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Cronaca 9 Marzo 2022

Bambini e la guerra, la neuropsichiatra infantile dell’Ausl Zucchini: «Genitori, dite la verità»

«Mamma, papà, perché in Ucraina sparano?». Una domanda impensabile fino a pochi giorni fa, ma che ora qualsiasi bambino o bambina può fare ai propri genitori tornando da scuola. Sì, perché tra televisione, web e social network, oggi purtroppo si parla soltanto, com’è ovvio che sia, della guerra tra Russia e Ucraina. Un susseguirsi di immagini e informazioni che inevitabilmente arrivano agli occhi ed alle orecchie dei più piccoli, a volte sempre più impauriti e disorientati, soprattutto quelli tra i 6 e i 14 anni. Parlare di guerra ai propri figli, però, non è facile, perché li si vorrebbe proteggere da violenza e crudeltà. Il difficile non è tanto spiegare cosa sia ma tutto ciò che ruota attorno come uomini costretti ad andare al fronte, famiglie che abbandonano le proprie case, città devastate dalle bombe e il sentimento comune della paura. 

Dottoressa Elisabetta Zucchini, neuropsichiatra infantile dell’Ausl di Imola, meglio dir loro la verità o, prendendo come esempio il film premio Oscar «La vita è bella», meglio tramutare la realtà in un gioco?

«Preferibile dire il vero senza bugie e nella maniera più comprensibile possibile, senza edulcorare troppo il racconto. Poi nessuno meglio dei genitori conosce i propri figli, ma l’importante è usare parole semplici senza esagerare con angoscia e preoccupazioni. Dire che la guerra è una cosa bella per non spaventarli o un videogioco per tranquillizzarli e ridimensionare gli eventi non è il modo corretto». (da.be.)

L’intervista completa su «sabato sera» del 3 marzo.

Nella foto: Elisabetta Zucchini, neuropsichiatra infantile dell’Ausl di Imola

Bambini e la guerra, la neuropsichiatra infantile dell’Ausl Zucchini: «Genitori, dite la verità»
Cronaca 4 Marzo 2022

Emergenza Ucraina, in arrivo famiglia castellana in fuga dalla zona di guerra

«Sindaco, siamo dentro la Moldavia. Adesso ci danno l’occorrente per farci dormire. Ce l’abbiamo fatta, grazie a lei sindaco, un abbraccio, buona notte!». Sono le parole giunte al sindaco Fausto Tinti con un audio whatsapp. Si tratta di un castellano con moglie ucraina e figlio in fuga dalla zona di guerra.

A dare la notizia, ieri, è stato lo stesso sindaco di Castel San Pietro, che è sempre stato in costante contatto con la famiglia, seguendone passo passo la posizione in tempo reale. «Sono partiti nella mattina di mercoledì da Hayvoron, nel sud dell’Ucraina – racconta il sindaco Fausto Tinti -. Sono giunti in serata alla frontiera con la Moldavia e, dopo una lunga fila per i controlli, sono riusciti a passare e ora sono in viaggio per l’Italia. La Farnesina ha avuto un ruolo determinante per la riuscita di questa operazione e in particolare ringrazio il dottor Silvestri che si è adoperato contattando personalmente la famiglia». (r.cr.)

Emergenza Ucraina, in arrivo famiglia castellana in fuga dalla zona di guerra
Cronaca 3 Marzo 2022

Dal circondario imolese a Bologna, fiaccolate, manifestazioni e veglie per la Pace in Ucraina. IL VIDEO

Dal 24 febbraio, giorno dell’invasione russa in Ucraina, il mondo non è più lo stesso. Quello che fino a poche ore prima era «solo» un vento di guerra, legato alla crisi nella regione del Donbass, all’alba è tristemente divenuto realtà, facendo piombare una nazione intera (e l’Europa) nel terrore. E così, tra notizie di bombardamenti, morti, edifici crollati, carri armati per le strade e pianti disperati dei civili, a cui hanno fatto da contraltare, seppur con un peso diverso, le sanzioni che Ue e Stati Uniti hanno inflitto al governo di Putin, anche l’Italia, dalla politica alla moda e lo sport, ha dimostrato di non restare indifferente di fronte ad una tragedia che tocca ognuno di noi.

