Coronavirus, anche a Ozzano hanno riaperto impianti sportivi e centri civici
Da ieri, lunedì 2 marzo, anche a Ozzano Emilia hanno riaperto al pubblico centro Gramsci, centri civici, ludoteca, centro famiglie, Palazzo della Cultura (funzionava solo il servizio di prestito libri della biblioteca, equiparato a un ufficio pubblico), sede Pro loco, centro diurno «Il Melograno» e impianti sportivi pubblici, tra cui piscina e pala Artigrafiche Reggiani. «Ci siamo adeguati al decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dpcm) emanato l’1 marzo» commenta il sindaco ozzanese, Luca Lelli -. In questa fase è bene non creare difformità nei territori e cercare di contemperare esigenze sanitarie ed economiche».
In effetti, la scorsa settimana, Lelli era stato l’unico sindaco del nostro territorio ad emanare un’ordinanza (datata 25 febbraio) di pressoché chiusura totale di impianti sportivi e luoghi di aggregazione pubblici, in contrasto con i chiarimenti applicativi ricevuti dalla Regione che prevedevano la riapertura di molte attività e corsi, a eccezione delle gare con presenza di pubblico, rispetto a quanto definito dalla stessa Regione domenica 23, che sembrava escludere ogni possibilità di aggregazione in luoghi pubblici. «Nel corso della prima settimana di emergenza Coronavirus ho preso questa decisione perché ritengo coerente alla chiusura delle scuole anche quella di altre attività quali centri civici e impianti sportivi» aveva motivato Lelli.
Poi la pubblicazione del Dpcm dell’1 marzo ha cambiato le carte in tavola, azzerando il potere discrezionale dei singoli sindaci. Così, se la scorsa settimana a Ozzano era concessa una deroga solo per gli allenamenti degli atleti che militano in campionati o competizioni nazionali (ossia le prime squadre di basket, pallavolo e alcuni atleti di pattinaggio), adesso tutti possono allenarsi. «Abbiamo solo cercato di dare qualche raccomandazione. Ad esempio, per quanto sia complesso da attuare, in piscina cercare di non affollare gli spogliatoi e mantenere un metro di distanza l’uno dall’altro, così come avere un solo genitore per bambino che frequenta i corsi» conclude Lelli (gi.gi.)
Nella foto: