Il Comune di Imola fa chiudere un asilo abusivo frequentato da bimbi non vaccinati
Non aveva i requisiti necessari, così ha dovuto cessare l’attività una sorta di «asilo» aperto sulle prime colline imolesi da un’associazione di promozione sociale di fuori territorio, spacciato per campo estivo ma più somigliante a un’attività di tipo educativo, in altre parole una scuola. Per di più frequentata da bimbi non in regola con gli obblighi vaccinali. A darne notizia è stata l’Amministrazione di piazza Matteotti, per bocca dell’assessore alla Scuola Claudia Resta. «L’Azienda sanitaria di Imola aveva riscontrato tutta una serie di rilievi – ha raccontato -. Appena abbiamo ricevuto la segnalazione dell’Asl ci siamo immediatamente attivati inviando la comunicazione di avvio di procedimento amministrativo e diffida per la cessazione dell’attività di tipo educativo».
Tutto era iniziato con la presentazione, nell’autunno scorso, della Scia, la segnalazione al Comune di inizio attività, da parte dell’associazione stessa, per l’apertura di un centro ricreativo estivo da settembre a giugno. Un periodo insolito per un campo solare. Particolare che ha fatto drizzare le antenne, con segnalazione all’Azienda sanitaria e avvio di verifiche che hanno fatto emergere una realtà diversa: e cioè, che l’attività (avviata in spazi attigui ad un ristorante, concessi in comodato d’uso), doveva essere classificata come scuola.Malgrado la mancanza dei requisiti necessari ed il conseguente ritiro della Scia, l’associazione però non ha sospeso l’attività, fino a che, in occasione di un sopralluogo condotto dagli operatori dell’Ausl, è stata constatata anche l’inosservanza degli obblighi vaccinali nei bimbi presenti. Segnalazione al Comune, che ha inviato immediatamente una diffida. «Nell’atto inviato – ha dettagliato l’assessore alla Scuola – venivano dati all’associazione titolare dell’attività cinque giorni per presentare memorie, deduzioni e documentazioni. Così come previsto dalla legge 241/90, si è trattato di un tempo ridotto per presentare eventuali memorie e documentazioni, dato atto che sussistevano esigenze di celerità che giustificano i tempi brevi».
L’associazione, appena il messo le ha notificato la comunicazione (il 5 febbraio), ha provveduto il giorno stesso a cessare l’attività svolta ed a sgomberare i locali utilizzati, ottemperando in tal modo alla diffida e dandone comunicazione (l’8 febbraio) al Comune. «La fattiva collaborazione fra l’Azienda sanitaria ed il Comune ha permesso di far cessare, in tempi molto brevi, una volta appuratane l’esistenza, questa attività priva dei requisiti necessari, dimostrando che le istituzioni sul territorio ci sono e svolgono con attenzione il proprio compito», ha commentato soddisfatta l’assessore Claudia Resta.Per quanto riguarda il procedimento amministrativo, l’Amministrazione comunale esaminerà i contenuti della comunicazione inviata dall’associazione e valuterà in accordo con l’Asl le eventuali azioni congiunte da adottare. (re.cro.)
Nella foto: l’assessore alla Scuola Claudia Resta