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Magazine, News
25 Marzo 2018

Luca Occhi intervista Sara Magnoli su «sabatosera.it» e alla Mondadori

Appuntamento ad alta tensione mercoledì 28 marzo alle 18 alla libreria Mondadori di Imola: la giallista Sara Magnoli, definita da Maurizio de Giovanni «una nuova, straordinaria voce nel romanzo nero italiano», parla del suo «Se il freddo fa rumore» (Damster Edizioni, collana Comma21), presentata dallo scrittore imolese Luca Occhi tra i promotori di Officine Wort e del concorso letterario Turno di notte.

Il libro di Sara Magnoli, giornalista professionista, ha vinto il premio speciale dell’associazione culturale L’Aringo alla seconda edizione del concorso «Essere Donna Oggi» di Gallicano, in provincia di Lucca, e si è classificato al secondo posto della sezione editi nella prima edizione del premio letterario Milano International.

«Il romanzo parte dalla sparizione, o dalla fuga, di due ragazzine di 13 e 17 anni – spiega l”autrice – che non si conoscono dalla stessa città nello stesso momento e prosegue con l’indagine per ritrovarle. Una doppia indagine, la prima è quella ufficiale, della polizia, l’altra è condotta da due giornalisti inviati sul posto. In un crescendo drammatico di cose dette e non dette, sapute e non sapute, volutamente o involontariamente nascoste che porta inesorabilmente non a un solo dramma, ma a tanti».

Che cosa nasconde la sinestesia del titolo?
«Quando fa freddo la gente si chiude in casa, esce meno volentieri, è come se alzasse quasi una barriera tra sé e il mondo. Quando questo freddo che ci fa chiudere in noi stessi diventa freddo dell’anima, del cuore, dei sentimenti, tutto quello che di buono e di positivo potrebbe accadere, tutte le speranze, la solidarietà, l’aiuto, vengono a mancare. E chi di questo aiuto ha bisogno resta inascoltato. Per questo il freddo fa rumore, ti pulsa nella testa, quasi a insistere sul fatto che lui è più forte della voglia di stare insieme. È come se la sua fosse una risata sarcastica di chi sa che sta facendo vincere l’indifferenza».

«Se il freddo fa rumore» è il secondo caso di cronaca nera che ha per protagonisti la giornalista Lorenza Maj e il vicequestore Luciano Mauri. Il primo era la storia contenuta nel romanzo «Se un cadavere chiede di te». Entrambi iniziano con un periodo ipotetico….
«Mi è piaciuto intitolare entrambi i libri partendo da un se per vari motivi: il primo è che il se introduce appunto sempre un’ipotesi, qualcosa che va così, ma potrebbe andare in un altro modo. E poi io amo la poesia If, la lettera a un figlio di Kipling, che enuncia tutto ciò che si deve saper affrontare per diventare grandi. E con questa piccola serie vorrei proprio che la protagonista, Lorenza, compisse un viaggio per diventare, appunto, grande, per sconfiggere le sue paure. Infatti ho proprio in mente una trilogia con questi personaggi, come nelle fiabe sono solitamente tre le prove che si devono superare per crescere».

Perché proprio una giornalista come protagonista, nonostante vicina a un poliziotto?
«Pur non avendo alcun riferimento autobiografico nei testi, io sono giornalista e nello scrivere un giallo, genere dove tutto deve essere oliato alla perfezione, dove tutto deve essere verosimile per accompagnare il lettore alla soluzione, ho preferito avere al centro un personaggio di cui conoscessi la professione, così da farlo muovere in maniera realistica».

In copertina appare un enorme fungo rosso: quale il suo significato?
«Pur essendo la storia totalmente inventata, ho voluto ambientarla in un luogo preciso e in case abbandonate. Un giorno, mentre stavo facendo un sopralluogo in queste case abbandonate vicino all’aeroporto della Malpensa per un servizio giornalistico, in una villa ho notato che qualcuno aveva disegnato su una parete un enorme fungo rosso. E allora, sarà stata la serial killer che alberga in me fin da quando ero bambina, sarà stata l’appassionata di gialli, sarà stata la giornalista di nera, ma ho proprio pensato a quanto ci sarebbe stato bene un omicidio lì davanti. E il fungo è diventato protagonista non solo della copertina, ma anche della storia raccontata in questo romanzo».

Luca Occhi

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