Un giardino educativo a Castel San Pietro
Un nuovo giardino, ideato appositamente per favorire l’educazione all’aria aperta (outdoor education), è stato inaugurato in questi giorni per i bambini del nido d’infanzia comunale Girotondo di Castel San Pietro e per i bambini della sezione M della scuola dell’infanzia Rodari, che è ospitata all’interno della struttura comunale.
Qui i bambini sono liberi di esplorare, osservare, manipolare, arrampicarsi, sperimentare la caduta e la possibilità di tentare di nuovo, sviluppare il gioco simbolico. Il tutto sempre sotto l’attenta supervisione delle insegnanti e delle educatrici. «Abbiamo concordato con le insegnanti e le educatrici alcune regole che fungono da cornice al gioco libero dei bambini, in modo tale che possano sperimentare il “rischio”, ma essendo consapevoli dei reali pericoli» precisa la pedagogista. Inoltre, queste esperienze all’aperto vengono inserite nella programmazione didattica attraverso momenti di riflessione (narrazione, conversazione) e di produzione finale (grafica, plastica).
L’idea di questo giardino è nata da un’insegnante della scuola dell’infanzia Rodari, Costantina Puleo, ed è il frutto di un corso di formazione fatto sia dalle insegnanti dell’infanzia, sia dalle educatrici di nido. E’ stato progettato da un gruppo multidisciplinare composto dalla pedagogista, da tecnici comunali, giardinieri, insegnanti dell’infanzia ed educatrici del nido.
«L’educazione all’aria aperta, in termini tecnici “outdoor education” (OE), – spiega la pedagogista comunale -, si connota come una strategia educativa, basata sulla pedagogia attiva e sull’apprendimento esperienziale diretto dall’ambiente naturale attraverso l’utilizzo di quanto la natura mette a disposizione nelle diverse stagioni: la pioggia, la neve, il vento, la terra, il fango, le piante nelle varie stagioni, gli animali che si annidano tra la vegetazione o sulla terra o sotto terra ecc. Nella nostra società tecnologico-digitale è di vitale importanza mantenere nei bambini il sentimento di affinità che li lega alla natura, per un’educazione al rispetto dell’ambiente, in modo che da adulti possano vedere la natura non solo come risorsa da sfruttare, ma come la propria casa».
Il progetto finale ha portato alla suddivisione del giardino in aree:
- Un’area con delle cassette dove vengono conservati numerosi materiali naturali (sezioni di tronco, canne di bambù, aghi di pino, sassi, foglie, rami, castagne, conchiglie) che i bambini utilizzano per giochi costruttivi e simbolici. Il materiale è stato raccolto dai genitori e portato al nido;
- Un’area dedicata all’equilibrio costituita da: un percorso con sezioni di tronco di diversa altezza da cui i bambini possono saltare, tronchi che fungono da assi di equilibrio e una collinetta con un tunnel. La collinetta è stata lasciata senza erba, affinché i bambini possano sperimentare la difficoltà della salita con la terra che scivola sotto i piedi. Il tunnel permette di sperimentare il dentro e il fuori, il buio e la luce, può essere un rifugio e anche una galleria da attraversare con i tricicli;
- Un’area dedicata all’orto con due vasche di diversa altezza (per bambini del nido e per bambini della scuola dell’infanzia) dove sono stati piantati dai bambini, durante la festa di inaugurazione, degli ortaggi, dei fiori e dei bulbi;
- Un’area dedicata alla manipolazione della terra con due gomme riciclate riempite rispettivamente con sabbia e terra;
- Un’area per il gioco simbolico con una pista per trattori, macchinine ecc. e una tenda costruita tra due alberi. La tenda viene utilizzata dai bambini anche come tana/luogo dove nascondersi;
- Un’area per la stimolazione sonora costituita da delle bottiglie trasparenti contenenti elementi naturali appese ai rami degli alberi già presenti. Le bottiglie sono state realizzate dalle educatrici in collaborazione con i genitori.
Il giardino verrà utilizzato da gruppi misti di bambini di 2/4 anni in modo tale da favorire anche lo scambio e l’arricchimento reciproci. Le educatrici e l’insegnante dell’infanzia hanno condiviso anche l’atteggiamento educativo da tenere nei confronti dei bambini: l’adulto sarà una presenza non invadente, capace di conferire la sicurezza necessaria ad affrontare gli ostacoli, una guida gentile per trasmettere ai bambini fiducia nelle loro capacità. “Educare al rischio – spiegano le epserte – non significa permettere ai bambini di fare qualsiasi cosa senza supervisione, lasciare che si mettano o mettano gli altri in situazioni in cui possano farsi seriamente del male. Educare al rischio e non obbedire alla paura significa invece supervisionare da vicino le scelte di gioco dei bambini, osservandoli e acquisendo consapevolezza delle loro abilità fisiche e cognitive, pronti ad intervenire solo se necessario, essere capaci di dare un giudizio critico e consapevole delle ansie personali e saper fare uno sforzo per non trasferirle ai bambini”.