Posts by tag: Tecnologia

Economia 26 Giugno 2019

La connessione veloce della fibra ottica di Open Fiber dal 2017 ha già raggiunto 21 mila case di Imola

A Imola la fibra ultraveloce di Open Fiber ha già raggiunto circa 21 mila case. Proseguono i lavori avviati nel novembre 2017 per sviluppare anche in città la banda ultralarga attraverso la posa di una infrastruttura in fibra ottica che consente una velocità di connessione fino a 1 Gigabit al secondo. Nei giorni scorsi, Open Fiber, la società milanese costituita alla fine del 2015 da Enel e Cassa depositi e prestiti, ha infatti annunciato il completamento del cablaggio delle prime 21 mila unità immobiliari nei quartieri Pedagna, Villaggio e Zolino, ma sono in corso i lavori per completare il piano di sviluppo.

L’obiettivo è connettere quasi 24 mila case e uffici attraverso 14 mila chilometri di fibra ottica, per un investimento complessivo di circa 8 milioni di euro. La rete posata da Open Fiber in gergo tecnico si chiama Ftth, dall’inglese “fiber to the home”, letteralmente «fibra a casa», mentre la finora più diffusa Fttc, “fiber to the cabinet”, raggiunge solo le cabine stradali e da qui le case con reti in rame o miste fibra-rame che consentono una velocità di trasmissione dati inferiore. «L’Ftth di Open Fiber – spiega la società – è un asset strategico per la crescita dei territori urbani, poiché sviluppa connessioni e servizi digitali, leve principali della produttività per affrontare le sfide economiche e sociali di oggi e dei prossimi anni. I servizi abilitati dalla banda ultra larga sono numerosi, e si estendono ad ambiti come l’Internet of Things, l’e-health, il cloud computing, lo streaming online di contenuti in Hd, l’accesso ai servizi avanzati della Pubblica amministrazione, applicazioni “smart city”», come la mobilità sostenibile, il controllo elettronico degli accessi, il monitoraggio ambientale, la gestione dell’illuminazione pubblica e la digitalizzazione dei servizi per il turismo». (r.cr.)

L”articolo completo è su «sabato sera» del 20 giugno

L”immagine è tratta dal sito della società Open Fiber

La connessione veloce della fibra ottica di Open Fiber dal 2017 ha già raggiunto 21 mila case di Imola
Cronaca 10 Giugno 2019

Da Medicina all'Australia i tecnici del radiotelescopio impegnati a livello internazionale nel progetto Ska

Da Medicina all’outback australiano. A portare a migliaia di chilometri di distanza, in uno dei territori più remoti e spopolati della Terra, è il progetto internazionale Ska (Square kilometre array, cioè con l’area collettrice di un chilometro quadrato), per la costruzione del più grande radiotelescopio mai realizzato dall’uomo, che sorgerà in due location diverse: oltre alla regione australiana occidentale del Murchison, dove vivono appena 110 abitanti su una superficie di oltre 40 mila chilometri quadrati, il secondo pezzo del radiotelescopio sarà localizzato nel Karoo, nell’entroterra sudafricano. A compiere il viaggio in questione, e non per la prima volta, è stata una squadra di tecnici della stazione radioastronomica di Medicina, che fa parte dell’Inaf, l’Istituto nazionale di astrofisica.

A capo della squadra c’è il ricercatore Jader Monari, di San Lazzaro, responsabile della stazione medicinese. «Ska è un progetto globale per la costruzione su due continenti del più grande radiotelescopio al mondo – ci spiega Monari -. All’inizio, nel 2001, erano pochi quelli che credevano in questo ambizioso progetto; oggi, invece, stiamo entrando nella prima fase operativa, come dimostra la firma del trattato internazionale Ska Observatory che i primi sette Paesi, fra cui l’Italia, hanno firmato a Roma a fine marzo, mentre la collaborazione conta ormai venti nazioni. Il trattato firmato mette a disposizione i fondi necessari per la fase uno, ossia per la costruzione di 133 parabole per la ricezione di segnali ad alta frequenza, in Africa, e 130 mila antenne collegate fra loro per la ricezione dei segnali a bassa frequenza, in Australia, dove operiamo noi». A partire dal prossimo anno alle aziende dei sette Paesi membri del progetto Ska potranno essere assegnati i contratti di fornitura per la realizzazione del maxi radiotelescopio.

