Coronavirus, il decreto del Governo per l”Emilia Romagna. Scuole sospese, sport a porte chiuse. Riaprono i musei ma distanza di un metro tra i visitatori
E’ stato pubblicato il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che avrà valore da domani fino all’8 marzo. Massima cautela rispetto all’obiettivo di contenere la diffusione del Coronavirus anche per la prossima settimana, sentito il Comitato tecnico scientifico (Cts) nazionale, e visto l’evolversi della situazione epidemiologica.
Per quanto riguarda l’Emilia Romagna (articolo 2 del decreto) si conferma la chiusura di scuole, università e servizi per l’infanzia, nidi e materne, così come prosegue la sospensione di tutte le manifestazioni di carattere non ordinario, nonché degli eventi (in luogo pubblico o privato) di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, “anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico, quali, a titolo d’esempio, grandi eventi, cinema, teatri, discoteche, cerimonie religiose”. In questo senso il decreto replica sostanzialmente i contenuti della precedente ordinanza.
Unica concessione alla richiesta dei territori di allentare un po’ la presa sulla cultura è la possibilità di riaprire musei, biblioteche e parchi archeologici ma a condizione che “vengano assicurate modalità di fruizione contingentata o comunque tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico”. In sintesi i visitatori dovranno rispettare la distanza di almeno un metro. Anche per messe o altre cerimonie religiose occorre rispettare questa prescrizione.
Sono esclusi dallo stop i corsi universitari o specialistici per i medici, nonché le attività dei tirocinanti delle professioni sanitarie. Inoltre, rispetto all’ordinanza precedente, il decreto parla ora di sospensione per quanto riguarda l’attività didattica e non più di chiusura, quindi si potrà accedere alle scuole per organizzare lezioni a distanza o gestire l’amministrazione.
Altra novità riguarda la ristorazione, come bar o pub, che può essere svolta solo “a condizione che il servizio sia espletato per i soli posti a sedere e che, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali, gli avventori siano messi nelle condizioni di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro”. Stessa prescrizione dei musei per le altre attività commerciali.
Per quanto riguarda lo sport, eventi e competizioni sportive, sia in luoghi pubblici che privati, si potranno svolgere solo a porte chiuse, così come gli allenamenti. A questo si aggiunge il divieto per i tifosi, ovvero le persone residenti nella nostra regione, in Lombardia, Veneto e nelle province di Pesaro-Urbino e Savona, di seguire le proprie squadre in trasferta o per assistere a competizioni sportive che si svolgono in altre regioni e province.
Prosegue la sospensione dei concorsi (a meno che non venga effettuata la valutazione dei candidati esclusivamente su basi curriculari o in maniera telematica). Sono esclusi i concorsi per il personale sanitario e della Protezione civile (su richiesta degli Atenei e delle Regioni).
E continua la limitazioni per l’accesso dei visitatori nelle aree di degenza negli ospedali e nelle residenze sanitarie o case di riposo per non autosufficienti . Sono sospesi i congedi ordinari del personale sanitario e tecnico, nonché del personale le cui attività siano necessarie a gestire le attività richieste dalle unità di crisi costituite a livello regionale.
Nella provincia di Piacenza sono previste restrizioni maggiori (sospesa l”attività di palestre, piscine, centri termali).
Il Decreto prevede poi misure valide sull’intero territorio nazionale, quindi, ovviamente, anche in Emilia-Romagna, dove in ogni caso erano già in vigore. Fra queste, il favorire il più possibile la modalità di lavoro agile e la sospensione dei viaggi d’istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche comunque denominate, programmate dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado (almeno fino al 15 marzo).
“Si persegue l’obiettivo di dare un’applicazione omogenea delle misure sull’intero territorio nazionale, tenendo presente il grado di diffusione del virus nelle singole aree, con il contributo decisivo di tutta la comunità scientifica – afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini -. Misure necessarie per gestire la situazione sanitaria e poterlo fare con senso di responsabilità, lucidità e sobrietà. Perché adesso servono anche misure economiche per tutelare imprese e lavoro nei diversi comparti più colpiti ed esposti, a partire da turismo, cultura e servizi. Ne parleremo mercoledì a Roma col presidente Conte insieme alle altre Regioni e con tutte le parti sociali: non possiamo permettere che i nostri imprenditori e i nostri lavoratori paghino il prezzo di questa vicenda senza adeguati ammortizzatori. E su questo l’Europa ci deve ascoltare, perché, sia chiaro, il problema è comune e servono fondi straordinari. Su questo, il Paese sia unito e la politica non si divida”. (r.cr.)
IL TESTO INTEGRALE DEL DECRETO
Foto dalla pagina Facebook della Regione Emilia Romagna