«Studiare è un gioco da ragazzƏ», il metodo di studio di Matteo Salvo in tour a Imola il 9 aprile
«Tutto è cominciato da me, nel 1998, quando avevo dato appena sette esami in tre anni all’università. Nonostante la determinazione, le giornate intere dedicate allo studio e la voglia di riuscire, i risultati non erano proporzionati né all’impegno né al tempo dedicato. Quello di cui ero consapevole era la mancanza di un metodo. Così mi sono documentato e ho messo assieme gli ingredienti da ambiti diversi. L’ho sperimentato su me stesso e ha funzionato». Matteo Salvo da più di vent’anni si dedica allo studio e alla divulgazione di tecniche di memorizzazione e di apprendimento ed è il fondatore di MindPerformance, azienda torinese specializzata nella ricerca e nell’insegnamento di tecniche d’apprendimento e mnemoniche. A Matteo piace considerarla una palestra: la capacità di apprendere, infatti, non è un dono, è più come un muscolo che va allenato con gli strumenti giusti, ed è alla portata di tutti.
Martedì 9 aprile alle ore 18.30 sarà a Imola presso l’hotel Molino Rosso per un incontro gratuito di due ore durante le quali chi vorrà potrà avere un assaggio del suo metodo.
Come sarà strutturato l’evento a Imola?
«Sarà una serata genitori-figli, dedicata in particolare alla fascia d’età dai 9 ai 17 anni. È la prima volta che portiamo un evento del genere a Imola per far vedere il potenziale del metodo di studio e delle tecniche d’apprendimento e mnemoniche. Sarà una serata molto pratica e coinvolgente, in cui ci si potrà mettere alla prova. Inoltre, parteciperanno alcuni ex allievi che porteranno la loro testimonianza».
Oltre a questi eventi, in estate organizzi anche il MemoCamp® dedicato ai ragazzi. In cosa consiste?
«Il Camp, che viene organizzato nel periodo estivo ad Asti e a Rimini, ha una formula residenziale ed è a numero chiuso. Dal 2013 ad oggi ne abbiamo già proposte 151 edizioni. I ragazzi vengono suddivisi per fasce d’età (9-11, 12-14 e 15-17 anni) e nel corso della settimana di permanenza trasferiamo in modo divertente e giocoso il metodo di studio, le mappe mentali e abituiamo i ragazzi a parlare in pubblico. Nel corso della giornata limitiamo anche l’uso del cellulare alle sole chiamate ai genitori, per farli comunicare e divertire tra loro senza usare la tecnologia, e intervalliamo le lezioni con attività sportive, quali piscina, calcio, pallavolo, gite a cavallo. L’obiettivo è far stare bene i ragazzi: se le emozioni sono positive si apprende meglio».
Prendendo spunto dal titolo di un tuo libro «Studiare è un gioco da ragazzƏ»…è davvero così? Ci si può davvero divertire studiando?
«Se hai gli strumenti adeguati anche una cosa pesante può essere piacevole. Per utilizzare una metafora sportiva, se mi compro un paio di scarpe nuove il giorno dopo avrò sicuramente più voglia di correre».
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Nella foto: Matteo Salvo (al centro) con la sua squadra
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