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Cronaca 5 Maggio 2023

Coronavirus e mascherine, le regole in Emilia Romagna per ospedali e strutture per anziani

In Emilia-Romagna i dispositivi di protezione individuale rimangono obbligatori per operatori, visitatori e utenti all’interno dei reparti di degenza delle strutture sanitarie, negli ambulatori e nei centri specialistici a cui afferiscono pazienti fragili o immunodepressi, nelle sale d’attesa delle strutture sanitarie per i soggetti con sintomatologia respiratoria, nelle strutture sociosanitarie e socioassistenziali (strutture di ospitalità e lungodegenza, residenze sanitarie assistenziali, hospice, strutture riabilitative, strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti). Come previsto dall’ordinanza del ministero della Salute del 28 aprile, la Regione ha dettato le regole per uniformare i comportamenti su tutto il territorio. La lista completa delle strutture residenziali coinvolte è quella indicata dall’articolo 44 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017.

Sono esonerati dall’obbligo i bambini di età inferiore ai sei anni, chi abbia patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina e chi non possa far uso del dispositivo perché deve comunicare con una persona disabile. L’uso dei dispositivi è invece raccomandato all’interno delle sale d’attesa per operatori, accompagnatori e utenti delle strutture sanitarie che non abbiano sintomi respiratori.

In linea con l’ordinanza ministeriale, infine, negli ambulatori dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta l’eventuale obbligo è a discrezione del medico. Infine, i tamponi per la ricerca di SARS-CoV-2 saranno obbligatori per i pazienti che accedono al Pronto Soccorso o al ricovero ospedaliero già con sintomi, o che li sviluppino durante la degenza.

L’Oms pare pronta a dichiarare la fine della pandemia da Coronavirus, ma la scelta del Governo e della Regione è di continuare a tutelare le persone più fragili dal Covid19 (r.cr.)

Foto d’archivio (Isolapress)

Coronavirus e mascherine, le regole in Emilia Romagna per ospedali e strutture per anziani
Cronaca 3 Gennaio 2023

Coronavirus, scende a 5 giorni l’isolamento dei positivi, prosegue l’obbligo di mascherina in ospedali e case di riposo

Con l’approvazione della legge 199 del 30 dicembre (la conversione del cosiddetto “decreto rave”) sono entrate in vigore le nuove procedure in tema di gestione del Sars-Cov2 che allentano ulteriormente le restrizioni nella gestione dei casi positivi, considerata l’attuale evoluzione del quadro clinico del Covid-19.

Prima cosa è stato eliminato l’obbligo di tampone negativo per uscire dall’isolamento. Inoltre l’isolamento scende a 5 giorni dal primo tampone positivo (molecolare o antigenico) sia gli asintomatici sia per coloro che si ammalano ma non presentano sintomi negli ultimi 2 giorni. E’ obbligatorio, a termine dell’isolamento, l’uso di mascherina Ffp2 fino al 10° giorno dall’inizio della sintomatologia o dal primo test positivo (nel caso degli asintomatici), ed è comunque raccomandato di evitare persone ad alto rischio o ambienti affollati. Queste precauzioni possono essere interrotte in caso di negatività a un test antigenico o molecolare.

Per i casi che sono sempre stati asintomatici l’isolamento potrà terminare anche prima dei 5 giorni qualora un test antigenico o molecolare effettuato presso struttura sanitaria o farmacia risulti negativo. Anche per gli operatori sanitari, se asintomatici da almeno 2 giorni, l’isolamento potrà terminare non appena un test antigenico o molecolare risulti negativo.

Scende a 5 giorni l’obbligo di indossare la mascherina Ffp2 al chiuso o in presenza di assembramenti per chi ha avuto contatti stretti con soggetti positivi.

Qualche precauzione in più per i soggetti immunodepressi, il cui isolamento potrà terminare dopo un periodo minimo di 5 giorni, ma sempre necessariamente a seguito di un test antigenico o molecolare con risultato negativo.

Il ministero della Salute, inoltre, con un’ordinanza ha prorogato fino al 30 aprile l’obbligo di indossare la mascherina  in tutte le strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali, incluse le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistite (Rsa), gli hospice, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti,  gli ambulatori e gli studi dei medici di medicina generale. Lavoratori, utenti e visitatori dovranno indossare i dispositivi di protezione per accedere.

