Posts by tag: Afghanistan

Cronaca 30 Agosto 2021

Crisi afghana, accolti a Imola i primi profughi in arrivo nel circondario

Come annunciato nei giorni scorsi, anche il circondario imolese si è attivato per accogliere famiglie afghane costrette a lasciare il proprio Paese. Nella serata di sabato 28 agosto sono arrivati a Imola 2 nuclei familiari, per complessive 17 persone, fra cui molti bambini e adolescenti, che sono ospitate in una struttura gestita da una cooperativa sociale che da anni opera nel settore dell’accoglienza e che ha anche mediatori culturali che parlano afghano, per facilitare una migliore integrazione nella nostra comunità. Le famiglie afghane hanno già superato il periodo di quarantena al loro arrivo in Italia e fanno parte di un gruppo molto più ampio di afghani accolti in Emilia Romagna e ospitati nei vari territori.

«L’impegno – sottolinea Marco Panieri, sindaco di Imola e presidente del Circondario imolese – è dare a queste famiglie non solo una prima accoglienza, cercando di alleviare le sofferenze ed i disagi patiti, ma anche aiutarle a costruire una nuova prospettiva di vita ed un futuro migliore, come è nella tradizione di accoglienza e inclusione che caratterizza da sempre anche il nostro territorio». (lo.mi.) 

Nella foto (tratta dalla pagina Facebook del presidente regionale Stefano Bonaccini): i primi profughi arrivati  in Emilia Romagna nei giorni scorsi

Crisi afghana, accolti a Imola i primi profughi in arrivo nel circondario
Cronaca 28 Agosto 2021

Crisi afghana, la paura del medicinese Aziz per i familiari rimasti in patria

Aziz Soltani, 32 anni, abita a Medicina dal 2014. Lavora come tornitore ed è originario di Jaghori, distretto afghano a circa 200 chilometri da Kabul. È arrivato in Italia, a Bari, nel 2007, nascosto su un camion proveniente dalla Grecia. Tre anni fa lo hanno raggiunto i suoi genitori. «Se guardo la situazione che c’è oggi in Afghanistan mi sento fortunato» dice.

Là vivono ancora suo fratello, docente di Storia all’università a Bamiyan, e i familiari di sua moglie. «Non sappiamo come aiutarli. Speriamo che venga aperto un corridoio umanitario. I talebani dicono che non si vendicheranno, ma temo che dopo il 31 agosto, quando le truppe americane se ne andranno, non sarà così». (lo.mi.) 

L’articolo completo sul «sabato sera» del 26 agosto 

Nella foto: Aziz Soltani

Crisi afghana, la paura del medicinese Aziz per i familiari rimasti in patria
Cronaca 25 Agosto 2021

Crisi afghana, il Circondario coordina la rete di accoglienza dei profughi, a chi rivolgersi per dare la propria disponibilità

Dopo avere annunciato nei giorni scorsi di «non voler restare indifferente alla tragedia umanitaria che si sta consumando in Afghanistan», la Conferenza dei sindaci del Circondario imolese ha avviato le prime procedure formali per l’attivazione concreta di progetti di accoglienza. Ieri, il presidente del Circondario imolese, Marco Panieri, ha inviato una lettera al ministero degli Interni e all’Anci, comunicando la volontà di mettere a disposizione i posti previsti dal progetto «Sai ordinari», interamente finanziato dal ministero dell’Interno, per ospitare richiedenti e titolari di protezione internazionale. Tale progetto prevede anche l’accoglienza per nuclei familiari (monogenitoriali madre-figlio).

«Come sindaci – spiegano il presidente del Circondario, Marco Panieri, e la sindaca di Casalfiumanese, Beatrice Poli, che ha la delega a Pari opportunità e Immigrazione – stiamo raccogliendo diverse segnalazioni spontanee di dichiarazione all’accoglienza anche da parte di cittadini residenti nei comuni del circondario. Si tratta di risorse preziose, che verranno a breve messe a sistema. Anche il comitato Pace e Diritti e le associazioni Perledonne e Trama di terre si sono messe a disposizione, nella rete si sostegno e accoglienza che si sta strutturando».