Complessivamente sono più di mille, fra ingegneri e ricercatori, coloro che stanno partecipando alla costruzione dello Square kilometre array, il progetto internazionale di profilo scientifico e ingegneristico che ha come obiettivo la costruzione della più grande rete di radiotelescopi al mondo. Insieme a Jader Monari, lavorano all’ambizioso progetto altri 9 ricercatori della stazione di Medicina, sui 30 coinvolti a livello nazionale. Fra questi ci sono anche il castellano Marco Schiaffino, che si occupa delle progettazioni meccaniche (dal design delle antenne ai sistemi di acquisizione dei dati), e il medicinese Alessandro Cattani, tecnico elettronico.

«Il mio team – ci spiega Monari – si occupa della progettazione delle antenne, dei sistemi riceventi e del sistema di acquisizione dei dati captati dalle antenne. Ad aprile, nell’ambito della settima missione, abbiamo installato e testato un tipo di antenna italiana al cento per cento, dal design al manufacturing». (mi.mo.)

Il servizio completo è su «sabato sera» del 30 maggio

Nella foto i tecnici nel deserto australiano con la distesa di antenne dello Square Kilometre Array (Ska), il futuro più grande telescopio del mondo

Da Medicina all'Australia i tecnici del radiotelescopio impegnati a livello internazionale nel progetto Ska
Cronaca 4 Giugno 2019

Inaugurata all'istituto superiore Giordano Bruno di Medicina la nuova aula 3.0 attrezzata con tablet e computer

Una nuova aula 3.0 è stata ufficialmente inaugurata presso l’Istituto statale di istruzione superiore «Giordano Bruno». Si tratta di un ambiente appositamente riconfigurato per l’utilizzo delle tecnologie moderne nell’ambito di approcci didattici innovativi.

«Il progetto “Aula 3.0” ha l’obiettivo di creare ambienti di apprendimento attivi dove gli studenti abbiano l’opportunità di diventare sempre più soggetti positivi della propria formazione. Un percorso che permetterà di migliorare ed incrementare il successo scolastico di ciascun studente».

In pratica, l’Aula 3.0 è dotata di tablet e computer inseriti in un contesto di arredi particolare dove gli studenti potranno lavorare interagendo continuamente fra loro. Il Comune di Medicina ha finanziato l’acquisto di una parte dei tablet per la nuova aula 3.0. (r.cr.)

Inaugurata all'istituto superiore Giordano Bruno di Medicina la nuova aula 3.0 attrezzata con tablet e computer
Economia 3 Giugno 2019

Bio-on inventa il filtro naturale per le sigarette, che fa bene alla salute e all’ambiente

Un liquido naturale e biodegradabile al 100% che può sostituire la triacetina nei filtri delle sigarette. La notizia arriva da Bio-on. Un’invenzione dei ricercatori dell’azienda specializzata nel settore dei biopolimeri che promette benefici, sia per i fumatori che per l’ambiente, ed è già in produzione nello stabilimento di Gaiana di Castel San Pietro.

In questo modo sarà possibile utilizzare un «filtrante naturale che blocca fino al 60% gli agenti dannosi per il corpo umano senza modificare il gusto della nicotina». Non solo. I filtri delle sigarette sono il prodotto inquinante maggiormente prodotto dall’uomo, sebbene non siano al momento messi al bando come la plastica: ogni anno vengono prodotte e vendute oltre 5,5 trilioni di sigarette tradizionali e 40 miliardi di sigarette di nuova generazione (not burn), ogni giorno ne vengono dispersi nell’ambiente più di 10 miliardi e impiegano anni a decomporsi. Uno dei motivi sono proprio i collanti attualmente utilizzati dall’industria del tabacco nei filtri: la triacetina, ad esempio, non è biodegradabile naturalmente e questo rallenta i progressi disgreganti degli acetati di cellulosa.

