuni, Città metropolitana e parchi naturali. (mi.mo.)

L”articolo completo è su «sabato sera» del 4 ottobre

Nella foto il cedro del Libano all”interno del cimitero del Piratello di Imola

Il cedro del Libano del cimitero del Piratello e gli altri giganti verdi del circondario imolese

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