Il Consiglio di Stato boccia i ricorsi di Regione, Hera e Conami. La discarica rimane chiusa
La discarica Tre Monti rimane chiusa. Il Consiglio di Stato ha respinto i ricorsi di Regione, Hera e ConAmi contro la sentenza del Tar che a gennaio 2018 ha bocciato l’ampliamento «volumetrico in sopraelevazione» dell’impianto di via Pediano e l’autorizzazione della Regione stessa che, come previsto dal suo piano regionale dei rifiuti aumentava la capienza per ulteriori 375 mila tonnellate. I magistrati della quarta sezione li hanno ritenuti «non fondati». Chiaramente soddisfatte le associazioni Wwf, Panda Imola e Legambiente Imola e Medicina firmatarie dell’esposto vincente al Tar insieme ai cittadini Stefano Frascineti e Maria Bianconi.
La decisione risale al 20 dicembre scorso, ma è stata pubblicata solo oggi. Tra le righe si legge che è stato considerato determinante il famoso parere non favorevole del ministero dei Beni culturali, acquisito in sede di Conferenza dei servizi, per «incompatibilità» paesaggistiche con quanto scritto nel Ptpr regionale vigente in tema di salvaguardia dei sistemi crinali e collinari. I giudici scrivono: «E’ stata la stessa Regione a decidere di autovincolarsi alla richiesta del parere del Mibact (anche) per il nuovo progetto stralciato e non più formalmente riguardante un’area sottoposta a vincolo». Non solo. «La Regione, a prescindere dalla natura non vincolante del parere espresso dal Mibact, avrebbe dovuto motivare specificamente le ragioni del superamento del dissenso, non potendosi limitare, a ritenere il parere medesimo come mai reso». Non è stata considerata sufficiente la tesi della Regione che non se ne doveva semplicemente tener conto, dato che la sopraelevazione rientrava già nell’area di sedime di una discarica operativa e prevista nel Piano regionale dei rifiuti, occorreva risolvere l”incongruenza col Ptpr. Nessuna vera analisi di merito in una vicenda considerata “complessa” dagli stessi giudici, tanto che ognuno paga per sé le spese né sono previsti indennizzi.
«Ottima notizia che intendiamo come una tutela assoluta per il nostro ambiente e per la salute degli imolesi» ha commentato la sindaca Manuela Sangiorgi, che nel programma di mandato a 5 Stelle con cui è stata eletta aveva per l”appunto l”impegno per la chiusura delle Tre Monti. In ottobre ha dato mandato per la costituzione del Comune in appello e ora «ritiene di avere correttamente evidenziato profili di illegittimità accolti dal Consiglio di Stato». E alla Regione manda a dire: «Dovranno individuare in modo definitivo un piano B per la gestione dei rifiuti».
I giudici, in verità, nella sentenza non fanno riferimento a salute o ambiente, contaminazioni da percolato o mancanza di valutazione di impatto sanitario, tanto paventati dalle associazioni stesse e dal comitato Vediamoci chiaro, che si è battuto negli ultimi anni per la chiusura definitiva della discarica. Ciò che è certo è che la discarica Tre Monti (gestita da Hera e di proprietà del ConAmi) ad oggi è chiusa (spazio per altri rifiuti non ce n’è da oltre un anno) e tale rimarrà. Viene utilizzato solo il capannone e gli spazi del Tmb per smistare i rifiuti indifferenziati urbani dei 23 comuni che fanno capo al Consorzio Ami che arrivano dai campattatori; una volta traslocati sui camion, i rifiuti vengono spediti ai termovalorizzatori o in altri impianti e discariche della regione per essere smaltiti. (l.a.)
Nella foto d”archivio la discarica Tre Monti di via Pediano in attività