Nel frattempo dal 31 dicembre l’app Immuni non è più disponibile negli store e non si potranno più ricevere allerta o nuove certificazioni Covid-19, la Piattaforma contact tracing digitale è in dismissione così come il numero 1500

Detto ciò, la situazione complicata in Cina con l’allentamento delle restrizioni e l’esplosione dei nuovi casi, ha portato anche all’ordinanza entrat in vigore il 29 dicembre con la quale il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha disposto per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina l’obbligo di tamponi e, in caso di positività, l’esecuzione di test molecolari per il relativo sequenziamento del virus. Chi è entrato in Italia dalla Repubblica Popolare Cinese nei 7 giorni precedenti il primo test positivo, potrà terminare l’isolamento dopo 5 giorni dal primo test positivo se asintomatici da almeno 2 giorni e negativi ad un test antigenico o molecolare. L’ordinanza resta in vigore fino al 31 gennaio. (r.cr.)

Coronavirus, scende a 5 giorni l’isolamento dei positivi, prosegue l’obbligo di mascherina in ospedali e case di riposo
Cronaca 16 Dicembre 2022

Coronavirus e influenza, ondata di casi, l’Ausl riapre l’area separata in Pronto soccorso e i reparti Covid

Pronto soccorso e ospedale in affanno per l’ondata di influenza particolarmente aggressiva e il contemporaneo aumento dei casi di Covid. Si conferma quanto ipotizzato all’inizio di dicembre con la curva dell’incidenza dell’influenza molto più alta rispetto al passato, un virus AH3N2 che colpisce in modo particolare i bambini ma non disdegna neppure gli adulti.  Il gran numero di malati, sia con influenza che con Covid, porta al conseguente incremento di casi gravi o con complicazioni che necessitano le cure dell’ospedale.

Così l’Azienda usl di Imola è corsa ai ripari. Prima di tutto ha deciso di potenziare gli ambulatori dei medici di famiglia, dei pediatri e dei medici di continuità assistenziale presso la Casa della Comunità di Imola nei prefestivi e festivi: da domani sabato 17 fino al 25 dicembre compresi ci saranno turni aggiuntivi di personale nei prefestivi (dalle ore 8 alle 14) e nei festivi (dalle ore 8 alle 20). Poi è stata riattivata l’area Beta del Pronto soccorso, quella con accesso separato per i pazienti con patologie dell’apparato respiratorio.

A questo si aggiunge l’allargamento a 16 posti letto dell’area Covid internistica dell’ospedale (espandibile a 24) al terzo piano dell’ospedale, dove verranno centralizzati i pazienti fino ad ora gestiti nelle «bolle» dei vari reparti, sono stati attivati due box di Terapia intensiva Covid ed è ripresa la centralizzazione dei casi a maggiore complessità a Bologna; inoltre sono stati convertiti temporaneamente al Covid anche i 16 posti letto chirurgici del quarto piano (settore verde), “cercando per quanto possibile di non pregiudicare e rallentare l’attività chirurgica programmata” annotano dall’Ausl. Infine è stato riaperto anche il settore Covid dell’Ospedale di Comunità di Castel San Pietro con una disponibilità di altri 15 posti letto. (l.a.)

Coronavirus e influenza, ondata di casi, l’Ausl riapre l’area separata in Pronto soccorso e i reparti Covid
Cronaca 4 Novembre 2022

Coronavirus, l’Ausl deve reintegrare 11 sanitari non vaccinati, la Regione: non vicino ai fragili

L’Ordine dei medici di Bologna ha reso noto di aver «provveduto dal 2 novembre ad effettuare in via immediata gli opportuni emendamenti», in pratica viene meno la sospensione dei sanitari non in regola le vaccinazioni anci-Covid possono ricominciare a lavorare. È l’effetto del decreto approvato dal Governo che ha interrotto due mesi prima il termine dell’obbligo per medici, infermieri o chiunque sia iscritto ad un ordine professionale di area sanitaria, dentisti e veterinari compresi. Si parla, in realtà, di numeri irrisori, l’Ordine dei medici parla di 140 in tutta l’area metropolitana. Per quanto riguarda l’Azienda usl di Imola ci sono 11 operatori da reintegrare, 3 Oss e 5 infermieri, 1 amministrativo, 1 ostetrica e 1 medico di medicina generale.