«Questa innovazione è destinata a rivoluzionare il settore – dichiara Marco Astorri, presidente e ceo di Bio-on –. Siamo molto orgogliosi del lavoro di squadra che è stato fatto negli ultimi 24 mesi dai nostri ricercatori in Italia, nella Business Unit Cns (Cosmetic, Nanomedicine & Smart Materials), e dagli scienziati dell’Università di Clarkson». La produzione del nuovo liquido polimerico sarà rapidamente ampliata negli stabilimenti dei licenziatari che hanno già raggiunto accordi con Bio-on. Per la prima fase, la società è già pronta a produrre 15.000 tonnellate/anno (2019-20) e, alla luce del forte interesse che sta riscontrando, prevede di triplicare i quantitativi dal 2021. «Questi innovativi filtri sfruttano le caratteristiche chimico-strutturali dei poli-idrossi-alcanoati sviluppati da Bio-on» spiega Mauro, Comes Franchini, Scientific Director Business Unit Cns.  

Bio-on è in contatto da tempo con le più grandi aziende produttrici mondiali di tabacco.  «Una soluzione efficace e sostenibile – aggiunge Astorri – che nasce da idee e tecnologie Made in Italy». Tutti i biomateriali sviluppati da Bio-on sono ottenuti da fonti vegetali rinnovabili senza alcuna competizione con le filiere alimentari; possono garantire le medesime proprietà termo-meccaniche delle plastiche tradizionali col vantaggio di essere completamente ecosostenibili e al 100% biodegradabili in modo naturale.

Nella foto lo stabilimento Bio-on a Gaiana

Bio-on inventa il filtro naturale per le sigarette, che fa bene alla salute e all’ambiente
Economia 17 Aprile 2019

Arriva “Imola City Hub', il progetto da 5,2 milioni di euro che potrebbe lanciare in orbita il primo satellite imolese

Imola potrebbe avere, in un futuro non troppo lontano, il proprio satellite in orbita a 500 chilometri da terra e in grado di monitorare il territorio, transitando sopra la città a cadenza quindicinale o settimanale. Il condizionale è d’obbligo, perché ancora non si conosce l’esito del bando europeo «Urban innovative actions» (Uia) che permetterebbe di finanziare il progetto, del costo di oltre 5 milioni e 200 mila euro, proposto dal Comune nel ruolo di capofila assieme a quattro aziende imolesi che metteranno in rete le loro competenze: Npc-Spacemind (na-nosatelliti per la raccolta dati), SisTer (analisi ed elaborazione dati), Imola Informatica (aggregazione e archiviazione dati), Antreem (interfacce utente per piattaforma web e smartphone).

Per ora si sa che il progetto «Imola city hub» è stato ammesso alla selezione assieme ad altri 174 progetti e che, di questi, ne verranno finanziati 25, con una probabilità di riuscita quindi che si aggira attorno al 14%. Ma l’Amministrazione comunale è ottimista e ha anticipato i dettagli in una conferenza stampa che si è svolta il 2 aprile alla presenza anche della sottosegretaria alle Politiche agricole alimentari e forestali, Alessandra Pesce. Il progetto in questione risponde al tema della «Transizione digitale», riguardante idee sulla digitalizzazione dei servizi delle città europee, finalizzate a sviluppare servizi pubblici digitali, riducendo il peso amministrativo e burocratico sui cittadini. Tradotto per Imola: un sistema che permette, ad esempio, di mettere in contatto gli imolesi con la Pubblica amministrazione, proporre referendum con voto online all’insegna della democrazia diretta, migliorare i servizi digitali esistenti, analizzare la situazione del dissesto idrogeologico, monitorare strade, parcheggi e flussi turistici (tramite l’uso delle celle telefoniche), ottenere dati sulla qualità dell’aria e per l’agricoltura, avviare percorsi di attrattività turistica.

In caso di vincita, il programma della Commissione europea finanzierà l’80% dei costi, mentre la parte restante, circa 1 milione e 200 mila euro, sarà ripartita tra i partner del progetto. Per quanto riguarda il Comune, ha precisato il vicesindaco e assessore allo Sviluppo economico Patrik Cavina, «metteremo a disposizione il personale e uno spazio fisico all’interno del centro storico (al momento non ancora individuato), per supportare l’alfabetizzazione informatica del cittadino e introdurlo ai servizi digitali offerti dal Comune».Un altro obiettivo è riuscire ad aumentare il numero degli imolesi iscritti alla rete regionale Lepida. «Oggi sono 5 mila, ma nei prossimi tre anni puntiamo a coinvolgere 20 mila cittadini» ha puntualizzato Cavina. Il satellite potrebbe essere utilizzato anche da altri Comuni, «ad esempio quelli gemellati con Imola – ha poi proseguito il vicesindaco -. Questa esperienza potrebbe essere portata a livello dei Comuni del ConAmi». (lo.mi.)

