Libera Imola, Lucia Mazzotti nuova referente del presidio: «Vorrei tornasse ad essere una realtà partecipata dai più giovani»
È Lucia Mazzotti, 37 anni, educatrice della cooperativa sociale Officina immaginata, la nuova referente del presidio Giudice Alberto Giacomelli di Imola e circondario dell’associazione Libera. «Ho conosciuto Libera cinque anni fa – racconta -. Avevo già sentito parlare dell’associazione, perché qualcuno fra i miei colleghi era un volontario e accompagnava i ragazzi ai campi estivi (e alcuni lo fanno tuttora). Cinque anni fa, però, il presidio mi ha chiesto di affiancare le persone che facevano formazione nelle scuole, e tre anni fa di essere io ad accompagnare i ragazzi ai campi estivi. Ed è stato in quel momento che ho avuto la consapevolezza di poter fare materialmente qualche cosa di più. Ho studiato giurisprudenza, mi sono laureata in legge però non ho mai voluto diventare avvocato. Ho sempre fatto molto volontariato al di fuori del lavoro e questo insieme di cose mi ha spinta a pensare che avrei potuto portare avanti il mio impegno all’interno del presidio in maniera più profonda».
L’idea della candidatura a referente è maturata perché «non si può sempre sperare che sia qualcun altro ad assumersi delle responsabilità – aggiunge Mazzotti -. Mi piacerebbe che il presidio tornasse ad essere una realtà partecipata da molte persone, soprattutto dai più giovani, anche a livello organizzativo. E per fare questo c’è bisogno di coinvolgere i ragazzi e di dare loro una spinta, mantenendo vivo tutto l’anno l’entusiasmo che generano le esperienze come i campi estivi o gli appuntamenti che vengono organizzati. Altrimenti rimangono esperienze slegate l’una dalle altre e identiche a qualsiasi altra».
La nuova referente, da volontaria, si è però resa conto «del grande lavoro di approfondimento che altre persone prima di me hanno fatto sul tema delle mafie nel nostro territorio e del loro grande impegno per fare conoscere questi argomenti – conclude -. E tutto questo non può non andare avanti. Non ho fatto parte del gruppo di persone che ha fondato il presidio e non ho visto muovere i suoi primi passi, ma è importante custodire l’eredità di chi c’è stato prima. Tutti abbiamo la possibilità concreta di scrivere una piccola parte di una bella storia».