Così in questi giorni, dal circondario imolese  a Bologna, sono state tante le fiaccolate, le manifestazioni e le veglie per la pace al grido: «Basta la guerra in Ucraina». E tante altre sono previste nei prossimi giorni. Da ieri sera, intanto, la torre della centrale di cogenerazione di Hera a Imola, collocata all’interno della sede in via Casalegno, è illuminata con i colori della bandiera nazionale ucraina, il giallo e il blu. Oggi, invece, nel circondario imolese, Cgil, Cisl e Uil territoriali hanno proclamato uno sciopero per l’ultima ora del turno di lavoro, come condanna dell’aggressione militare russa. (r.cr.)

Approfondimenti e immagini su «sabato sera» del 3 marzo.

Nella foto: la torre della centrale di cogenerazione di Hera a Imola illuminata con i colori della bandiera ucraina 

Dal circondario imolese a Bologna, fiaccolate, manifestazioni e veglie per la Pace in Ucraina. IL VIDEO
Cronaca 2 Marzo 2022

Stop alla guerra, bisogna costruire la Pace

L’immagine di distruzione qui a fianco è tratta dal libro «Imolesi tra bombe e granate». Un libro della nostra storia, una immagine della nostra attualità. La guerra in Ucraina ha fatto rivivere ai più anziani squarci di una memoria che si sperava rimanesse tale. Per chi, la maggior parte, invece gli orrori di un conflitto non li aveva mai visti così da vicino, nella nostra Europa, è stato uno choc. Evocare, come ha fatto il leader russo Putin, l’uso di ordigni nucleari ha acuito lo sgomento. Allo stesso tempo però ha mobilitato la società, per una volta davvero civile. Lo stop alla guerra chiesto da veglie, manifestazioni e bandiere arcobaleno si somma alla solidarietà con raccolte di aiuti e disponibilità all’accoglienza dei profughi anche nei nostri comuni, per costruire la Pace.

Su «sabato sera» del 3 marzo quattro pagine con le immagini delle fiaccolate, manifestazioni e veglie per la pace dal circondario imolese a Bologna; il punto sugli aiuti alla popolazione ucraina come raccolte farmaci e beni di prima necessità e i profughi che saranno accolti dal Circondario. Testimonianze e i consigli della neuropsichiatra infantile dell’Ausl Zucchini su cosa raccontare ai bambini sulla guerra. (r.cr.)

Nella foto: a sinistra immagine tratta dal libro «Imolesi tra bombe e granate», a destrala  bandiera della Pace sventola dal balcone del sindaco Marco Panieri (dalla sua pagina Fb)

Stop alla guerra, bisogna costruire la Pace
Cronaca 19 Febbraio 2022

A Osteriola l’omaggio di tre sindaci ai «Caduti per la Libertà»

Nella frazione imolese di Osteriola, domani alle ore 10.30, avrà luogo la deposizione di una corona sulla lapide (collocata sulla casa posta in prossimità dell’incrocio tra le vie San Vitale e Correcchio inferiore) che ricorda il sacrificio di sette partigiani «Caduti per la Libertà» durante la guerra di Liberazione.

Si tratta di Lino Afflitti (fabbro, di anni 29), Otello Cardelli (meccanico, di 18 anni), Candido Contoli (calzolaio, di anni 24), Zelino Frascari (bracciante, di anni 20), Armando Gardi (bracciante, di anni 43), Enea Suzzi (contadino, di anni 33) e Angelo Volta (meccanico alla Cogne, di 19 anni). Alla cerimonia parteciperanno i sindaci di Imola, Marco Panieri, di Massa Lombarda, Daniele Bassi, di Conselice, Paola Pula, ed il presidente dell’Anpi di Imola, Gabrio Salieri. (r.cr.)

Nella foto: la lapide a Osteriola

A Osteriola l’omaggio di tre sindaci ai «Caduti per la Libertà»
Cronaca 22 Agosto 2021

Il soldato americano Martin dopo 77 anni riabbraccerà i «suoi» bambini

«Ciao bambini! Vuoi cioccolata?». Sono passati ben 77 anni dall’ultima volta che si erano visti, a Monterenzio, nel ’44, uno con un mitra Thompson in mano impegnato lungo la Linea Gotica e tre, più piccoli, dentro una cesta. Di quel giorno, che fortunatamente non finì in tragedia, rimase solo uno scatto fotografico, che poi ha fatto il giro del mondo, ed il desiderio del soldato di avere notizie dei «suoi» bambini. Incontro poi avvenuto via smartphone nove mesi fa, come in una favola di Natale. Domani, lunedì 23 agosto, però, Martin Adler, 97enne veterano americano della 85th Infantry Division Custermen, atterrerà a Bologna dalla Florida per rincontrare i tre fratelli Naldi di Castel San Pietro. Bruno, Mafalda e Giuliana.