L”articolo completo è su «sabato sera» dell”11 aprile 

Nella foto la presentazione del progetto “Imola City Hub”

Arriva “Imola City Hub', il progetto da 5,2 milioni di euro che potrebbe lanciare in orbita il primo satellite imolese
Cultura e Spettacoli 23 Marzo 2019

«Da Vinci Experience», l’arte è multimediale al Centro Leonardo

Un’innovativa esperienza virtuale alla scoperta del genio di Leonardo. Da oggi, 23 marzo, al 16 aprile il Centro Commerciale Leonardo di Imola omaggia il maestro rinascimentale a cui è intitolato ospitando uno speciale tour esperienziale, che attraverso tecnologie all’avanguardia dà la possibilità di immergersi nel genio vinciano, ammirandone invenzioni e opere.
Con la «Da Vinci Experience» Leonardo potrà essere osservato grazie alle potenzialità della tecnologia digitale immersiva e della realtà virtuale: ci sarà un’area appositamente allestita con poltroncine e visori 3D – Oculus VR implementati con contenuti multimediali esclusivi per «entrare all’interno» delle creazioni leonardesche, così come una Mirror Room, una sala completamente specchiata dove tuffarsi in un caleidoscopio di immagini dei capolavori pittorici del maestro toscano, attraverso un sistema di videoproiezioni. Si potranno così ammirare, vivere e ascoltare (grazie alla musica) i capolavori pittorici di Leonardo, ma anche i suoi disegni, gli schizzi, i progetti e molto altro. Sarà inoltre presente un’esposizione di modelli di macchine, fedeli ricostruzioni delle originali.

La mostra «Da Vinci Experience», adatta sia ad adulti che a bambini e consigliata agli studenti, è frutto di una collaborazione tra Igd, direzione del Centro, Mpr Comunicazione Integrata e Crossmedia Group. «Il Centro Commerciale Leonardo è protagonista del progetto innovativo di Igd – spiegano gli organizzatori –, denominato Experience e che ha quale obiettivo quello di trasformare le iniziative che si svolgono al centro commerciale in una vera e propria esperienza per i partecipanti». (r.c.)

«Da Vinci Experience», l’arte è multimediale al Centro Leonardo
Cronaca 19 Febbraio 2019

Otto cabine elettriche trasformate in opere d'arte: si è concluso il progetto Tag della società Inrete

Con la trasformazione dell’ultima cabina elettrica, delle otto programmate, in un’opera d’arte urbana, si è concluso a Imola il progetto Tag, ovvero “Torre arte e graffiti”. Iniziativa promossa da Inrete, la società del gruppo Hera che gestisce la distribuzione di gas e di energia elettrica in Emilia Romagna, che ha deciso di investire in un progetto di rigenerazione urbana, trasformando appunto otto cabine elettriche situate in città in altrettante opere d’arte.