I cittadini e le realtà che intendono esprimere la propria disponibilità all’accoglienza dei cittadini afghani possono contattare il servizio Programmazione socio-sanitaria del Circondario imolese, scrivendo a usep@nuovocircondarioimolese.it. (lo.mi.)

Ulteriori approfondimenti sul «sabato sera» del 26 agosto

Nella foto (Aeronautica militare italiana): primi arrivi di profughi dall’Afghanistan

Crisi afghana, il Circondario coordina la rete di accoglienza dei profughi, a chi rivolgersi per dare la propria disponibilità
Cronaca 23 Agosto 2021

Morte di Gino Strada, il ricordo del medico di Fontanelice Giorgio Monti

La scomparsa di Gino Strada, avvenuta venerdì 13 agosto, ha suscitato enorme dolore e commozione. Migliaia i post a ricordarlo sui social, anche di chi non lo conosceva personalmente, ma ha avuto in questi anni modo di ammirare e apprezzare l’operato del fondatore di Emergency. Nel circondario imolese c’è qualcuno però che non lo conosceva solo di fama. Giorgio Monti, medico di Fontanelice che lavora al Pronto soccorso dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna, ha preso parte a diverse missioni sotto le insegne di Emergency e di Gino Strada era amico da diversi anni. In questi giorni è andato a Milano per l’ultimo saluto al celebre medico degli ultimi nella camera ardente allestita nella sede di Emergency

«E’ un grande vuoto per me – ammette Monti -. Ho perso non solo un amico, ma un punto di riferimento». Da raccontare il retroscena della foto in cui i due medici sono ritratti con un cartello che reca la scritta “Grazie”. «Era un regalo per Davide, un bambino di Fontanelice che, in occasione della sua prima comunione, chiese alla mamma di sostituire le classiche bomboniere con una donazione a Emergency», svela Monti.  Dopo il saluto a Strada, oggi l’imperativo è portare avanti la sua opera, a maggior ragione guardando alla tragedia in atto in Afghanistan. «Per 20 anni Gino ha parlato di guerra inutile».  (mi.ta.)

Il ricordo su «sabato sera» del 26 agosto dove saranno presenti anche due pagine dedicate alla delicata situazione in Afghanistan.

Nella foto: Gino Strada insieme al medico di Fontanelice Giorgio Monti

Morte di Gino Strada, il ricordo del medico di Fontanelice Giorgio Monti
Cronaca 19 Agosto 2021

Crisi afghana, il Tavolo politico circondariale Pari opportunità e la preoccupazione per le donne

Anche il Tavolo politico circondariale Pari opportunità, confermando la dichiarazione di vicinanza e impegno per il popolo afghano, già espressa dai sindaci, ha voluto sottolineare, in particolare, la preoccupazione per la violenza agita contro le donne e per la perdita dei loro diritti fondamentali. «La paura le starà attanagliando e il nostro pensiero, in questo momento, va a loro, perché anche loro hanno diritto a Pari opportunità – si legge nel documento -. E’ necessario agire immediatamente per aprire corridoi umanitari per loro, in particolare per le donne che, in questi anni, hanno collaborato con la comunità internazionale per la promozione dei diritti di indipendenza e identità. “E’ terribile, ma il solo modo di salvarci, se vogliamo vivere, è cercare di fuggire. Se rimaniamo qui saremo imprigionate o moriremo”, scrive una delle 250 giudici donne afghane, già oggetto di intimidazioni. Non vogliamo restare indifferenti». (r.cr.)

