A Imola più interventi del previsto, bilancio oltre le aspettative per il robot chirurgico Da Vinci
Il bilancio dei primi dodici mesi di attività del robot chi[1]rurgico Da Vinci Xi a Imola è più che positivo. «Superiore alle aspettative» secondo tutti gli attori coinvolti, professionisti sanitari dell’Ausl di Imola, del Sant’Orsola, quindi dell’Università di Bologna, e la Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, che ha sostenuto economicamente il progetto. I numeri lo confermano: oltre 320 interventi chirurgici realizzati superando l’obiettivo dei 200-220 previsti per il 2023 e indicati come necessari per giustificare l’intervento economico e l’attività di questa tecnologia e ben oltre i 150 ipotizzati inizialmente. «Nel 2024 l’obiettivo è arrivare a 400» ha detto il direttore generale dell’Ausl, Andrea Rossi.
L’investimento ha fortemente rilanciato il settore chirurgico, portando in forze a Imola primari di provata esperienza con la robotica, a partire dal direttore di Chirurgia generale Michele Masetti, seguito da Stefano Tamburro direttore di Ostetricia e Ginecologia, infine Marco Garofalo, direttore dell’Urologia dall’inizio di quest’anno. Inoltre risulta aumentata la mobilità attiva (pazienti da altre zone dell’Emilia-Romagna o regioni ) e l’attrattività per le nuove leve della medicina (gli specializzandi sono saliti da due a 5 in chirurgia, mentre Tamburro ha tre specializzandi e due dottorandi). Anche i vantaggi per i pazienti sono confermati: minor durata di degenza, meno complicanze, recupero più rapido.
«Il rinforzo della nostra sanità locale, la prossimità dei servizi, l’abbattimento delle liste d’attesa e la garanzia di un’alta qualificazione per il nostro ospedale, mantenendo l’autonomia, sono e restano una priorità» ha rimarcato il sindaco Marco Panieri. «La decisione di investire così fortemente sul robot si è basata sulla convinzione che solo con l’innovazione l’Azienda sanitaria e l’intera comunità sarebbero potute diventare attrattive nei confronti di professionisti in grado di elevare il livello del servizio sanitario imolese, dando così ai cittadini la possibilità di ot[1]tenere prestazioni chirurgiche qui ad Imola anziché doverle andare a cercare presso altri presidi ospedalieri lontani dalla nostra città» ha ricordato il presidente della Fondazione Rodolfo Ortolani.
La quasi totalità degli interventi fatti, più del 95%, ha riguardato la chirurgia oncologica complessa. E l’accordo con il Sant’Orsola ha portato ad operare a Imola in ambito ginecologico e urologico anche le équipe di Renato Seracchioli ed Eugenio Brunocilla.
red.cr.