Un connubio tra arte e tecnologia. Una scelta tutt’altro che scontata per una società impegnata nel campo dell’energia. «Ci è piaciuta la possibilità di un connubio tra arte e tecnologia che il progetto Tag rende possibile», motiva Alessandro Baroncini, amministratore delegato di Inrete. Società quest’ultima che nel comune di Imola gestisce la distribuzione dell’energia elettrica tramite 819 chilometri di rete in bassa tensione e 418 chilometri di rete in alta tensione, 54.500 contatori installati e 614 cabine elettriche gestite, di cui 102 telecontrollate, ovvero comandate direttamente dalla centrale operativa in modo tale da riattivare la fornitura di elettricità in caso di interruzione, riducendo così i tempi di intervento e di ripristino del servizio all’utenza. «Così come giovani artisti lavorano all’esterno delle cabine per renderle più integrate rispetto al contesto esterno, giovani tecnici di Inrete operano all’interno delle strutture per renderle sempre più all’avanguardia», tiene a sottolineare Baroncini sempre in riferimento al progetto Tag. Non a caso tale progetto è nato all’interno della stessa Inrete da un’idea di giovani tecnici, per poi svilupparsi con la collaborazione dell’associazione culturale imolese Noi Giovan ie in accordo col Consorzio Ami, l’ente di via Mentana proprietario delle strutture. Da queste premesse si è dato quindi il via alla creazione di una vera e propria galleria d’arte all’aria aperta, senza alcun consumo ulteriore di suolo, tramite il coinvolgi-mento di giovani artisti locali, nazionali o internazionali, che con i loro diversi stili hanno dipinto le pareti delle cabine, regalando ai cittadini un nuovo itinerario artistico e dando la possibilità all’osservatore di riscoprire alcuni luoghi della città e percepirne la funzione narrativa.

Otto cabine elettriche per raccontare otto storie. L’obiettivo di valorizzare il territorio imolese attraverso l’innovazione, l’arte e la cultura si è tradotto nella trasformazione delle pareti delle otto cabine in graffiti capaci di raccontare una storia, sottolineando alcuni importanti aspetti, come le caratteristiche dei quartieri in cui sono inserite, il contesto storico-culturale e il rapporto con l’ambiente. Grazie a un’analisi critica e storica sono state individuate varie tematiche, come la storia del fiume Santerno, quella dell’antica basilica di Villa Clelia, l’importanza del rapporto campagna-città e la passione per i motori. Per ogni cabina elettrica è stato scelto un tema e un artista responsabile dell’intervento. Il direttore artistico del progetto, Cesare Bettini, ha fornito a ogni street artist una documentazione completa con informazioni, foto, video e testimonianze relative alla zona, garantendo al progetto completezza e uno stretto le-game con il territorio e le sue tradizioni.

La riscoperta dei luoghi e il coinvolgimento dei cittadini.«Il Progetto Tag è entrato nel cuore della città, entusiasmando e coinvolgendo i cittadini che, fin da subito, si sono imbattuti nelle insolite opere – afferma il presidente dell’associazione Noi Giovani, Vincenzo Rossi -. Tag ha pro-vocato domande, discussioni sulle tematiche trattate, am-mirazione e curiosità da parte di centinaia di persone, che si sono avvicinate ai luoghi scelti della loro città, riscoprendoli. Tag è un progetto artistico, ma anche socio-culturale: le otto opere a cielo aperto vogliono far emergere la storia, le radici e le verità dei luoghi e dare la possibilità alle persone di interpretarle e conoscerle. Il progetto è la fine di un primo percorso, che speriamo sia l’inizio di un nuovo modo in-novativo di gestione della res publica». (r.cro)

Un approfondimento sulle opere è disponibile su «sabato sera» del 14 febbraio

Otto cabine elettriche trasformate in opere d'arte: si è concluso il progetto Tag della società Inrete
Economia 4 Settembre 2018

Dal mouse per disabili all'abbigliamento personalizzato, con PuraVida76 la digital fabrication abita a Imola

Due anni fa, alla fiera romana dell’innovazione Maker Faire, il suo progetto di un mouse gestibile usando la bocca, destinato a persone con problemi funzionali alle braccia, era stato selezionato fra i dieci progetti più interessanti. Oggi Fortunato Domenico Nocera, 42 anni, imolese di origini calabre, paraplegico per via di un incidente stradale quando ancora non era maggiorenne, ha avviato un’attività propria basata sulla digital fabrication, ovvero sull’utilizzo di tecnologie che permettono di creare oggetti solidi e tridimensionali partendo da disegni digitali.

«Fino al 2013 – racconta Nocera – ho lavorato come tecnico informatico in un’azienda. Poi ho perso il lavoro e in quel frangente ho capito che volevo rimettermi in gioco. Così, sfruttando la mia passione per l’informatica e le nuove tecnologie, ho iniziato a realizzare adesivi, abbigliamento personalizzato e gadget utilizzando pc, plotter, pressa a caldo, stampante 3d e una macchina per il taglio laser. Prima per gli amici, poi ho capito che questa attività poteva diventare un vero lavoro, un nuovo lavoro».

