Con l’arrivo della stagione più feconda e proficua per i cercatori di funghi, l’Ausl di Imola riapre, dal 12 settembre fino al 30 novembre l’ispettorato Micologico dell’Ausl di Imola. Per prevenire rischi legate all’identità e tipologia di questi prodotti del sottobosco, che in molti casi possono anche essere tossici o velenosi l’Ispettorato micologico dell’Ausl di Imola è a disposizione dei cittadini, nel Polo Territoriale di Imola in via Amendola 8, nei giorni di lunedì, martedì, giovedì e sabato dalle 12.30 alle 13.30 con tel. 0542604944
Nei giorni di mercoledì e venerdì saranno comunque soddisfatte le domande di certificazione contattando il front office che è disponibile al numero telefonico 0542 604950 negli orari d’ufficio (dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 12.30). La certificazione dell’ispettorato è a titolo gratuito e ricomprende sia i funghi destinati al consumo diretto sia le partite di funghi spontanei destinati alla vendita.
«Nel corso degli anni abbiamo identificato diversi funghi velenosi come: Amanita phalloides, Lepiota a piccola taglia, Galerina marginata, Entoloma lividum (sinuatum), Cortinarius orellanus, funghi che possono portare alla morte o alla necessità di un rapido trapianto di organi – spiega Francesco Baldinini micologo dell’Ausl di Imola –. Inoltre, con costante e preoccupante regolarità sono stati presentati anche atri funghi come: Clitocybe olearia, Hypholoma fascicolare, clavaria, Russula emetica e Agaricus xanthoderma (xantodermus), che possono provocare intossicazioni e avvelenamenti di varia entità. Molti di questi funghi velenosi o tossici spesso sono stati raccolti in parchi delle città o giardini domestici. Purtroppo non sono neppure mancate situazioni – prosegue Baldinini – in cui i cittadini non si sono rivolti a noi e sono finiti in ospedale con gravi complicazioni. Tra le cause più comuni di errore il confondere funghi mangerecci con sosia non commestibili capaci di trarre in inganno con la loro somiglianza i raccoglitori. Come nel caso delle pericolosissime Lepiota a piccola taglia (Helveola, bruenneoincarnata, josserandii) che, invece, possono essere scambiate con l’innocuo e commestibile Marasmius oreades (gamba secca/chiodino)».
Inoltre sempre con maggiore frequenza si segnalano casi di bambini che, probabilmente incuriositi dai colori e dalla forma, ingeriscono funghi raccogliendoli dai prati in cui giocano. In questi casi, prima di recarsi al pronto soccorso, si consiglia sempre di raccogliere i funghi nell’area in cui i bambini stavano giocando in modo da poterli sottoporre al giudizio del micologo.
È indispensabile per la propria sicurezza sottoporre tutti gli esemplari raccolti al controllo dell’ispettorato micologico prima del consumo, ricordando che per una buona riconoscibilità i reperti devono essere integri (devono essere presenti sia il gambo che il cappello), e che i funghi raccolti
devono essere riposti in contenitori adeguati, (rigidi o a rete) ed areati ed idonei a diffondere le spore. Vietatissime le buste di plastica o i sacchetti.
Nel caso si sospetti un caso di avvelenamento o di intossicazione è necessario contattare il 118 o recarsi al Pronto Soccorso, riferendo al personale sanitario quanto tempo è intercorso tra l’ingestione dei funghi e la comparsa dei sintomi e descrivendo con precisione i funghi ingeriti. Si sottolinea che eventuali funghi non utilizzati o scarti della pulitura devono essere portati con sé in ospedale perché possono essere di grande aiuto per l’identificazione.
Nell’anno 2021non vi sono state segnalazioni al Pronto Soccorso di sospetti casi d’intossicazione o avvelenamento causata dal consumo di funghi.