Di quella storia il giornalista e scrittore Matteo Incerti, colui che ha rilanciato l’appello social della figlia Rachelle Adler ed ha scritto il lieto fine su questa vicenda, ha pubblicato un libro dal titolo «I bambini del soldato Martin» (Corsiero editore) che ripercorre non solo quell’avvenimento ma anche tutta la guerra in Italia vista dagli occhi di Adler, dallo sbarco fino alla Liberazione. Lo stesso Incerti è stato l’artefice di questo emozionante incontro e di un viaggio che il 97enne, nonostante da un anno per gli acciacchi dell”età sia costretto in sedia a rotelle, in due settimane affronterà lungo tutta la penisola, passando anche per Roma e Napoli e ripercorrendo le tappe principali della sua campagna d’Italia.

L’arrivo, come detto, avverrà domani alle 14.05 all’aeroporto Marconi di Bologna, poi l’abbraccio immediato a Bruno, Mafalda e Giuliana Naldi, con la famiglia Adler, composta da Martin, la moglie Elaine e la figlia Rachelle che sarà ospite per una settimana al Villaggio della Salute Più. In questa location, mercoledì 25 agosto (ore 18), sarà presentato il libro «I bambini del soldato Martin» ed al 97enne verrà consegnata la cittadinanza onoraria di Monterenzio dalle mani del sindaco Ivan Mantovani. Giovedì 26 agosto (ore 18), invece, a Monghidoro appuntamento con «Giochi dietro le Linee» dove insieme ai fratelli Naldi spiegherà i passatempi dietro la linea Gotica nel ‘44-‘45 con reperti originali lasciati dai soldati americani. Venerdì 27 agosto (ore 18), sempre al Villaggio della Salute Più, iniziativa di beneficenza «I disegni di Martin», a favore dell’Associazione genitori malati oncologici. ha spiegato il veterano. Infine, sabato 28 agosto (ore 11), a Monterenzio percorrerà in auto la «Boston by way», strada utilizzata da alleati ed alpini italiani per i rifornimenti sul fronte della Linea Gotica.

Il viaggio di Martin Adler proseguirà poi in Toscana, tra Ponzalla, Scarperia e Firenze, prima delle ultime tappe a Napoli e Roma, dove farà visita al Tempio ebraico e sarà ricevuto in Campidoglio dal sindaco capitolino Virginia Raggi. Prima di partire il prossimo 4 settembre con destinazione Miami. (da.be.)

Nella foto: Martin Adler insieme ai fratelli Naldi nel 1944

Il soldato americano Martin dopo 77 anni riabbraccerà i «suoi» bambini
Cronaca 18 Agosto 2021

Il circondario imolese pronto ad attivarsi per il popolo afghano

Anche il circondario imolese, con un documento firmato da tutti i sindaci che ne fanno parte, ha deciso di attivarsi a favore del popolo afghano, in questi giorni tristemente al centro della cronaca dopo il ritiro delle truppe americane e l’avvento dei talebani che il 15 agosto scorso hanno ripreso il controllo della capitale Kabul.  «Il Circondario Imolese, da sempre territorio con solide radici democratiche e solidali, non rimarrà indifferente rispetto alla tragedia umanitaria che si sta consumando in Afghanistan ed è pronto a fare la propria parte – così come sostenuto dall’Anci Nazionale e in accordo con la Città Metropolitana – esprimendo tutta la disponibilità all’accoglienza dei rifugiati e delle rifugiate. In particolare, per i cittadini e funzionari che hanno lavorato con le delegazioni italiane e che ora si sentono a rischio ritorsione, e poi per le donne afghane, le attiviste e le funzionarie che hanno collaborato con i paesi occidentali per dare un futuro al proprio paese e che ora si sentono lasciate sole,?infine, ma non per ultimi, per i bambini e le bambine che hanno sognato un futuro diverso, libero e che oggi lo vedono lontano. “Verranno a uccidermi, ma non ho paura”. Questo il grido di Zarifa Ghafari, la sindaca più giovane dell”Afghanistan. A lei, nostra collega, non solo la nostra vicinanza ma un appello alla comunità internazionale per rispondere a questa tragedia con concretezza, ovviamente con le modalità e i tempi definiti nell’ambito delle iniziative che assumerà il Governo. Noi ci siamo». (r.cr.)