Più complicato capire a quali reparti o compiti saranno assegnati. Come ha stabilito il ministro della Salute, Orazio Schillaci, spetta alle Aziende sanitarie la scelta sulla ricollocazione del personale non vaccinato; l’Emilia Romagna ha convocato per lunedì la Cabina di regia Covid, l’organo tecnico-scientifico deputato a fornire le indicazioni operative. L’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, ha chiarito la linea regionale: “In attesa del confronto tecnico – ha detto – mi aspetto dalle Aziende sanitarie che il personale medico ed infermieristico reintegrato non venga impegnato in reparti in cui ci siano pazienti fragili. Ciò a tutela dei pazienti e degli operatori stessi”.

Poi, volendo, ci sarebbe da capire anche come comportarsi in futuro: l’Ausl di Imola ha altri 18 operatori che sono a tre mesi da vaccinazione o guarigione (dopo 120 giorni dovrebbero fare il richiamo o booster). In generale, convincere a proseguire con le vaccinazioni chi fino ad ora ha rispettato le regole rischia di diventare molto complicato. (l.a.)

Coronavirus, l’Ausl deve reintegrare 11 sanitari non vaccinati, la Regione: non vicino ai fragili
Cronaca 31 Ottobre 2022

Coronavirus, proroga alle mascherine in ospedali e case di riposo, stop all’obbligo vaccinale per i sanitari

Termina due mesi prima l’obbligo vaccinale anti-Covid19 per le professioni sanitarie, prorogato invece quello delle mascherine per entrare negli ospedali, strutture sanitarie in genere, case di riposo ed Rsa. Questi i provvedimenti inseriti oggi pomeriggio nel decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri guidato da Giorgia Meloni.

Il ministro della Salute, Orazio Schillaci ha motivato così la decisione sull’obbligo vaccinale per i sanitari: «Il quadro epidemiologico è mutato, l’impatto sugli ospedali è mutato, a questo si aggiunge la grave carenza di personale sul territorio». Nel comunicato del Governo è precisato che “si elimina la misura della sospensione dall’esercizio della professione, al fine di contrastare la grave carenza di personale sanitario che si registra sul territorio”.

Quindi nessuna deriva no-vax, non a caso Schillaci ha aggiunto deciso: «Ribadisco l’importanza dei vaccini per combattere la pandemia da Covid-19. E non è un ripensamento, non ho mai dichiarato che non sarei andato in quella direzione». Cautela «anche per l’approssimarsi della stagione influenzale», seguendo quanto auspicato nei giorni scorsi dal presidente della Repubblica Mattarella.

Per quanto riguarda le mascherine, l’ordinanza che ne proroga l’obbligo fino a fine anno, è stata siglata già in mattinata, dato che quella precedente, fatta dal Governo Draghi, aveva come termine il 31 ottobre. “Condividiamo – ha commentato l’assessore regionale alle Politiche per la Salute, Raffaele Donini – la decisione del Consiglio dei ministri, coerentemente con la richiesta di molte Regioni, fra cui l’Emilia-Romagna, di prorogare l’obbligatorietà dell’uso della mascherina. È una scelta opportuna perché nella lotta alla pandemia siamo sì usciti dalla fase emergenziale, ma il virus circola ancora e quindi è importante continuare a tenere comportamenti prudenti. La mascherina – ricorda Donini – protegge soprattutto i più fragili e i più vulnerabili, come gli anziani e i pazienti ricoverati”.

Dall’assessorato regionale alle Politiche per la salute dell’Emilia Romagna è stata inviata una comunicazione alle Aziende sanitarie e agli altri enti e organismi della sanità pubblica e privata in cui si ricorda che l’obbligatorietà riguarda le strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali, comprese le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistenziali, gli hospice, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti. (l.a.)

Foto d’archivio

Coronavirus, proroga alle mascherine in ospedali e case di riposo, stop all’obbligo vaccinale per i sanitari
Cronaca 30 Settembre 2022

Coronavirus, proroga al 31 ottobre dell’obbligo di mascherina nelle strutture sanitarie e nelle residenze per anziani. Donini: «Tutela dei più fragili»

Fino al 31 ottobre continuerà ad essere obbligatorio indossare una mascherina negli ospedali, nelle residenze per anziani o nelle altre strutture sanitarie e socioassistenziali. Ieri sera l’ordinanza del ministero della Salute ha prorogato di un mese il termine precedentemente fissato al 30 settembre.

