Come è stata scoperta la vera datazione della Madonna di Torano, che sarà presentata alla cittadinanza a fine restauro
Nell”abside della chiesa della seicentesca villa di Torano, per tanti anni residenza estiva dei vescovi di Imola, è stato avviato il restauro dell’affresco della Madonna con bambino e devoto. Intervento che, inaspettatamente, ha rivelato una maestà (cioè una Madonna assisa in trono), alta 177 centimetri, la cui datazione è molto antecedente rispetto a quel che si pensava (si è palesata una scritta in gotico antico che fa riferimento al 1480).
Ma andiamo con ordine. Dal 2015 la Diocesi di Imola ha concesso la villa di Torano, di cui è proprietaria, in comodato d’uso a don Giuseppe Tagariello, rettore dell’oratorio di San Giacomo, al fine di crearvi un centro culturale gestito dai propri ragazzi ove poter organizzare concerti, mostre e conferenze. «Il mio incontro con don Beppe e la Madonnina di villa Torano è nato due anni fa grazie ad una mia carissima amica – racconta la direttrice dei lavori, Monica Margherita Boffo, restauratrice – e ho accolto subito con passione la richiesta di don Beppe di seguirne il restauro».
Un intervento quantomai necessario non solo per la conservazione del dipinto murale, ma anche per il suo ripristino. «Guardando l’affresco – spiega infatti la restauratrice – ho notato che la luce rifletteva delle orribili pennellate di porporina e acrilico che non avevano nulla a che vedere con la pittura murale ed anche di sollevamenti della pelli-cola pittorica. Nell’eseguire i tasselli di pulizia richiesti dalla procedura di fase preliminare di restauro mi sono poi accorta con sorpresa di diverse incongruenze e a seguito dell’esito delle analisi effettuate mi sono resa conto degli impropri interventi che la pittura murale aveva subito nel tempo, intromissioni effettuate da artisti improvvisati. Così ho deciso di sollecitare la Sovrintendenza per ottenere al più presto il permesso per l’inizio dei lavori».
In particolare alcuni dettagli, messi a fuoco dall’accurata osservazione, risultavano incongruenti. «Si distaccavano nettamente dal periodo storico di attribuzione della Madonna che, fino a questo momento, era collocato agli inizi del 1600, facendo ipotizzare una datazione antecedente di oltre 150 anni – racconta ancora Margherita Boffo -. Ed anche i miei studi di iconografia mi suggerivano un possibile indirizzo di indagine. In particolare la mia attenzione è stata attirata dalla cuffia indossata dal devoto inginocchiato, riconducibile, a mio parere, ad un tardo Medioevo. Un’intuizione che mai avrei pensato mi portasse a scoprire un tesoro».
Il passo successivo è stata l’effettuazione di tutte le indagini diagnostiche necessarie a condurre il restauro del dipinto murale. «In qualità di direttore dei lavori ho scelto colleghi di altissimo livello: consulente tecnico del pro-getto è il professor Sotirios Karoutsos, docente di Dipinti murali all’Accademia di belle arti di Bologna; la diagnostica è stata effettuata dal professor Giancarlo Grillini, geologo, che ha eseguito l’analisi mineralogico-petrografica e granulometrica degli intonaci dipinti; il professor Davide Bussolari si è occupato della fluorescenza ultravioletta e della termografia, mentre il professor Michele Di Foggia, docente di Chimica del restauro, ha eseguito le analisi spettroscopiche».
E tra tutte le strumentazioni utilizzate, l’endoscopio da laboratorio si è rivelato fondamentale. «La diagnostica effettuata sulla Madonna originaria, grande 80 per 120 centimetri, ha svelato la continuazione dell’affresco. Così, dopo la seconda autorizzazione da parte della Sovrintendenza di Bologna, in sinergia con il mio funzionario referente, la dottoressa Anna Stanzani, ho iniziato il progetto di restauro. Dapprima ho scoperto la scritta in gotico antico e poi la continuazione dell’affresco, rivelatosi una maestà intera».La villa fu edificata tra il 1620 e il 1625 dall’allora vescovo Ferdinando Millini. Ma il complesso di villa Torano ha origini molto antiche. Sin dal Medioevo la collina ospitava un castello (nei documenti an-tichi nominato come Castrum Podiolum, da cui viene il nome di via Poggiolo) e la relativa corte feudale, da sempre sotto la giurisdizione amministrativa del vescovo di Imola. In quel luogo era presente anche una chiesa dedicata alla Madonna, precisamente l’Assunzione della Beata Maria di Torano, con un piccolo cimitero, diversa dall’attuale ma molto venerata dal popolo. Per cui è possibile che l’abside della chiesa attuale sia l’antico tempietto intorno al quale sorgeva il cimitero medievale. Il che spiegherebbe la datazione più antica ora emersa.
«Alla base dell’affresco della Madonna nella chiesetta di Torano sono uscite inaspettatamente informazioni che ci hanno colto di sorpresa: la datazione 1480 e la frase in latino scritta in lettere gotiche Mater Dei genuit te – commenta don Tagariello -. Secondo ricerche storiche eseguite dal dottor Giampaolo Nildi, il bellissimo e maestoso affresco di Torano, scoperto nella sua interezza dalla restauratrice Margherita Boffo, viene definito dal parroco di Poggiolo La Madonna che fa miracoli». Il restauro procederà ora con nuovi esami diagnostici. In questo momento il cantiere è chiuso al pubblico per motivi di sicurezza anche se il vescovo Tommaso Ghirelli, la sindaca Manuela Sangiorgi ed il presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Imola, Fabio Bacchilega, hanno già omaggiato la maestà con una visita strettamente privata. Non appena i lavori saranno ultimati, la «Madonna dei miracoli» verrà presentata alla cittadinanza.
Nella foto dell”affresco sono visibili i due particolari che hanno modificato la datazione ipotizzata: l”iscrizione ai piedi dell”immagine e la cuffia del devoto inginocchiato