Nella foto: i sindaci del circondario imolese 

Il circondario imolese pronto ad attivarsi per il popolo afghano
Cronaca 14 Dicembre 2020

Miracolo di Natale, il soldato americano Adler ha «riabbracciato» i bambini del 1944

E’ proprio il caso di parlare di miracolo di Natale. Oggi il 96enne ex soldato americano Martin Adler, dopo l’appello lanciato dalla figlia Rachelle nei giorni scorsi e raccolto dal giornalista reggiano Matteo Incerti, ha riabbracciato virtualmente con una videochiamata i tre bambini che trovò nell’autunno del 1944 a Monterenzio. I loro nomi sono Bruno, Mafalda e Giuliana Naldi, hanno 83, 81 e 79 anni e vivono tutti a Castel San Pietro. Adler, figlio di un immigrato ungherese di religione ebraica, originario di New York e ora residente a Boca Raton in Florida, insieme al compagno d’armi John Bronsky, soldato di Philadelphia morto qualche anno fa, in quegli periodo si trovava in Italia lungo la Linea Gotica durante la Seconda guerra mondiale. 

Un appello lanciato a più di 70 anni di distanza, per ritrovare e poter incontrare quei tre bambini spuntati fuori da una cesta, durante un giorno di guerra come tanti nell’appennino tosco-emiliano, tra le valli del Santerno, dell’Idice e del Sillaro con la 85th Infantry Division Custermen, di cui Adler era addetto all”armamento pesante della compagnia D del 339th Infantry Regiment. I due militari entrarono mitra Thompson in pugno nell’abitazione quando da un grande cestino di legno provenirono strani rumori, tanto che entrambi avevano già il dito sul grilletto pronti a sparare per paura ci fossero dei tedeschi. Poi un urlo e una donna che gli corse incontro, perché all’interno c’erano i suoi tre splendidi fanciulli, due bimbe e un bimbo. Pochi minuti dopo Martin e John scattarono due foto con quei bambini, una delle quali nelle ultime ore ha fatto il giro del web. Foto da cui è partita la ricerca ed il desiderio, o per meglio dire il sogno, di Adler di scoprire se fossero ancora vivi.

Protagonista di questa storia, come detto, anche il giornalista Matteo Incerti che ha affidato questa bellissima storia ad un post su Facebook. «Come in una favola di Natale. Anzi della notte di Santa Lucia. Ieri sera un messaggio arriva sul mio account, “Buongiorno signor Matteo c”e” un signore di 83 anni che ha bisogno di parlarle. E’ quello della fotografia..” . Ci siamo, penso mentre le emozioni scorrono forti. Un nuovo piccolo miracolo della vita si sta compiendo. Una nuova incredibile storia e’ pronta per essere raccontata. Penso alle tante storie scoperte e riunite in questi anni di ricerche e libri. Storie che in dieci anni ho riannodato e raccontato nei miei libri che mi hanno e hanno regalato emozioni. Faccio un grande respiro. Commosso chiamo il numero di telefono del signor Bruno Naldi, classe 1937. Emozionato mi dice di essersi riconosciuto nella foto e di ricordarsi di americani nella sua casa in una frazione di Monterenzio sull’appennino bolognese. E’ un susseguirsi di emozioni. Mi racconta delle sorelle Mafalda e Giuliana classe 1938 e 1941. Anche loro sono vive! Mafalda si è riconosciuta subito in quella foto rimbalzata dal Tg1, in rete e suoi quotidiani dopo il mio post. Vivono tutti a Castel San Pietro dove si trasferirono nel 1953. Giuliana si ricorda di quel grande cesto dove per gioco si nascondevano. Si ricordano della cioccolata che i soldati del 339th Reggimento della 85esima Divisione Usa gli donarono. Loro erano lì in un borgo di Monterenzio nell’autunno del 1944. Uno scatto di pace nell’inferno della Linea Gotica. Avvertiamo Martin e Rachelle, la tecnologia ci riunisce …Martin esclama: «Greaaaattttt! Poi, appena si connette con tutti noi da una parte all”altra dell”Oceano oltre il tempo e i confini:  li saluta per nome e rispolverando le poche parole imparate 76 anni fa …Ciao bambini! Vuoi cioccolata? Proprio come allora. E’ una favola. Una favola della vita nata nel buio della guerra. In questi momenti bui del nostro tempo ne abbiamo forse un po’ tutti bisogno per trovare calore umano e amore. Commosso e felice  con Martin e Rachelle e tutta la famiglia Naldi vorrei ringraziare le decine di migliaia di persone che da sabato si sono impegnate in questa bellissima caccia al tesoro. Come insegnano i miei amici nativi ojibwa e cree il segreto della vita e” condividere. Perché siamo tutti sull”orlo del tamburo. Questa notte prima di addormentarmi  inizia il primo capitolo del mio nuovo libro ..anzi e’ già iniziato. Grazie a tutti voi che avete sognato con Martin, Rachelle Shelley Adler Donley, Bruno, Giuliana e Mafalda». (da.be.)