Nella foto: la sede del Nuovo circondario imolese

Crisi afghana, il Tavolo politico circondariale Pari opportunità e la preoccupazione per le donne
Cronaca 18 Agosto 2021

Crisi afghana, le donne del Pd imolese: «Non possiamo allontanare lo sguardo e far spegnere i riflettori su questa drammatica pagina di storia»

In queste ore i sindaci dell’Emilia Romagna, tra cui quelli del circondario, e la Regione, nelle parole del presidente Bonaccini e della vicepresidente Schlein, hanno manifestato tutta la loro vicinanza al popolo afghano, dichiarandosi pronti ad azioni concrete per fornire soccorso innanzi tutto alle donne, ai bambini, alle persone più fragili. Sulla stessa lunghezza d’onda Selena Mascia, Responsabile Conferenza delle Donne Democratiche-Unione Territoriale Pd Imola e Francesca Marchetti, segretaria territoriale Pd Imola, che hanno affidato ad una lettera il loro pensiero sulla crisi afghana. 

«Le immagini che ci consegna Kabul in queste ore testimoniano la drammaticità degli eventi che ci lasciano sgomente – si legge nella nota -. I talebani hanno preso la capitale dell”Afghanistan e hanno annunciato la rinascita dell’Emirato Islamico; dopo venti anni di missioni internazionali, quegli stessi estremisti che abbiamo contribuito ad allontanare, hanno riconquistato il potere rigettando l”intero paese nel caos e nel terrore. A pagare il prezzo più alto sono sempre i più fragili, bambini e donne in particolare che non vediamo immortalate neanche nelle recenti immagini di fuga poiché già confinate, nascoste e ricondotte ad un ruolo oscurantista tipico dei talebani. Gli stessi soggetti che ci rassicurano da un lato con garanzie di libertà civili,  di studio o di autodeterminazione della persona, contestualmente iniziano ad abbattere quegli sprazzi di vita guadagnata in contrasto a culture medioevali.
Come Comunità Internazionale volevamo da un lato combattere il terrorismo e dall’altro cercare di dare la possibilità ad un intero popolo di guadagnare diritti e creare una democrazia fatta di rispetto ed uguaglianza. Le donne sono state determinanti in questo processo di cambiamento, come lo sono sempre in tutti quei luoghi del mondo dove vengono soffocate e umiliate. Tantissime si sono fidate, hanno permesso alle loro figlie di studiare, si sono emancipate e realizzate, diventando medici, insegnanti, giornaliste. Molte donne sono state elette rivestendo importanti incarichi politici, come ad esempio, Zarifa Ghafari che a 27 anni rappresenta la sindaca più giovane dell’Afghanistan e che ci consegna la sua drammatica testimonianza che la porta a non abbandonare il proprio Paese, ma con rassegnazione di chi attende un drammatico destino. Dalle donne lo sforzo maggiore, il coraggio di superare il limite e abbattere la barriera e sfidare il destino, per loro stesse ma soprattutto per le loro figlie regalando loro un futuro migliore.
Donne afghane, donne siriane, donne vittime di guerra e vettori di pace, donne come persone più colpite nei conflitti armati in tutto il mondo, che riescono a sopravvivere per se stesse e per i loro figli. A gran voce le donne appartenenti alla Conferenza delle Donne Democratiche imolesi auspicano ad un’azione immediata della Comunità internazionale, dell’Unione Europea e del nostro Paese per mettere in campo forme di aiuto, sostegno e accoglienza. Crediamo che quel percorso di diritti avviato con tanta fatica, debba essere sostenuto, affinché il peso non ricada sempre sulle persone più fragili, sulle bambine, sui bambini e sulle donne; non possiamo allontanare lo sguardo e far spegnere lentamente i riflettori su questa drammatica pagina di storia. Confidiamo in decisioni immediate, per il rispetto delle garanzie delle tutele dei più fragili e si chiede di agire in modo coeso e forte come Europa e come Comunità internazionale. Noi siamo pronte a dare il nostro contributo sostenendo anche la mobilitazione nazionale lanciata dal segretario nazionale Letta e le iniziative che il nostro territorio intenderà intraprendere. Che gli sforzi messi in campo finora non siano stati vani». 