Grazie all’assistenza fornitagli dalla sede imolese di Confartigianato, è così nata PuraVida76, ditta individuale che nel nome mixa lo stile di vita ottimista e l’anno di nascita. «Prima ho frequentato i mercatini degli hobbisti per sondare il mercato e per farmi conoscere – continua -. Poi, a marzo di quest’anno, ho deciso di investire una parte del Tfr nella mia stessa azienda ed ho aperto due negozi di rappresentanza, uno a Torino e l’altro al confine con la Svizzera, all’interno di altre attività commerciali. Ed ho anche avviato le pratiche per la registrazione del marchio».

Tutte le realizzazioni del maker, parola che contraddistingue gli artigiani che lavorano con stampante 3d e taglio laser, sono made in Imola, ove ha sede l’at-tività. «PuraVida76 – aggiunge Nocera – stampa tutto quello che è stampabile, su ogni superficie. Inoltre è anche in grado di offrire supporto pubblicitario alle piccole e medie aziende o ad associazioni in termini di promozione pubblicitaria, con insegne classiche o a rilievo, retroilluminate a led o non. Le mie parole chiave sono velocità ed ecosostenibilità, in quanto le nuove tecnologie puntano alla riduzione dell’impatto ambientale». (mi.mo.) 

L’articolo completo è su «sabato sera» del 30 agosto

Nella foto la presentazione del disability mouse

Dal mouse per disabili all'abbigliamento personalizzato, con PuraVida76 la digital fabrication abita a Imola
Economia 28 Giugno 2018

Connessione ultraveloce in fibra ottica, Open Fiber utilizzerà le reti Hera per la posa. Meno disagi per gli scavi

Open Fiber e Gruppo Hera hanno firmato i contratti per lo sviluppo dell’infrastruttura in fibra ottica che consenta velocità di connessione fino a 1 Gbps (1000 Megabit al secondo) nei comuni di Imola e Modena. In concreto Open Fiber, la società costituita nel 2016 da Enel e Cassa depositi e prestiti per sviluppare la banda ultralarga in tutto il territorio nazionale, potrà contare sulla capillarità di 300 chilometri di infrastrutture di rete gestite da Hera, metà a Imola e altrettanti a Modena, per le attività di posa. 

A Imola il piano di sviluppo di Open Fiber prevede un investimento di circa 8,5 milioni di euro per la copertura della città. I primi cantieri sono stati aperti lo scorso autunno e l’obiettivo è completare il tutto entro 18 mesi dall’avvio dei lavori. In totale saranno cablate quasi 25.000 unità immobiliari.

La convenzione siglata a suo tempo con il Comune stabilisce le modalità di scavo e ripristino, come previsto dal decreto ministeriale del 2013. Ora, grazie alla collaborazione con il Gruppo Hera, gestore dei servizi a rete sul territorio, Open Fiber potrà utilizzare cavidotti e infrastrutture sotterranee già esistenti per limitare il più possibile scavi ed eventuali disagi per la viabilità e cittadini. L’obiettivo è ottimizzare modalità e tempi di lavoro, oltre a autorizzazioni e piano dei lavori.

L’accordo prevede una concessione per l’utilizzo delle infrastrutture di rete della durata di vent’anni, prorogabile eventualmente per altri venti, oltre al contributo tecnico da parte delle professionalità di Hera per la realizzazione del progetto. 

Il cablaggio di Imola rientra in un più ampio piano di investimenti per l’Emilia Romagna, che comprende anche Bologna, Ravenna, Cesena, Piacenza, Forlì, Ferrara, Rimini, Reggio Emilia, Modena e Parma oltre a numerosi comuni dell’hinterland bolognese. 

La fibra ottica di Open Fiber consentirà una velocità di connessione fino a 1000 Megabit al secondo, sia in download che in upload. L’intervento di predisposizione è a totale carico di Open Fiber e non comporta costi per i cittadini.

Nel momento in cui questi ultimi vorranno attivare la connessione nel proprio appartamento dovranno rivolgersi ad un gestore telefonico, che dovrà garantire l’allacciamento, questa volta a carico del cliente. Open Fiber infatti non vende servizi in fibra ottica direttamente al cliente finale, ma è attivo solo nel mercato all’ingrosso, offrendo l’accesso a tutti gli operatori di mercato interessati.