L’assessorato alle Politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna oggi ha comunicato alle Aziende sanitarie la conferma di queste prescrizioni. Lavoratori, utenti e visitatori dovranno pertanto continuare a indossare le mascherine per accedere alle strutture sanitarie, sociosanitarie e socioassistenziali, le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistenziali, gli hospice, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani anche non autosufficienti.

Possono non indossare la mascherina i bambini di età inferiore ai sei anni e le persone con patologie o disabilità incompatibili e coloro che “devono comunicare con una persona con disabilità in modo tale da non poter fare uso del dispositivo”.  

“L’avvicinarsi della stagione invernale e l’andamento epidemiologico delle patologie infettive respiratorie ha convinto il Governo a prorogare di un mese l’obbligo, decisione che ci sentiamo di condividere- commenta l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. In generale raccomandiamo ai cittadini, soprattutto se si tratta di soggetti fragili, di continuare a indossare le mascherine anche in quelle circostanze in cui non c’è più un obbligo normativo, a partire dai luoghi molto affollati, perché continuano ad essere un importante strumento di prevenzione”.

Non cambia nulla, invece, per quanto riguarda i mezzi pubblici: come previsto, da domani non è più obbligatorio indossare la mascherina su bus, treni o traghetti. (r.cr.)

Foto d’archivio Azienda usl di Imola (pagina Fb)

Coronavirus, proroga al 31 ottobre dell’obbligo di mascherina nelle strutture sanitarie e nelle residenze per anziani. Donini: «Tutela dei più fragili»
Cronaca 29 Marzo 2022

Coronavirus, l’analisi di Rossi (Ausl): “Omicron 2 è meno aggressivo, cautela e fiducia nel futuro. Il virus è qui per restare”

Continuano i contagi ma l’impatto clinico è contenuto con una diminuzione dei ricoveri. Ad oggi sono oltre 1200 i casi attivi nel circondario. In media siamo risaliti a 110 nuove positività da Coronavirus al giorno, i contagi sono diffusi in tutte le età con l’età mediana a 46,5 anni. Ma i casi gravi continuano ad essere pochi (si oscilla da 1 a nessun paziente in terapia intensiva) tanto che procede la logica attuata da alcuni giorni di gestire nei reparti non Covid, prendendo opportune misure di isolamento, i pazienti risultati positivi ma la cui causa del ricovero non è una patologia da Sars-Cov2 (attualmente sono una decina); nell’OsCo di Castel San Pietro ci sono solo 8 ricoverati.

Questo non toglie che i dati (66 casi nelle Cra del territorio con 1 decesso ad oggi e una ventina tra gli operatori) sembrano confermare la necessità di una quarta dose per i soggetti più fragili e per coloro che si occupano della loro assistenza. Così come si segnala leggero un incremento dei decessi (7 negli ultimi dieci giorni) tutti grandi anziani o comunque over 75.

«Oggi siamo in una fase pandemica completamente diversa, Omicron BA2 è ormai prevalente in Europa, Asia ed Africa e sta crescendo in America, in Europa molti paesi stanno raggiungendo il picco, nel nostro è atteso entro due settimane». ha commentato il direttore dell’Ausl di Imola Andrea Rossi a margine del bollettino settimanale odierno sulla pandemia da Coronavirus. Omicron 2, la variante attualmente prevalente, «si stima sia il virus a trasmissione aerea più contagioso mai apparso, ma è meno aggressiva» ha aggiunto Rossi, ed ha un’altra caratteristica «ci si può reinfettare dopo essersi ammalati e nonostante il vaccino».

«Fra pochi giorni cesserà lo stato di emergenza nel Paese, un grande segnale di normalizzazione, dobbiamo sempre mantenere le giuste cautele, guardando al futuro con ottimismo e fiducia» ha aggiunto Rossi. «L’andamento dell’infezione risentirà dei comportamenti individuali, anche se sole e rialzo termico porteranno effetti benefici».

Rossi però avverte: «Con l’abbandono della maggior parte delle restrizioni, tenere sotto controllo il livello di contagio dipenderà essenzialmente da alcuni nostri comportamenti: indossare le mascherine Ffp2 nei luoghi chiusi o pieni di gente, con una circolazione virale così alta questa è la misura barriera più importante; poi la vaccinazione, lo strumento cardine per la protezione dalla malattia e dalle gravi conseguenze del Covid, chi non l’ha fatta deve fare la terza dose, perché due non bastano per contrastare la variante in circolazione».

