Basket, continua il dibattito sulla squadra unica a Imola. Parola a Giorgio Salvi e Gianni Zappi
Proseguiamo con la serie di interventi nati dopo la proposta di Marco Regazzi, cioè quella di creare una nuova squadra di basket per Imola, tirando giù un sipario sul passato. C’è chi è d’accordo, chi non lo è, chi suggerisce di partire unificando i settori giovanili. Insomma, il dibattito è aperto e dopo le parole dei vari Gianpiero Domenicali, Stefano Loreti, Roberto Ravaglia e Paolo Sgorbati, ora la parola passa a Giorgio Salvi. Il «Signor Aget» fu una specie di precursore, quando nel giugno 2013 (quindi 2 anni prima del progetto del sindaco Daniele Manca e dell’imprenditore Alessandro Curti, datato 2015) fece nascere la Fondazione Imolasport. «Lo scopo era quello di inserire gradualmente le varie società imolesi al fine di creare un gruppo omogeneo e poi cercare di aiutarle nel loro percorso. Però sono consapevole che per una simile operazione sarebbero servite o servirebbero persone super partes e con tanto tempo a disposizione. Aprire la mente di dirigenti, spesso molto rigidi nelle loro posizioni, è una cosa estremamente difficile».
Quale sarebbe la chiave?
«Un progetto serio e importante, portato avanti da qualcuno che abbia rapporti buoni con tutti e che possa dare soddisfazione a medio termine. Certo, partire dai giovani porterebbe un grande beneficio, anche perché sarebbero coinvolte anche altre società e si potrebbe creare una filiera, dove i più bravi giocherebbero coi più bravi, mentre gli altri continuerebbero comunque a divertirsi».
Per lavoro e per diletto la vita di Gianni Zappi è stata spesso lontano da casa. Ora che invece in casa deve restarci chiuso per colpa del Covid-19, il responsabile biancorosso dell’area tecnica ha anche il tempo di meditare sui vari temi che riguardano lo sport che ama e vive ormai da più di mezzo secolo e la vita che lo circonda.
Avendo partecipato alla nascita dell’Andrea Costa, come valuti l’ipotesi di una squadra unica nel basket imolese?
«Tanti anni fa, con l’ingegnere Sergio Santi fummo promotori di un un’idea per coagulare in una unica grande squadra le due esistenti, ma i nostri sforzi si rivelarono inutili. Imola, che alla fine degli anni ’90 ebbe due squadre tra le prime 50 d’Italia, oggi non è più in grado di averle. Di questo passo l’Andrea Costa è destinata ad andare giù, perché ogni anno non è possibile indovinare le scelte, spendendo meno degli altri; non può andarci sempre bene. Una sola squadra a Imola dovrebbe partire quindi prima di tutto da un buon settore giovanile in cui tutti concorrano a un grande scopo e fin qui non è mai successo. Ognuno ha il diritto di pensare a se stesso, ma con le lotte interne non si va da nessuna parte. Se questa cosa si vuole farla per davvero, si dà il mandato esplorativo alle persone scelte (super partes) e la si porta avanti col pieno sostegno di tutti». (p.z. p.p.)
Le interviste complete su «sabato sera» del 2 aprile.
Nella foto: Giorgio Salvi e Gianni Zappi quando l’Aget sponsorizzava l’Andrea Costa