Nella foto: da sinistra, Francesca Marchetti e Selena Mascia 

Crisi afghana, le donne del Pd imolese: «Non possiamo allontanare lo sguardo e far spegnere i riflettori su questa drammatica pagina di storia»
Cronaca 18 Agosto 2021

Crisi afghana, Bonaccini-Schlein: «La Regione farà la propria parte, ora priorità ai corridoi umanitari»

Dopo l’appello dei sindaci del circondario imolese, anche la Regione Emilia-Romagna è a fianco del popolo afghano, pronta a fornire soccorso innanzi tutto alle donne, ai bambini, alle persone più fragili. «In queste ore drammatiche già molti sindaci di questa regione, e non solo di una parte politica, hanno dato la loro disponibilità ad accogliere i profughi e quanti riusciranno a lasciare l’Afghanistan – sottolineano il presidente della Regione Stefano Bonaccini e la vicepresidente e assessora al Welfare Elly Schlein -, dando prova di quella umanità e di quel senso civico che da sempre contraddistinguono questo territorio. Anche la Regione sta seguendo con attenzione l’evolversi della situazione ed è pronta a fare la propria parte, in raccordo con il Governo e i territori, per garantire un‘azione che sia il più possibile coordinata ed efficace. Il nostro pensiero va innanzi tutto alle donne, ma anche ai bambini e a quanti in queste ore drammatiche si trovano in una condizione di maggiore fragilità».

Secondo Bonaccini e Schlein è urgente ora «attivare corridoi umanitari e aiuti alla popolazione, ma allo stesso tempo sarà necessario compiere una riflessione approfondita su quello che è successo, e sul ruolo della politica. E’ una responsabilità che ci chiama in causa tutti come Occidente e come Europa». (r.cr.)

Nella foto: Stefano Bonaccini ed Elly Schlein

Crisi afghana, Bonaccini-Schlein: «La Regione farà la propria parte, ora priorità ai corridoi umanitari»
Cronaca 18 Agosto 2021

Il circondario imolese pronto ad attivarsi per il popolo afghano

Anche il circondario imolese, con un documento firmato da tutti i sindaci che ne fanno parte, ha deciso di attivarsi a favore del popolo afghano, in questi giorni tristemente al centro della cronaca dopo il ritiro delle truppe americane e l’avvento dei talebani che il 15 agosto scorso hanno ripreso il controllo della capitale Kabul.  «Il Circondario Imolese, da sempre territorio con solide radici democratiche e solidali, non rimarrà indifferente rispetto alla tragedia umanitaria che si sta consumando in Afghanistan ed è pronto a fare la propria parte – così come sostenuto dall’Anci Nazionale e in accordo con la Città Metropolitana – esprimendo tutta la disponibilità all’accoglienza dei rifugiati e delle rifugiate. In particolare, per i cittadini e funzionari che hanno lavorato con le delegazioni italiane e che ora si sentono a rischio ritorsione, e poi per le donne afghane, le attiviste e le funzionarie che hanno collaborato con i paesi occidentali per dare un futuro al proprio paese e che ora si sentono lasciate sole,?infine, ma non per ultimi, per i bambini e le bambine che hanno sognato un futuro diverso, libero e che oggi lo vedono lontano. “Verranno a uccidermi, ma non ho paura”. Questo il grido di Zarifa Ghafari, la sindaca più giovane dell”Afghanistan. A lei, nostra collega, non solo la nostra vicinanza ma un appello alla comunità internazionale per rispondere a questa tragedia con concretezza, ovviamente con le modalità e i tempi definiti nell’ambito delle iniziative che assumerà il Governo. Noi ci siamo». (r.cr.)

Nella foto: i sindaci del circondario imolese 

Il circondario imolese pronto ad attivarsi per il popolo afghano

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