Attualmente gli over 50 non vaccinati nel circondario imolese sono 2.739 mentre mancano all’appello circa 4.500 persone che non hanno ancora fatto la terza dose a più di 120 gg dalla seconda. Per questi ultimi l’Ausl procederà a richiamarli per ricordare la somministrazone.

Secondo Rossi pensare di risolvere il problema alla radice, eliminare il virus con la vaccinazione, non è possibile: «È ormai evidente che gli animali sono un serbatoio naturale del Sars-Cov-2 e le specie che possono favorire lo spillover nei due sensi sono numerose, per questo motivo sarà impossibile eliminare il Covid, che resterà un problema di salute globale con cui dovremo continuare a fare i conti per molto tempo». (l.a.)

Coronavirus, l’analisi di Rossi (Ausl): “Omicron 2 è meno aggressivo, cautela e fiducia nel futuro. Il virus è qui per restare”
Cronaca 19 Marzo 2022

Coronavirus, i tamponi in farmacia per uscire dall’isolamento ritornano a pagamento

A partire da domani, domenica 20 marzo, i tamponi antigenici rapidi in farmacia per uscire dall’isolamento dopo una positività tornano a carico del cittadino, generalmente ad un costo di 15 euro. A ricordarlo è l’Ausl di Imola con una nota. Inoltre, dall’1 aprile non saranno più a prezzi calmierati i tamponi per la fascia 12-18 anni, né gratuiti quelli per le persone esentate dalla vaccinazione anti Sars-CoV2.

È la conseguenza della conclusione dello stato di emergenza nazionale prevista per il 31 marzo. Fino ad ora, infatti, i tamponi 12-18 anni in farmacia costavano 8 euro perché i restanti 7 erano coperti dalla Struttura commissariale per l’emergenza, così come copriva il costo di coloro che non possono vaccinarsi (esentati). 

Rimangono gratuiti solo i test di chiusura dell’isolamento o della quarantena (antigenici o molecolari) eseguiti presso le Aziende sanitarie. Per usufruirne, in caso di sintomi sospetti occorre contattare il proprio medico o il pediatra che, “se lo ritiene opportuno, provvede a prenotare il tampone”. Inoltre dall”Ausl precisano che viene inviato un sms a chi è a casa con diagnosi di positività per fare il test di controllo dopo 7 o 10 giorni, a seconda dello stato vaccinale. Se risulta ancora positivo il cittadino riceverà il provvedimento di fine isolamento trascorsi i 21 giorni dalla diagnosi. Per verificare l’eventuale negativizzazione potrà comunque effettuare il test in farmacia – con il costo a suo carico – se asintomatico da almeno tre giorni, e il referto sarà recepito automaticamente dall”Ausl per i provvedimenti conseguenti. 

È sempre possibile anche la procedura di autotesting per attivare l’inizio e la fine dell’isolamento. Le persone con assistenza sanitaria in Emilia Romagna e Fascicolo elettronico, che hanno completato la vaccinazione con dose booster, possono acquistare i tamponi rapidi e comunicare l’esito attraverso il Fse. L’Ausl invia automaticamente i provvedimenti. L’elenco dei tamponi da utilizzare (continuamente aggiornato) è disponibile sul sito della Regione https://salute.regione.emilia-romagna.it/tamponi-autotesting. (r.cr.)

Coronavirus, i tamponi in farmacia per uscire dall’isolamento ritornano a pagamento
Cronaca 17 Marzo 2022

Coronavirus, le novità del Governo: da aprile niente green pass per ristoranti e bar all’aperto, mascherine fino a maggio

Il Cdm ha dato il via all’unanimità a “provvedimenti importanti che eliminano quasi tutte le restrizioni che hanno limitato i nostri comportamenti”. Così poco fa il presidente Mario Draghi in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri. La road map comincerà con la fine dello stato di emergenza il 31 marzo e vedrà “il graduale superamento di provvedimenti come il certificato verde. Il green pass è stato un grande successo che ci ha permesso di far riprendere l’economia, mettendo insieme una ripresa graduale della socialità e la possibilità di essere più sicuri e più protetti”. E ancora “grazie ai vaccini sono stati evitati quasi 80 mila decessi nel 2021 in Italia. Le decisioni – ha ricordato Draghi – sono state prese sulla base della scienza e la pandemia è stata superata sulla base dei vaccini”.