Da notare che Open Fiber sta lavorando per portare la rete veloce anche in 1268 unità immobiliari pubbliche e private di Castel del Rio, comprese quelle isolate, entro il 2018. Una nuova infrastruttura in fibra ottica di quasi 60 chilometri per un investimento da un milione e 660 mila euro, reso possibile grazie alla convenzione firmata tra il ministero per lo Sviluppo economico, la Regione, il Comune alidosiano e Infratel Italia, società in house del Ministero. Open Fiber infatti si è aggiudicata la prima gara per la realizzazione e la gestione di una rete a banda ultra larga nelle cosiddette “aree bianche”, di cui Castel del Rio fa parte insieme ad altri 3043 comuni di Emilia Romagna, Abruzzo, Lombardia, Molise, Toscana e Veneto iscritti al bando di gara. Open Fiber realizzerà anche in questo caso la rete pubblica e ne avrà la concessione per 20 anni, curandone anche la manutenzione. (l.a)

Connessione ultraveloce in fibra ottica, Open Fiber utilizzerà le reti Hera per la posa. Meno disagi per gli scavi
Cronaca 16 Giugno 2018

Fibra ottica a Ponte Rizzoli e Quaderna grazie all'accordo tra Comune, Lepida e aziende ozzanesi

A Ozzano sono partiti i lavori di scavo per la posa della fibra ottica (con connettività garantita e bilanciata da 10 a 1000 Mbps) nelle zone industriali di Quaderna e Ponte Rizzoli. Un intervento iniziato ieri l”altro lungo via Marconi nei pressi dell”ex Caserma del Genio Ferrovieri, alla presenza del sindaco Luca Lelli e dell”assessore alle Infrastrutture Digitali della Regione Giuseppe Rossi. Si tratta di un”operazione finanziata dalla Regione con Fondi europei che possono essere utilizzati per colmare il digital divide, ovvero per permettere la connessione alla rete internet con banda ultra larga, oramai un vero e proprio strumento di lavoro indispensabile, in questo caso per le aziende delle due aree produttive ozzanesi.

In particolare, ad aprile è stato sottoscritto un Accordo di programma tra Comune di Ozzano, alcune imprese locali (Hypertec, Colkim, Gna, Suzzi,DICO, Andimec, Logimatic), che hanno versato una quota di adesione a motivare l”operazione, e Lepida (per conto della Regione Emilia-Romagna), ma anche altre aziende fossero interessate alla connessione possono chiedere di aderire nei prossimi mesi.

“L”Amministrazione comunale di Ozzano – afferma il sindaco Lelli – ha creduto fin dal 2016 in questo progetto, candidandosi ai finanziamenti pubblici e trovando, insieme a Lepida, la strada per anticipare un intervento infrastrutturale che le aziende chiedevano con forza e per il quale hanno versato una quota di adesione – precisa -. Tutto ciò rappresenta uno ottimo esempio di sinergia pubblico-privato. Il prossimo obiettivo per il 2019 è quello di portare la fibra ottica anche alle abitazioni private”.

Un concetto ribadito dall”assessore regionale Rossi: “Oggi raggiungiamo un risultato importante per il quale ci siamo impegnati con le aziende del territorio. Naturalmente, è per noi un primo passo che deve portarci quanto prima ad ampliare la platea di quanto hanno esigenze di collegamento che sono ormai vitali per un tessuto produttivo avanzato come il nostro”. 

Da notare che la macchina che sta posando la fibra utilizza la tecnica no-dig a perforazione teleguidata, cioè scava sottoterra, senza provocare interruzioni stradali o altri disagi alle proprietà attraversate ed è in grado di procedere per 150 metri prima di riemergere con i tubi porta-cavo. (r.c.)

Nella foto l”avvio del cantiere per la posa della fibra ottica, con il sindaco Luca Lelli e l”assessore Giuseppe Rossi (al centro) 

Fibra ottica a Ponte Rizzoli e Quaderna grazie all'accordo tra Comune, Lepida e aziende ozzanesi

Cerca

Seguici su Facebook

ABBONATI AL SABATO SERA