Siccità e temperature alte mettono in crisi le colture
Sicuramente un bel vedere ma, dietro le piante di albicocchi e peschi fioriti nei campi in gennaio/febbraio, non c’è solo stupore e ammirazione, ma problemi seri per gli agricoltori e i consumatori. Un clima che cambia e che anticipa i periodi di fioritura delle piante fino a quattro settimane procura problemi alle orticole invernali, che ingialliscono per le temperature calde, riduce le rese causate dall’incremento delle malattie, crea carenza idrica, fa proliferare gli insetti che fanno solo danni. E, come se non bastasse, qualche giorno fa c’è stato anche un incendio in un terreno incolto nella zona di Borgo Tossignano. A prendere fuoco un ettaro di sterpaglia, vegetazione che, sicuramente, ha risentito della siccità.
Dunque, grande caldo e assenza di precipitazioni significative in un inverno bollente, con una temperatura che fino ad ora è stata in Italia superiore di 1,65 gradi alla media storica, secondo le elaborazioni su dati Isac Cnr relativi ai mesi di dicembre e gennaio.
«Il clima mite può creare problemi – rileva Giordano Alpi, vice presidente della Coldiretti di Imola –, per questo in Romagna è stata richiesta l’irrigazione con acqua del Po con largo anticipo. La situazione è critica e l’Autorità distrettuale di bacino ha convocato per il 6 marzo l’Osservatorio sulle crisi idriche per fare il punto della situazione, anche perché non si prevedono precipitazioni se non di scarsa entità, per cui potrebbero verificarsi ulteriori riduzioni dei livelli idrometrici anche del 20%». (a.gi.)
Ulteriori particolari nel numero del Sabato sera del 27 febbraio