Nella foto (dal profilo Facebook del giornalista Matteo Incerti): a sinistra Bruno, Mafalda e Giuliana Naldi oggi, a destra i tre bambini nel 1944 insieme a Martin Adler 

 

Miracolo di Natale, il soldato americano Adler ha «riabbracciato» i bambini del 1944
Cultura e Spettacoli 28 Luglio 2020

Posizionata (coperta) la statua del Generale Anders che liberò Imola. Presentazione a ottobre

Il Giardino Wladyslaw Anders di via della Resistenza si arrichisce della statua del generale che gli ha dato il nome.
Venerdì 17 luglio, l’associazione Eredità e memoria, che sta lavorando alla realizzazione di un memoriale dedicato al II° Corpo d’armata polacco che ha liberato Imola il 14 aprile del 1945, ha deciso di “dare un segnale” del proseguimento dei lavori di riqualificazione dell’area nonostante il clima di incertezza generato dal lockdown, che ha costretto a posticipare l’inaugurazione prevista in occasione delle celebrazioni per l’anniversario della Liberazione.

«La scultura, opera dell’insigne Maestro Enzo Luigi Mattei come le altre già presenti nel Giardino, resterà velata fino alla cerimonia ufficiale di insediamento e presentazione alla cittadinanza – spiega Gabriele Ravanelli, presidente dell’associazione –, che avverrà nei primi quindici giorni del prossimo mese di ottobre».
Successivamente, la statua potrebbe essere nuovamente coperta fino al completamento dei lavori di riqualificazione dell’area e all’inaugurazione ufficiale (r.cr.)

Posizionata (coperta) la statua del Generale Anders che liberò Imola. Presentazione a ottobre
Cultura e Spettacoli 2 Novembre 2019

Mostra storico-filatelica alla Salannunziata per ricordare i prigionieri della Grande Guerra

Prigionieri italiani nella Grande Guerra (1915-1918) è la mostra storico-filatelica che sarà ospitata dalla Salannunziata, in via Fratelli Bandiera 17/a a Imola, dal 3 al 10 novembre. Organizzata dal Circolo culturale filatelico numismatico «G. Piani» di Imola in collaborazione con il Gruppo Alpini Imola Valsanterno «Cap. Stefanino Curti» M.o.v.m., con il patrocinio e il contributo del Comune di Imola, la mostra vuole mantenere viva la memoria su rilevanti aspetti della prima guerra mondiale. «Si tratta di una iniziativa che continua la collaborazione del Circolo e degli Alpini con il Comune – commenta Claudia Pedrini, direttrice dei Musei civici – basata sull’attenzione al territorio, sulla volontà di conservare la memoria e di custodire beni e raccolte al fine di passare il testimone a chi ci sarà dopo di noi, così come noi l’abbiamo ricevuto ». «I morti, per quanto dilaniati, sono di qualcuno, sono almeno della nostra pietà; i prigionieri non sono di nessuno, nemmeno del nemico»: Gianfranco Bernardi, presidente del Circolo Piani, cita una frase di Angelo Rognoni che è stata stampata sulla locandina della mostra, e continua: «Proprio per narrare le tristi vicende dei prigionieri italiani della Grande guerra abbiamo pensato di fare questa mostra, che apre il 3 novembre ma sarà ufficialmente inaugurata nella mattinata del 4 alle ore 11, dopo le celebrazioni al monumento ai Caduti (per la Festa dell’Unità nazionale, nda). Nella stessa mattinata sarà attivo un annullo filatelico speciale di Poste italiane.

La mostra sarà allestita fino al 10 novembre. Orari: dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18. Ingresso libero. (r.c.)

L”articolo completo su «sabato sera» del 31 ottobre.

Nella foto: da sinistra, Giovanni Vinci, Claudia Pedrini e Gianfranco Bernardi

Mostra storico-filatelica alla Salannunziata per ricordare i prigionieri della Grande Guerra

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