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Olio da premio per Frantoio Valsanterno e Palazzo di Varignana

L’olio extravergine di oliva Monte di Nola del Frantoio Valsanterno di Imola ha ricevuto un importante riconoscimento nazionale: l’edizione 2023 della guida Bibenda gli ha assegnato le “5 Gocce”. Bibenda, la guida curata dalla Fondazione Italiana Sommelier, in collaborazione con l’Associazione italiana sommelier dell’olio, si occupa di selezionare i migliori oli italiani e assegna ogni anno la menzione di Eccellenza, le 5 Gocce, agli oli che ottengono punteggi maggiori di 91/100.

Monte di Nola è un blend prodotto con olive Leccino, Frantoio, Nostrana e Ghiacciola raccolte in principio di maturazione, un olio di grande intensità e persistenza caratterizzato da note di foglia di pomodoro e carciofo che riesce amabilmente ad abbinarsi a carni rosse, zuppe di legumi, bruschette.  “È un traguardo molto ambito che riconosce il nostro impegno quotidiano, la nostra passione illimitata e il nostro amore e rispetto per la terra che coltiviamo – dichiara il presidente del Frantoio Valter Marcolini – Essere una delle sei aziende che in Emilia Romagna ha ricevuto questo premio e averlo ricevuto già al secondo anno di attività ci riempie di orgoglio e soddisfazione”.

Un’altra delle aziende che ha prodotto un olio di eccellenza è Palazzo di Varignana. Nell’azienda agricola sopra le colline castellane è nato un Claterna, prodotto con monocultivar di olive Ghiacciola, premiato con le “5 Gocce” da Bibenda. (r.e.)

Nella foto olive dalla pagina Fb del Frantoio Valsanterno

Olio da premio per Frantoio Valsanterno e Palazzo di Varignana
Cronaca 7 Luglio 2022

Il Frantoio Valsanterno dà nuova vita al nocciolino d'oliva per… la cura dei capelli

Il nocciolino dell’oliva, abitualmente utilizzato come combustibile per le stufe a pellet, diventa un ingrediente fondamentale nella cura dei capelli grazie alla collaborazione fra il Frantoio Valsanterno di Imola e l’azienda produttrice di agricosmetici Oway di Bologna. I polifenoli e gli acidi grassi estratti dal nocciolino sono diventati ingredienti della linea di Styling & Finish che Oway ha appena lanciato sul mercato. I principi attivi del nocciolino, che poi sono gli stessi contenuti nelle olive, hanno un’azione protettiva e idratante e sono stati usati per alcuni prodotti destinati alla cura del capello.

«Abbiamo sposato con grande entusiasmo il progetto di up-cycling Oway e siamo oltremodo lieti di poter annunciare oggi la collaborazione con questa azienda con cui condividiamo i valori dell’innovazione, della sostenibilità e del territorio – commenta Marika Zaganti responsabile commerciale e marketing di Frantoio Valsanterno –. Entrambe le nostre realtà operano nel rispetto dell’ambiente perché consapevoli dell’importanza di ciò che viene a contatto con il nostro corpo, tramite applicazione o ingestione. Quello che più ci affascina è la capacità di riutilizzare in modo migliorativo lo scarto, la possibilità di trasformarlo in una risorsa fino a farlo diventare punto di forza di un prodotto». (lu.ba.)

Fotografia del Frantoio Valsanterno

Il Frantoio Valsanterno dà nuova vita al nocciolino d'oliva per… la cura dei capelli
Cronaca 19 Novembre 2019

Nel nord Italia crolla la produzione di olive

Mentre si prevede un calo mediamente del 9% della produzione di olio d’oliva in Europa, nel 2019 rispetto al 2018, in Italia si stima un raddoppio della produzione (da 175 mila tonnellate a 350 mila). Lo mette in evidenza il report sul comparto olivicolo del Centro studi di Confagricoltura, sulla base delle previsioni dell’Unione europea, presentate a Bruxelles.
Ottima la qualità per la Cia-Agricoltori italiani, il Consorzio nazionale Italia olivicola e per l’Associazione italiana frantoiani oleari (Aifo), che però mettono l’accento sui dati negativi relativi alla quantità dell’olio prodotto in Emilia Romagna (-50%) dovuti alla ciclicità che caratterizza la produzione olivicola e al ritardo della fioritura causata dalle basse temperature di inizio primavera.
Un segno ulteriormente peggiorativo se ci si limita poi al solo territorio coperto dalle nove aziende aderenti alla Rete olio extravergine felsineo. «Un meno 60, 70 per cento», quantifica Ermanno Rocca, produttore e presidente della rete di imprese che a breve cambierà il proprio nome in Rete olio extravergine olio di oliva Colli di Bologna.

Ma se la quantità è poca, almeno la qualità è elevata. Raccolta del prodotto a parte, questa è l’occasione per parlare di un olio territoriale dal sapore amaro e piccante, fruttato medio intenso, che raccoglie in particolare, in circa 170 ettari di terreno, le cultivar regionali Nostrana, Leccino, Correggiolo e Frantoio.
«Anche nelle colline bolognesi ci sono gli ulivi – ricorda Rocca – e danno un  ottimo prodotto». Anzi, le piante di ulivo ci sono sempre state e a documentarlo si possono consultare carte che risalgono al XIII secolo. Poi, la miniglaciazione di inizio Settecento ha fatto seccare gli alberi e si è passati ad altre coltivazioni. (al. gi.)

Ulteriori particolari sul numero del Sabato sera del 14 novembre

Nel nord Italia crolla la produzione di olive

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