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha dettagliato poi le tappe e sintetizzato alcune delle novità: prima cosa dall’1 aprile verrà superato il sistema colori per le regioni e relative ordinanze territoriali mentre verrà mantenuto il monitoraggio epidemiologico.

Sempre dall’1 aprile non ci saranno più le quarantene per i contatti (ad oggi erano state già superate solo per i vaccinati). “Rimarrà in isolamento solo chi è positivo al virus” ha detto il ministro. L’impatto ci sarà soprattutto nelle scuole: “Dall’1 aprile staranno a casa solo i positivi, gli altri rimarranno in classe”.

Per quanto riguarda l’obbligo vaccinale: fino al 30 aprile gli over 50 non dovranno più avere il gren pass rafforzato al lavoro ma solo il green pass base quindi “non ci sarà più la sospensione dal lavoro per la mancata vaccinazione”. L’obbligo “è stata una scelta forte per stimolare la vaccinazione” ha detto chiaramente Speranza. Obbligo e sospensione dal lavoro rimangono fino al 31 dicembre solo per le categorie che hanno a che fare con i più fragili, ovvero il personale sanitario, i lavoratori delle strutture ospedaliere e delle Rsa.

In generale per l’utilizzo del green pass è previsto un superamento in due momenti: “dall’1 aprile per la gran parte delle attività all’aperto, dall’1 maggio per i luoghi al chiuso” ha sottolineato il ministro.

Fino al 30 aprile sarà ancora richiesto il certificato verde: quello base per i trasporti a lunga percorrenza, le mense, i concorsi pubblici, per il pubblico delle competizioni sportive all’aperto; quello rafforzato invece nei bar e nella ristorazione al chiuso, nelle piscine, centri benessere, per convegni, congressi, centri sociali, feste, sale da ballo e discoteche, per il pubblico degli spettacoli e degli eventi sportivi al chiuso, per gli sport di squadra e di contatto.

Fino al 30 aprile rimangono anche le mascherine al chiuso (con Ffp2 in alcuni luoghi maggiormente a rischio).

Detto ciò come sempre occorre attendere i dettagli del decreto per capire esattamente come verranno applicate le norme. (l.a.)

Coronavirus, le novità del Governo: da aprile niente green pass per ristoranti e bar all’aperto, mascherine fino a maggio
Cronaca 28 Febbraio 2022

Coronavirus, consegnate le dosi del vaccino “tradizionale' Novavax, prime prenotazioni

Ieri sono state consegnate all”Ausl di Imola le 2200 dosi attese del vaccino Nuvaxovid della Novavax e stamattina sono partite le prenotazioni. In giornata sono state 24. Nuvaxovid può essere utilizzato per persone maggiori di 18 anni per l”effettuazione del ciclo vaccinale di base (1° e 2° dose a distanza di 21 giorni l”una dall”altra). La prenotazione segue i soliti canali Cup (FSE, Sportelli aziendali, farmacie,  Cuptel 800040606).

Al contrario, chi invece vuole vaccinarsi in prima dose con vaccino mRNA (Pfizer o Moderna) non serve la prenotazione ma può accedere direttamente ai centri vaccinali nelle giornate/orari di apertura.

Il vaccino della Novavax non contiene mRNA ma sfrutta una tecnologia consolidata da anni: la proteina spike di Sars-CoV-2 assieme ad una sostanza adiuvante che permette di potenziare la risposta del sistema immunitario all’antigene e, solitamente, di allungare anche la durata del periodo di protezione. La speranza è che la sua metodologia tradizionale possa avvicinare gli ultimi esitanti. Il dubbio è che oramai sia rimasto uno zoccolo duro impossibile da convincere.

Intanto continuano a diminuire i casi attivi, attualmente i positivi sono 648 nel circondario imolese, 8 i ricoverati in terapia intensiva. Esattamente un mese fa i casi attivi erano 5604.

Vaccinazione da supereroe a Imola sabato durante l”open day 5-19 anni in occasione del Carnevale dei Fantaveicoli (dalla pagina Fb dell”Azienda usl di Imola)

Coronavirus, consegnate le dosi del vaccino “tradizionale' Novavax, prime prenotazioni

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