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Economia 28 Febbraio 2020

Le spese che si possono ancora pagare in contanti e i casi in cui è necessario il pagamento tracciabile

Detto dell’ultima legge di bilancio e della novità in sede di denuncia dei redditi, quali sono le spese che si possono ancora pagare in contanti? Prestazioni sanitarie, rese dalle strutture pubbliche o dalle strutture private accreditate al Servizio sanitario nazionale. Medicinali acquistati in farmacia con scontrino «parlante». Dispositivi medici, ad esempio: occhiali da vista; lenti a contatto e soluzioni per lenti a contatto; apparecchi acustici; cerotti, bende, garze e medicazioni avanzate; siringhe; test di gravidanza; termo- metri; apparecchi per aerosol; apparecchi per la misurazione della pressione arteriosa; pannoloni per incontinenza; prodotti ortopedici (ad esempio tutori, ginocchiere, cavigliere, stampelle e ausili per la deambulazione in generale); ausili per disabili (ad esempio cateteri); prodotti per dentiere (ad esempio creme adesive, compresse disinfettanti); materassi ortopedici e materassi antidecubito; igienizzanti e mascherine, purché riconosciuti dal ministero della Salute. «Per essere deducibile – sottolinea Gilberta Camorani – il costo deve risultare da uno scontrino fiscale “parlante” o da una fattura, con indicati la tipologia del prodotto e il codice fiscale dell’acquirente. Oltre al documento di spesa, per i dispositivi medici è necessario conservare anche la documentazione relativa alla marcatura CE, ossia la dichiarazione o certificazione di conformità, stampata sulla confezione».

Al contrario, invece, quali sono i casi in cui è necessario il pagamento tracciabile? In base a quanto previsto dall’articolo 15 del Testo unico delle imposte sui redditi (Tuir), forniamo qui di seguito alcuni esempi: prestazioni rese da medici o professionisti privati non accreditati al Servizio sanitario nazionale; spese scolastiche per frequenza asili/scuola/università (tasse di iscrizione, trasporto scolastico, mensa, gite); spese per minori con certificato di disturbo specifico dell’apprendimento; affitto per studenti universitari fuori sede; attività sportive dei figli minorenni (limite di detrazione 210 euro); cure termali; spese veterinarie (limite di detrazione 500 euro annui); abbona- menti (mensili o annuali) ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale, interregionale; interessi passivi mutui prima casa (comprese spese notarili); intermediazioni immobiliari per abitazione principale; visite di rinnovo patente; spese per la badante; spese funebri; erogazioni liberali; premi per assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni; previdenza complementare; spese bonifiche consortili. (r.e.)

Le spese che si possono ancora pagare in contanti e i casi in cui è necessario il pagamento tracciabile
Economia 28 Febbraio 2020

Scontrini ed estratti conto per detrarre alcune spese in dichiarazione dei redditi

Pagare in contanti o con sistemi tracciabili come carta di credito o bancomat? Da quest’anno la modalità di pagamento diventa fondamentale ai fini della possibilità di detrarre in dichiarazione dei redditi determinate spese. La novità è stata introdotta dalla legge di Bilancio 2020, approvata il 27 dicembre scorso, e obbliga i contribuenti a pagare con sistemi tracciabili, cioè con carta di credito, carta bancomat, assegno, bonifico o bollettino postale, per poter beneficiare, al momento della denuncia dei redditi, della detrazione fiscale del 19%.

Abbiamo quindi chiesto a Gilberta Camorani, presidente dell’Osservatorio pro- fessionale imolese (Opi) che riunisce una sessantina di commercialisti, ragionieri e consulenti del lavoro operanti nel circondario, di entrare nel merito, fornendoci anche qualche esempio pratico. «Innanzitutto – chiarisce subito – la novità non si applica alle spese sostenute per l’acquisto di medicinali, dispositivi medici e prestazioni sanitarie, rese dalle strutture pubbliche o dalle strutture private accreditate al Servizio sanitario nazionale. In questi casi si potrà continuare a pagare in contanti anche ai fini della detrazione e non cambia nulla rispetto a prima. L’obbligo di tracciabilità riguarda invece le prestazioni rese da medici o professionisti privati, non accreditati al Servizio sanitario nazionale e gli altri oneri detraibili previsti dall’articolo 15 del Testo unico delle imposte sui redditi (Tuir): spese per l’istruzione, spese sportive per i figli minorenni, spese veterinarie o l’abbonamento ai trasporti pubblici. Questi sono solo alcuni esempi, in realtà l’elenco è lungo. Se in passato ai fini della detrazione era sufficiente lo scontrino o la ricevuta, ora è necessario che il contribuente fornisca prova del pagamento, presentando anche la ricevuta del Pos oppure l’estratto conto bancario o la fotocopia dell’assegno». (lo.mi.)

L’articolo completo su «sabato sera» del 27 febbraio.

Nella foto: Gilberta Camorani, presidente dell’Osservatorio professionale imolese (Opi)

Scontrini ed estratti conto per detrarre alcune spese in dichiarazione dei redditi

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